PERCORSI TEMATICI Piacciavi, generosa Erculea prole, ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole e darvi sol può l umil servo vostro. Quel ch io vi debbo, posso di parole pagare in parte e d opera d inchiostro; né che poco io vi dia da imputar sono, che quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, che nominar con laude m apparecchio, ricordar quel Ruggier, che fu di voi e de vostri avi illustri il ceppo vecchio. L alto valore e chiari gesti suoi vi farò udir, se voi mi date orecchio, e vostri alti pensier cedino un poco, sì che tra lor miei versi abbiano loco. (Ludovico Ariosto, Orlando furioso, canto I, ottave 3-4) FINO A TE Il proemio dell Orlando furioso, così come l elogio di Nerone nel Bellum civile, ha dei caratteri di notevole ambiguità, se si considera che gli «alti pensieri del committente ariostesco in realtà dovrebbero fare riferimento all attività politico-amministrativa o agli interessi culturali di un personaggio che non fu, in questi ambiti, particolarmente brillante. Cerca altri proemi nella storia della letteratura nei quali l intento encomiastico dell autore potrebbe nascondere una fine ironia verso i committenti, così da tradire una poco lusinghiera valutazione della loro attività politica o intellettuale, poi scrivi una breve relazione su questo argomento. T4 Un principe, non un tiranno Plinio il Giovane Panegirico di Traiano II Il Panegirico di Traiano nasce come discorso di ringraziamento che Plinio il Giovane (ca 61-114 d.C.), ricevuta la carica di console, pronuncia in Senato il 1° settembre del 100 d.C., e successivamente sarà ampliato dall autore stesso in una lunga orazione scritta. In questo passo Plinio spiega in quali termini Traiano debba essere celebrato e perché il suo elogio sia sincero, non dovuto all adulazione. Traiano, infatti, è definito in opposizione alla figura del principe tiranno, come era Domiziano: se il tiranno pretende di essere paragonato a un dio ed è un padrone nei confronti dei suoi sudditi, Traiano è un uomo, un concittadino, un padre per i cittadini, e gioisce della loro libertà, non della loro schiavitù. Tale descrizione benevola di Traiano non deve però far pensare che il suo potere non sia più quello di un principe: questa è semplicemente la visione dell esercizio del potere che lui stesso vuole sia diffusa e che il Senato, di cui Plinio fa parte, si aspetta da lui. 60