CANTI XXVII-XXX Inferno VIII cerchio VIII bolgia Canto XXIX VIII cerchio IX e X bolgia Pozzo dei Giganti Luogo e tempo VIII cerchio (Malebolge), nona e decima bolgia; tra le 13 e le 14 di sabato 9 aprile 1300 Categoria di dannati e colpa I seminatori di discordia (nona bolgia), che crearono divisioni e scismi in campo politico, sociale e religioso; i falsari di metalli (alchimisti) (decima bolgia) Pena I primi camminano per la bolgia mutilati dalla spada di un demone; le loro ferite si rimarginano ogni volta che passano davanti al diavolo, che li colpisce di nuovo. I falsificatori di metalli sono sfigurati da malattie come scabbia e lebbra, che provocano loro un terribile prurito tale da ridurre la pelle a scaglie Rimproverato da Virgilio per essersi soffermato troppo a lungo sul ponte della nona bolgia, Dante spiega al maestro il motivo del suo indugio: la ricerca di un parente che crede si trovi in questo luogo. Virgilio lo invita a proseguire senza pensarci: ha già visto passare un dannato Geri del Bello, lo ha sentito chiamare che lo indicava con un gesto di minaccia. Dante intuisce il motivo di quel gesto, e lo spiega a Virgilio: Geri è risentito perché il suo omicidio non è ancora stato vendicato dai familiari. Giunti sopra la decima bolgia, dove i falsari subiscono il tormento di malattie ripugnanti come la lebbra e la scabbia, Dante e Virgilio odono strazianti lamenti e sentono odore di membra putrefatte. Sul fondo della bolgia, i dannati sono ammassati uno sull altro; due di loro si grattano furiosamente, strappandosi la pelle. Su richiesta di Dante, uno di loro si presenta: è Griffolino d Arezzo, qui punito per aver praticato l alchimia. Egli racconta di essere stato ucciso dal nobile senese Albero da Siena, non avendo mantenuto la promessa fattagli (riuscire a farlo volare). Dante ironizza sulla superficialità e la credulità dei senesi, subito imitato dal secondo dannato, che, dopo aver citato gli atteggiamenti frivoli e fatui di altri senesi, si presenta come Capocchio (un falsario condannato al rogo nel 1293 per alchimia). VIII cerchio IX bolgia Canto XXX VIII cerchio X bolgia Pozzo dei Giganti Luogo e tempo VIII cerchio (Malebolge), decima bolgia; tra le 13 e le 14 di sabato 9 aprile 1300 Categoria di dannati e colpa I falsari di persona, di moneta e di parola Pena I primi corrono furiosamente e sono afflitti dalla rabbia; i secondi sono idropici, cioè hanno il ventre gonfio d acqua ma patiscono la sete; i terzi, infine, hanno febbre altissima, sudano e puzzano La furia di Atamante (che indotto alla pazzia da Giunone uccise la moglie e i figli) e di Ecuba (che uscì di senno quando seppe che i suoi figli erano morti) non eguaglia il furore delle due anime che Dante, mentre si trova ancora nella decima bolgia, vede correre e mordere gli altri dannati. Una di loro azzanna Capocchio (vedi canto XXIX), trascinandolo a terra; Griffolino spiega a Dante che si tratta di Gianni Schicchi, colpevole di aver falsificato il testamento di Buoso Donati. L altra anima è invece quella di Mirra, che si finse un altra persona per farsi amante del padre. Entrambi i dannati sono puniti, in quanto falsatori di persona, con la rabbia (idrofobia). Dante vede poi un dannato con il ventre gonfio a causa dell idropisia, la pena che colpisce i contraffattori di metalli. mastro Adamo, che pronuncia una dura invettiva contro i conti Guidi di Romena (nel Casentino, presso Arezzo), che lo istigarono a falsificare il fiorino, la moneta di Firenze. Ascoltata la sua storia, Dante chiede a mastro Adamo chi siano le due anime che, vicino a lui, emanano fumo e cattivo odore; il dannato spiega che una è la moglie di Putifarre, che come narra la Bibbia accusò falsamente Giuseppe di averla sedotta; l altra è Sinone, che convinse i Troiani a far entrare in città il cavallo che conteneva Ulisse e i suoi compagni. Sinone, offeso per il modo in cui è stato presentato, sferra un pugno ad Adamo, che reagisce colpendolo a sua volta. Dante rimane intento ad ascoltare i due, che continuano a rinfacciarsi a vicenda le loro colpe, finché Virgilio lo rimprovera per la sua inopportuna curiosità. 113