LA POESIA IN DIALETTO

In Italia per secoli è mancata una lingua nazionale, cioè una lingua parlata da tutti, in ogni parte di Italia. Le persone di tutti gli strati sociali parlavano il proprio dialetto.
Fin dal Medioevo dunque si era avuta una poesia dialettale.
I poeti dialettali di quest’epoca non sono di origine popolare ma sono dei borghesi che introducono nella loro poesia il punto di vista del popolo.
I poeti che scrivono in dialetto hanno il vantaggio di raggiungere con le loro poesie tutte le classi sociali, comprese le persone meno colte.
Ma hanno anche alcuni svantaggi:

  • le loro poesie sono comprensibili solo nell’area geografica ristretta che parla quel dialetto;
  • la cultura ufficiale ha un pregiudizio nei confronti dell’uso del dialetto;
  • l’uso del dialetto è visto con poco favore da parte di chi è impegnato sul fronte dell’Unità d’Italia;
  • infine questo tipo di poesia tende alla satira, cioè a prendere in giro i ceti dominanti e subisce quindi spesso la censura.

STUDIO ATTIVO
  • La poesia dialettale viene poco considerata:
    dalla cultura ufficiale.
    dai governi.
  • Secondo te perché gli ambienti patriottici non amano la poesia dialettale?
    ...................................................... .

satira, poesia comica che critica atteggiamenti e abitudini delle persone.
censura, divieto da parte dell’autorità pubblica di diffondere opere considerate offensive o pericolose.

GLI AUTORI

I più importanti poeti dialettali sono Carlo Porta e Giuseppe Gioachino Belli (vedi Pagine di realtà, p. 106).
Carlo Porta dà voce a personaggi plebei e prende di mira, le ingiustizie sociali. L’uso del dialetto milanese rende più realistica la sua analisi della società.
Giuseppe Gioachino Belli mette al centro delle sue composizioni personaggi del popolo cinici e privi di illusioni. Quella di Belli è una visione rassegnata dell’esistenza, raccontata utilizzando il dialetto romano.


STUDIO ATTIVO

I poeti dialettali dell’Ottocento, scelgono il dialetto per:
dare voce al popolo.
sfuggire alla censura.