«Cosa volete, cittadino?», mi diss’egli ricisamente, fregandosi le labbra col pizzo dello sciugatoio.
«Cittadino generale», […] ripresi, «mi spiegherò con tutta l’ingenuità d’un uomo che si affida alla giustizia di chi combatte appunto per la giustizia e per la libertà. Un orrendo delitto fu commesso tre giorni sono al castello di Fratta da alcuni bersaglieri francesi […], alcuni sbandati invasero una onorevole casa signorile, e svillaneggiarono e straziarono tanto una vecchia signora inferma più che centenaria rimasta sola in quella casa, che ella ne morì di disperazione e di crepacuore».
«Ecco come la Serenissima Signoria inacerbisce i miei soldati!» gridò il Generale balzando in piedi, poiché il cameriere avea finito di sciacquargli il mento. […]
«Cittadino generale, capisco anch’io che la fama bugiarda può aver impedito la cordialità dei primi accoglimenti; ma vi è una maniera di smentir questa fama, mi pare, e se con un esempio luminoso di giustizia…». […]
«Ve lo ripeto, cittadino; chi ha esacerbato l’animo de’ miei soldati? chi ha volto contro di essi il talento dei preti di campagna e dei contadini?… È stato il Senato, è stata l’Inquisizione di Venezia. Non dubitate che giustizia sarà fatta sopra i veri colpevoli…» .
«Pure, mi parrebbe che un esempio per ovviare a simili disordini nel futuro…».
«L’esempio, cittadino, i miei bersaglieri lo daranno sul campo di battaglia. Non dubitate. Giustizia sarà fatta anche sopr’essi; già non pretendereste che li ammazzassi tutti!… Or bene; saranno nella prima fila; laveranno col loro sangue e a pro’ della libertà l’onta della colpa commessa. […]
In queste parole Napoleone aveva finito di vestirsi […] io m’avviai mogio mogio giù per la scala riandando il tenore di tutto quel colloquio. Non ci capii per verità molto addentro; ma pure que’ suoi gran paroloni di popolo e di libertà, e quel suo piglio riciso ed austero m’avevano annebbiato l’intelletto […]. Il Cappellano fu molto meravigliato di vedermi tornar a Fratta con le mani piene di mosche, e tuttavia più calmo e contento di quando n’era partito. Monsignore e il Capitano che s’erano raccovacciati in castello udirono con terrore il racconto del mio colloquio col general Bonaparte.
ricisamente, modo diretto, brusco
sciugatoio, asciugamano
primi accoglimenti, prime accoglienze
il talento, l’animo
sopra i veri colpevoli, per Napoleone i governanti veneziani
a pro’, a vantaggio
riandando il tenore, ripercorrendo
riciso, determinato
con le mani..., senza aver ottenuto nulla
Monsignore e il Capitano, monsignor Orlando di Fratta, fratello del conte, e il capitano Sandracca, deputato a difendere il castello