Ma il Seicento è stato anche il secolo della fantasia, della stravaganza, dell’estro e dell’inventiva.
Anche l’artista del Seicento compie, infatti, un percorso di emancipazione dall’autorità, rifiutando l’imitazione del modello classico (l’unico accettato nel Rinascimento) e cercando l’originalità, anche a costo di apparire eccessivo.
In questo modo gli artisti seicenteschi rivendicano il diritto di sperimentare soluzioni nuove, per progredire e rinnovarsi.
I GENERI
La poesia
Il più famoso poeta italiano del Seicento è Giovan Battista Marino. La sua poesia si caratterizza per l’abbondanza di immagini stravaganti, metafore elaborate e giochi di parole, che mirano soprattutto a stupire il lettore.
Marino è il prototipo dell’artista barocco attento alla forma più che al contenuto.
Tradizionalmente, la critica divide i poeti barocchi italiani in due gruppi: i “marinisti”, cioè gli imitatori di Marino; e gli “antimarinisti”, che invece cercano una rima più classica, ispirata all’esempio di Petrarca.
La metafora è molto usata in tutta la poesia del Seicento per il suo potere di sorprendere e disorientare il lettore.
La prosa
Il capolavoro della prosa narrativa seicentesca è il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.
In Italia, la prosa narrativa del Seicento è soprattutto dialettale, come quella del bolognese Giulio Cesare Croce e del napoletano Giambattista Basile, autori di racconti popolari e fiabe in dialetto.
L’uso del dialetto, oltre a dare spontaneità al racconto in prosa, permette di allargare il pubblico dei lettori anche alle classi sociali meno colte.