PERCORSI TEMATICI DI TESTO IN TESTO «Cerco un centro di gravità permanente / che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente . La celeberrima canzone del siciliano Franco Battiato (1945-2021), che prende il titolo da questo ritornello e che puoi ascoltare facilmente su YouTube o in un servizio di streaming musicale, è tratta dall album La voce del padrone (1981). Il testo si basa su una sequenza di immagini e di riferimenti eruditi accostati gli uni agli altri in maniera apparentemente casuale: l autore vuol rappresentare il senso di smarrimento in cui si trova, sospinto in un mare di citazioni letterarie e di suggestioni filosofiche che lo portano lontano dal suo centro. FINO A TE Leggi online il testo di Centro di gravità permanente e poi confrontalo con il passo del De vita beata riportato sopra: come puoi notare, mentre Seneca non mostra alcun dubbio sulla strada che lo porterà alla felicità, Battiato ha davanti a sé una moltitudine di opzioni, sollecitazioni, falsi miti che lo destabilizzano. A quale condizione ti senti più affine: a quella descritta dal filosofo latino o a quella delineata dal cantante palermitano? Perché? Scrivi un testo argomentativo di circa 30 righe in cui esponi la ricetta per raggiungere il tuo centro di gravità permanente . T5 La visione del mondo cristiana Ambrogio De officiis II, 4-5 Questo passo tratto da un opera di sant Ambrogio (339/340 ca. - 397 d.C.), vescovo di Milano, mostra bene il modo in cui la cultura cristiana si pone nei confronti della filosofia greca, vale a dire proponendosi esplicitamente come un suo superamento: alle riflessioni dei filosofi è contrapposta, infatti, la Verità contenuta nella Sacra Scrittura. Nel caso specifico, Ambrogio presenta le idee di diversi pensatori pagani su che cosa sia la felicità, per poi contrapporre a esse una serie di citazioni evangeliche, dalle quali si ricava che la felicità, definita qui «vita eterna secondo il dettato del Vangelo, consiste «nella conoscenza di Dio e nel premio delle opere buone (Scriptura autem divina vitam aeternam in cognitione posuit divinitatis, et fructu bonae operationis). 5 I filosofi posero la felicità, alcuni nell assenza del dolore, come Ieronimo,1 altri nella scienza, come Erillo,2 il quale, sentendola lodare mirabilmente da Aristotele e da Teofrasto,3 la considerò sommo bene, mentre essi la esaltarono come un bene, non come l unico bene. Altri la dissero piacere, come Epicuro, altri, come Callifonte4 e, dopo di lui, Diodoro,5 la intesero così da aggiungere l uno al piacere, l altro all assenza di dolore la partecipazione dell onestà, pensando che senza di questa non possa esistere vita felice. Zenone Stoico6 affermò che il solo e sommo 1. Ieronimo: Ierònimo (o Gerònimo) di Rodi, filosofo vissuto nel III secolo a.C.: prima peripatetico (cioè aristotelico), fondò poi una scuola di indirizzo eclettico. 2. Erillo: Erillo di Cartagine, filosofo stoico vissuto nel III secolo a.C. 14 3. Teofrasto: Teofrasto di Ereso (III-II sec. a.C.) fu il successore di Aristotele alla guida della scuola peripatetica. 4. Callifonte: Callifonte (III-II sec. a.C.) elaborò una filosofia che contemperava posizioni rispettivamente peripatetiche ed epicuree. 5. Diodoro: Diodoro di Tiro (II-I sec. a.C.), filosofo peripatetico (fu anche lui alla guida della scuola), ma aperto a influssi stoici ed epicurei. 6. Zenone Stoico: Zenone di Cizio (IVIII sec. a.C.) fu il fondatore dello stoicismo.