L individuo e la comunità T1 La giustizia è il fondamento della società Cicerone De officiis I, 20-24 In questo passo del De officiis, il trattato sui «doveri dell uomo e in particolare dell uomo politico, Cicerone pone la giustizia a fondamento dell umana società e della convivenza civile; a sua volta la giustizia poggia sulla «sincerità (fides), cioè sulla «fedeltà e la veracità nei confronti delle promesse e dei patti (dictorum conventorumque constantia et veritas). 5 10 15 20 Fra i restanti tre aspetti dell onesto1 un larghissimo campo interessa quello onde è tenuta connessa l umana società e quasi la comunanza stessa della vita; due ne sono le specie: la giustizia, in cui brilla nel suo massimo splendore la virtù, e che dà il suo nome ai buoni, e quindi la beneficenza, ad essa connessa, che potremmo anche chiamare benevolenza o generosità. Primo ufficio della giustizia è che nessuno rechi danno ad altri se non provocato da offesa, e, secondariamente, che ci si serva dei beni comuni come comuni, e come propri soltanto dei privati. Nulla è però già naturalmente privata proprietà, ma o per diritto di antico possesso, come quanti pervennero un tempo in territori liberi da abitanti, o per diritto di vittoria, come quando ci s impadronisce per guerra, o per legge, contratto, convenzione o sorteggio; dal che deriva che il territorio arpinate è detto degli Arpinati, il tuscolano dei Tuscolani;2 ed analoga è la distinzione delle proprietà private. Per questo, poiché ciascuna cosa che era stata per natura di proprietà comune diventa proprietà di singoli, ciascuno si tenga ciò che gli è toccato; e se qualcuno ne vorrà per sé, violerà la norma sociale umana. Ma poiché siamo nati non soltanto per noi, come egregiamente scrisse Platone, e la patria rivendica a sé parte della nostra esistenza, parte ne rivendicano gli amici;3 e, secondo la teoria stoica,4 tutto quanto vede la luce in terra è creato per l umana utilità, e quindi gli uomini vengono al mondo in servizio degli uomini stessi, affinché possano recarsi reciproco giovamento: in questo dobbiamo seguire la guida della natura, mettere a disposizione del comune i vantaggi con la reciprocità del dovere, dando e ricevendo, stringere la società degli uomini fra di loro, con le arti, le 1. Fra i restanti onesto: nei paragrafi precedenti Cicerone ha parlato della prima delle quattro categorie in cui si possono dividere «le caratteristiche e l essenza dell onesto , cioè «quella che riguarda la conoscenza della verità (18). Le quattro categorie sono elencate al par. 15: «quanto è compreso nella categoria dell onesto, si fonda su qualcuno di questi quattro elementi: o riguarda l intuizione e lo studio della verità; o il mantenimento dell umana società, la giustizia distributiva e la lealtà degli impegni; o la magnanimità e la forza d animo di uno spirito eccelso ed invitto; o l ordine e la misura di quanto si fa e si dice, nel che consistono la moderazione e la temperanza . 2. il territorio Tuscolani: Arpino e Tuscolo erano città del Lazio: ad Arpino Cicerone era nato, mentre a Tuscolo possedeva una villa, nella quale sono ambientate le Tusculanae disputationes. 3. Ma poiché amici: è citata qui una lettera attribuita a Platone (il celebre filosofo greco vissuto tra il V e il IV secolo a.C.), benché oggi generalmente ritenuta non autentica (9, 358a): «nessuno di noi esiste per sé stesso, ma una parte della nostra esistenza appartiene alla nostra patria, un altra ai nostri genitori, un terzo al resto dei nostri amici . 4. teoria stoica: lo stoicismo è una delle due più importanti dottrine filosofiche ellenistiche, insieme all epicureismo. L etica stoica esaltava la serena accettazione del destino in quanto espressione di un ordine razionale del mondo nel quale tutto, anche il male, ha una giustificazione. Cicerone non appartiene in senso stretto a questa scuola filosofica, ma il De officiis ha come sua fonte principale un opera di un filosofo stoico, il trattato Sul conveniente di Panezio di Rodi (vissuto nel II secolo a.C.). 25