Inoltre rimane contrario all’interferenza della Chiesa nella politica e al potere temporale della Chiesa il cui solo compito dovrebbe essere quello della cura delle anime.
Dopo la conversione religiosa, Manzoni continua a credere nell’ideale illuminista dell’utilità sociale degli intellettuali, che devono avere come scopo quello di educare il popolo.

potere temporale, potere politico del Papa. Viene definito “potere temporale” soprattutto in contrapposizione al “potere spirituale”.

L’adesione al vero

Quando nel 1816 nasce la polemica fra i Classicisti (che erano a favore dell’imitazione dei classici nella letteratura e nelle arti) e i Romantici, Manzoni, anche se non si schiera direttamente, sostiene le idee dei Romantici e ritiene che la letteratura debba aderire alla realtà del proprio tempo.
Per Manzoni, infatti, la letteratura deve avere «l’utile per scopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo», cioè deve parlare della realtà in modo interessante così da coinvolgere il lettore, con il fine di educarlo.

Storia e Provvidenza

Per Manzoni la Storia non può limitarsi a ricostruire le imprese dei grandi personaggi, le guerre e le battaglie ma deve raccontare anche le vicende di chi subisce le conseguenze di tutto ciò. La Storia, cioè, deve raccontare anche la vita delle classi più umili.
Manzoni, dunque, divide gli uomini in oppressori e oppressi.
Ma in questa visione del mondo, egli vede anche operare la Provvidenza divina, che è l’intervento di Dio nella vita dell’uomo. La Provvidenza, infatti, trasforma le sventure in prove destinate a verificare e rafforzare la fede dei personaggi.
Nonostante l’intervento della Provvidenza, ogni uomo rimane moralmente responsabile delle sue azioni e la consapevolezza dei limiti e delle imperfezioni degli uomini determina una visione pessimistica della Storia.