Roberto Carnero insegna Letteratura italiana all'Università di Bologna, presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione. È critico letterario e editorialista per diverse testate, tra cui "Avvenire" e "Famiglia Cristiana". Per Bompiani è autore delle monografie Il bel viaggio. Insegnare letteratura alla Generazione Z; Lo scrittore giovane. Pier Vittorio Tondelli e la nuova narrativa italiana; Pasolini. Morire per le idee.

Roberto Carnero

Roberto Carnero insegna Letteratura italiana all'Università di Bologna, presso il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione. È critico letterario e

Giuseppe Iannaccone insegna nei licei, dopo essere stato docente a contratto presso le Università Roma Tre e La Sapienza. È autore di volumi e saggi in rivista sulla letteratura italiana degli anni Trenta, su Italo Svevo e su Anna Maria Ortese. Si è occupato di storia dell'editoria e dell'avanguardia futurista; le sue ricerche vertono attualmente sulla poesia del secondo Ottocento.&nbsp;

Giuseppe Iannaccone

Giuseppe Iannaccone insegna nei licei, dopo essere stato docente a contratto presso le Università Roma Tre e La Sapienza. È autore di volumi e saggi

L’Antologia della Divina Commedia permette di avvicinarsi al capolavoro dantesco sia attraverso i canti più rilevanti del poema, riportati integralmente o in parte, sia attraverso il riassunto di tutti gli altri, in modo da seguire il poeta nel suo viaggio oltremondano senza perdere nemmeno una tappa. Ogni canto antologizzato è accompagnato da:
 <ul><li>una parafrasi puntuale;
</li><li>un ricco apparato di note, caratterizzato da una rubrica ricorrente che mette in evidenza i versi del poema che sono passati nel linguaggio odierno e comune;
</li><li>un’analisi contenutistica e stilistica;
</li><li>numerose attività di comprensione e indagine testuale, per valutare conoscenze e competenze;
</li><li>materiali di approfondimento artistici e culturali (Nella Commedia e oltre), che si declinano in quattro diverse rubriche (In primo piano, I viaggi letterari, Dalla Storia alla Commedia e Dante per immagini). Nel volume si trovano anche alcune pagine di Invito all’arte, che mostrano come le suggestioni dantesche abbiano trovato eco nell’arte figurativa.</li></ul>

La Divina Commedia

I tempi della scrittura

Un titolo enigmatico

Spazio e tempo nella Commedia

I personaggi come exempla

Numeri e simmetrie

Il contrappasso

L’allegoria e gli altri sensi della lettura

Lingua e stile della Commedia

Fonti e modelli del poema dantesco

Inferno

Canto I

Dentro il testo

Verso le competenze

Nella Commedia... e oltre

Canto II

Canto III

Canto IV

Canto V

INVITO ALL'ARTE - Paolo e Francesca in pittura

Canto VI

Canto VII

Canto VIII

Canto IX

Canto X

Canto XI

Canto XII

Canto XIII

Canto XIV

Canto XV

Canto XVI

Canto XVII

Canto XVIII

Canto XIX

Canto XX

Canto XXI

Canto XXII

Canto XXIII

Canto XXIV

Canto XXV

Canto XXVI

INVITO ALL'ARTE - Ulisse nell’arte

Canto XXVII

Canto XXVIII

Canto XXIX

Canto XXX

Canto XXXI

Canto XXXII

Canto XXXIII

Canto XXXIV

Purgatorio

Treccani Emporium

Antipurgatorio (III schiera) Canto IV Antipurgatorio (II schiera) Antipurgatorio (I schiera) Luogo e tempo Antipurgatorio, seconda schiera; mattina di domenica 10 aprile 1300 Categoria di penitenti e colpa Anime pigre che in vita tardarono a pentirsi Pena Come in vita furono lente a ravvedersi e convertirsi, così aspettano immobili all ombra di grandi macigni che il tempo passi Completamente preso dal colloquio con Manfredi, Dante non si è reso conto che sono trascorse oltre tre ore. I due poeti proseguono il cammino lungo una salita stretta e ripida. Dante, stremato per lo sforzo, chiede a Virgilio di aspettarlo, ma questi lo esorta a continuare fino a un punto pianeggiante, poco più avanti. Qui, guardando verso est, il poeta si meraviglia di trovarsi il Sole a sinistra anziché a destra, ma il maestro gliene spiega il motivo: il monte del Purgatorio si erge nell emisfero australe, nel punto opposto a Gerusalemme. Soddisfatto della spiegazione, Dante chiede quanta strada resti da percorrere per giungere alla sommità del monte, giacché non ne vede la cima, ma Virgilio lo rassicura spiegandogli che a mano a mano che procederanno la fatica si farà meno intensa. Subito dopo il pellegrino sente una voce e, notato un Dante e Virgilio incontrano Belacqua, miniatura, XIV secolo. 152 grande masso, si dirige in quella direzione insieme a Virgilio. I due poeti scorgono alcune anime in atteggiamento pigro; Dante ne nota in particolare una, più indolente delle altre, e lo fa notare al maestro. Avendo sentito il commento di Dante, l anima gli si rivolge direttamente, invitandolo con ironia a proseguire, se ritiene di essere tanto forte. Dalla voce, Dante riconosce il suo amico Belacqua, a cui chiede   con altrettanta ironia   per quale motivo sosti lì: forse per la sua nota pigrizia? A che serve affrettarsi, risponde Belacqua, se per accedere al Purgatorio dovrà comunque attendere tanti anni quanti quelli vissuti sulla Terra? Questa è la pena che devono espiare i negligenti che per indolenza tardarono a pentirsi fino al momento della morte. Nel frattempo si è fatto quasi mezzogiorno: è tempo di andare, dice Virgilio. 

CANTO V Antipurgatorio (IV schiera) Antipurgatorio (III schiera) (VV. 85-136) Antipurgatorio (II schiera) Luogo Antipurgatorio, terza schiera Tempo Circa mezzogiorno di domenica 10 aprile 1300 Categoria di penitenti e colpa Anime negligenti morte di morte violenta Pena Devono attendere nell Antipurgatorio tanto tempo quanto vissero, correndo senza sosta lungo le pendici del monte Personaggi Dante, Virgilio, Iacopo del Cassero, Bonconte da Montefeltro, Pia de  Tolomei [1-21] PARTENZA DAI NEGLIGENTI E RIMPROVERO DI VIRGILIO [85-129] INCONTRO CON BONCONTE DA MONTEFELTRO Mentre i due pellegrini si allontanano dalla schiera dei negligenti, alcune anime si accorgono che il corpo di Dante proietta un ombra sul terreno; il poeta si volge a loro, soffermandosi, ma Virgilio lo rimprovera, spronandolo a essere una torre ferma di volontà e a proseguire senza distrarsi. Un altra anima si avvicina a Dante lamentando che nessuno tra i vivi prega per lui per abbreviare il suo passaggio in Purgatorio: si tratta dello spirito di Bonconte da Montefeltro. Il poeta gli chiede come mai il suo corpo non sia mai stato trovato dopo la battaglia di Campaldino. Bonconte racconta allora che negli ultimi istanti di vita, quando ormai il sangue gli usciva dalla gola forata, si pentì dei suoi peccati invocando il nome della Madonna: tanto era bastato a fargli meritare il perdono di Dio. Un diavolo, venuto a impossessarsi della sua anima e rimasto a mani vuote, aveva sfogato la propria rabbia sul suo corpo, scatenando un violento temporale: l acqua piovana aveva trascinato il cadavere prima lungo il fiume Archiano e poi nell Arno, dove era stato ricoperto di detriti. [22-63] UN ALTRA SCHIERA DI ANIME Giunti sul nuovo gradone, i due poeti incontrano un gruppo di spiriti che procede lentamente intonando il salmo Miserere, esprimendo il pentimento per i peccati commessi. Anche questi si accorgono che Dante è vivo: interrompono quindi il loro canto e due di loro si avvicinano ai poeti chiedendo spiegazioni. Virgilio conferma che il corpo del compagno è vera carne e che potrà essere loro utile una volta tornato tra i mortali. Le due anime riferiscono quanto appreso alle altre e queste, fattesi intorno a Dante, gli rivelano di aver subìto una morte violenta e di essersi pentite solo in extremis; lo esortano dunque a comunicare ai parenti di pregare per loro. Dante non riconosce nessuno, ma invita le anime a farsi avanti. [130-136] INCONTRO CON PIA DE  TOLOMEI Prende infine la parola un terzo spirito, quello di Pia (probabilmente della famiglia dei Tolomei di Siena). La donna raccomanda a Dante, quando sarà tornato nel mondo dei vivi e si sarà ristorato dopo il lungo viaggio, di pregare per lei, che fu uccisa dal marito. [64-84] COLLOQUIO CON IACOPO DEL CASSERO Si presenta dunque Iacopo del Cassero, guelfo e membro di una importante famiglia di Fano, vincitore con i fiorentini nella battaglia di Campaldino. Pregando Dante di ricordarlo alla famiglia, racconta di come i sicari di Azzo VIII d Este lo abbiano raggiunto in territorio padovano   dove credeva di essere al sicuro   e lo abbiano assassinato presso Oriago. Qui, impantanato tra i giunchi e la melma di una palude, ha visto delle sue vene farsi in terra laco. Dante Gabriel Rossetti, Pia de  Tolomei, 1868-1880. 153 

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Antologia Divina Commedia: canti, parafrasi, note e analisi

Antologia della Divina Commedia

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