VII cerchio II girone Canto XVI VII cerchio III girone VIII cerchio Luogo e tempo VII cerchio, terzo girone; alba di sabato 9 aprile 1300 Categoria di dannati e colpa I violenti contro natura, cioè i sodomiti Pena Camminano senza sosta su uno spiazzo di sabbia rovente battuto da una pioggia di fuoco Quasi giunti al punto in cui il Flegetonte passa nel cerchio inferiore, formando una cascata di cui già si sente il rumore, Dante vede tre anime straziate dalle ustioni che si staccano da un gruppo di sodomiti. Avendo riconosciuto i suoi abiti fiorentini, i dannati si avvicinano a Dante e, disposti in cerchio, gli si presentano. Sono tre fiorentini della generazione precedente a quella del poeta: Guido Guerra, Tegghiaio Aldobrandi e Iacopo Rusticucci. Dante conosce la loro fama e dichiara loro la sua ammirazione. Rusticucci chiede poi informazioni su Firenze, poiché un altra anima, giunta da poco all Inferno, ha portato cattive notizie dalla città. Dante ne dà conferma: il desiderio di facili guadagni, spiega, ha corrotto la moralità dei fiorentini. Lodandolo per la sincerità e chiedendogli di ricordarli al mondo dei vivi, se mai vi tornerà, le tre anime si dileguano velocemente. I due poeti sono ormai assordati dal rumore della cascata. Dante porge a Virgilio la corda che portava intorno alla vita, e questi la getta nel burrone. Poco dopo, una figura dall aspetto spaventoso risale dal girone inferiore come se nuotasse attraverso l aria densa e scura. VII cerchio II girone Canto XVII VII cerchio III girone VIII cerchio Luogo e tempo VII cerchio, terzo girone; alba di sabato 9 aprile 1300 Categoria di dannati e colpa I violenti contro l arte, cioè gli usurai Pena Stanno accovacciati sotto un incessante pioggia di fuoco su una distesa di sabbia rovente; piangono ininterrottamente e portano al collo una borsa su cui è rappresentato lo stemma di famiglia Francesco Fontebasso, Dante e Virgilio sulle spalle di Gerione, 1747-1758. 94 Dal cerchio inferiore risale il mostro Gerione. Allegoria della frode, esso ha volto umano e un corpo di serpente su cui sono disegnati nodi e cerchi variopinti; ha due arti pelosi e la coda biforcuta, velenosa come quella di uno scorpione. Virgilio esorta Dante ad andare a parlare con alcune anime di usurai che si trovano poco oltre Gerione, mentre lui convincerà il mostro a caricarli sulle spalle per scendere al cerchio inferiore. Avvicinandosi ai dannati, il poeta nota che ciascuno di loro porta al collo una borsa con lo stemma di una casata nobiliare. Riconosce il simbolo delle famiglie fiorentine dei Gianfigliazzi e degli Obriachi; un altro spirito, che porta l insegna degli Scrovegni di Padova, preannuncia la discesa all Inferno del suo concittadino Vitaliano del Dente, oltre che di un altro fiorentino della famiglia Becchi. Dante a questo punto si allontana, poiché Virgilio lo ha richiamato raccomandandogli di fare in fretta. Il maestro è infatti già salito in groppa a Gerione. Dante, non senza timore, lo segue; lo spavento raggiunge il culmine quando il mostro comincia a volteggiare nel buio, scendendo verso l ottavo cerchio. Una volta lasciati i due viaggiatori al piede del burrone, Gerione si dilegua.