LE OPERE IN PROSA

Il capolavoro in prosa di Foscolo è il romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) in cui Foscolo ritrae sé stesso, le proprie convinzioni, passioni e ansie di ribellione.

Le traduzioni e i saggi

Foscolo si dedica anche alle traduzioni dei classici, un impegno che manterrà per tutta la vita, e dall’inglese traduce Il viaggio sentimentale di Laurence Sterne.
Sono pure numerosi i suoi saggi e interventi critici di storia e sui grandi autori della letteratura italiana (Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto).

LE OPERE IN VERSI

Foscolo pubblica nel 1803 la raccolta Poesie di ispirazione in parte neoclassica (le odi), in parte romantica (i sonetti).
Nel 1807 Foscolo pubblica Dei Sepolcri, un poema che parla del valore storico e sociale dei sepolcri, in cui Foscolo trova una sintesi tra Romanticismo e Neoclassicismo.
Le Grazie, composto tra il 1812 e il 1813, è un poema che rimane incompiuto. Foscolo prende ispirazione dalla statua delle Tre Grazie dello scultore Canova per scrivere un poema in cui celebra i valori dell’eleganza e dell’armonia, perduti nell’epoca presente. È di nuovo un opera che, per i toni e per il tema, si rifà al Neoclassicismo.
Infine sull’esempio di Alfieri, Foscolo scrive anche tragedie di ispirazione classica: il Tieste, l’Aiace e la Ricciarda.


Le Grazie sono divinità che fanno parte del seguito di Venere.


ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS

LA TRAMA

Il romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis è una storia d’amore e di morte. Jacopo, il protagonista, lascia Venezia dopo il trattato di Campoformio per sfuggire alla polizia.
Si stabilisce sui colli Euganei, dove conosce una ragazza, Teresa, e se ne innamora, la quale però è già promessa a un altro.