Dottore di ricerca in Filologia greca e latina, Francesco Ursini insegna Letteratura latina all’Università “La Sapienza” di Roma e collabora da oltre dieci anni con l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Si è occupato soprattutto di Ovidio (Metamorfosi, Fasti e Tristia), di poesia pseudoepigrafa (Consolatio ad Liviam) e della fortuna del classico nella letteratura italiana (Dante e Carducci) e nella cultura occidentale contemporanea. È autore di numerosi articoli e volumi. Il suo ultimo libro è Una poetica della dissimulazione. Verità e finzione nelle Metamorfosi e nelle altre opere ovidiane (2021).

Francesco Ursini

Dottore di ricerca in Filologia greca e latina, Francesco Ursini insegna Letteratura latina all’Università “La Sapienza” di Roma e collabora da oltre

Il fascicolo <i>Percorsi tematici Treccani</i> raccoglie vari percorsi che esplorano altrettante tematiche significative per comprendere il mondo latino, agganciando in maniera funzionale una riflessione e uno spunto di discussione su un tema di Educazione civica.&nbsp;

Diverse visioni del mondo

T1 Tutte le cose si rinnovano (Lucrezio, De rerum natura III 931-951 e 964-977)

T2 Il sommo bene secondo gli stoici e gli epicurei (Cicerone, De finibus bonorum et malorum I, 29-30 e III, 20-21)

T3 La filosofia di Orazio (Orazio, Epistulae I, 6, 1-16)

T4 La felicità è vivere secondo natura (Seneca, De vita beata 8, 2-6)

T5 La visione del mondo cristiana (Ambrogio, De officiis II, 4-5)

T6 La falsa felicità e le sue molte forme (Boezio, De consolatione philosophiae libro III, prosa VIII)

Educazione CIVICA -  Esiste un diritto alla morte?

L’individuo e la comunità

T1 La giustizia è il fondamento della società (Cicerone, De officiis I, 20-24)

T2 I doveri dell’uomo di Stato (Cicerone, De officiis I, 85-89)

T3 I vantaggi dell’amicizia (Cicerone, Laelius de amicitia, 22)

T4 La nascita della civiltà nella visione epicurea (Lucrezio, De rerum natura V, 1105-1155)

T5 L’individuo e la folla (Seneca, Epistole a Lucilio 7, 1-9)

Educazione CIVICA - Vivere in comune

Città e campagna

T1 I sani valori degli antichi contadini (Varrone, De re rustica II, proemio, 1-3)

T2 La casta innocenza della vita in campagna (Properzio, Elegie II, 19)

T3 L’incuria e l’isterilimento dei campi (Columella, De re rustica, Praefatio 1-3)

T4 La natura avvelenata dall’uomo (Plinio il Vecchio, Naturalis historia XVIII, 2-4)

T5 “Vera” e “falsa” vita di campagna (Marziale, Epigrammi III, 58)

Educazione CIVICA - Non solo clima: il prezzo dell’inquinamento

Propaganda e dissenso

T1 La clemenza del vincitore (Cicerone, Pro Ligario, 37)

T2 Il potere e le festività (Ovidio, Fasti II, 127-144)

T3 Un elogio ambiguo (Lucano, Bellum civile I, 33-66)

T4 Un principe, non un tiranno (Plinio il Giovane, Panegirico di Traiano II)

T5 La propaganda totalitaria (George Orwell, da 1984)

Educazione CIVICA - Politica e social media

Riti, feste, tradizioni

T1 I presagi della morte di Cesare (Cicerone, De divinatione I, 118-119)

T2 Una festa di compleanno (Tibullo, Elegie II, 2)

T3 I riti in onore dei morti (Ovidio, Fasti V, 419-444)

T4 La formula per “maledire” una città nemica (Macrobio, Saturnali III, 9, 7-12)

T5 Il fascino di una cultura incontaminata (Claude Lévi-Strauss, da Tristi Tropici)

Educazione CIVICA - La trasmissione dei valori

Il ruolo sociale dell’educazione

T1 Una consolazione familiare (Seneca, Consolatio ad Helviam 18, 4-8)

T2 Contro le pene corporali (Quintiliano, Institutio oratoria I, 3, 14-16)

T3 Il punto di vista del maestro (Giovenale, Satire VII, 215-243)

T4 Il controllo dell’educazione (Svetonio, Augusto 64)

T5 La lezione più importante (Edmondo De Amicis, da Cuore)

Educazione CIVICA - La scuola di ieri e la scuola di oggi

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PERCORSI TEMATICI DI TESTO IN TESTO Nel libro di Alfonso M. Di Nola Lo specchio e l olio. Le superstizioni degli italiani si parla di credenze ancora molto diffuse in alcune zone d Italia che si riferiscono a versi di uccelli o altri fenomeni dai quali vengono tratti presagi negativi. Nel Friuli, ad esempio, sono annunci negativi il canto della civetta presso la casa, la morte della pianta del rosmarino, taluni sogni, lo spegnersi anzitempo del ceppo natalizio, [ ] l incrociarsi del suono della campana a morto con il tocco dell orologio della torre comunale, gli ululati lugubri del cane, [ ] l essere nati di venerdì [ ]. Sono anche presagi di morte il pipistrello, la civetta che si lamenta, il corvo, il rospo quando gracida tre volte, il cane nero che gira per tre volte attorno alla casa. Si ha particolare riguardo allo specchio: se in esso vi si riflette un secondo volto dell uomo che vi si guarda, morirà. Lo specchio, nella notte di Capodanno, mostra le persone che moriranno entro l anno. (Alfonso M. Di Nola, Lo specchio e l olio. La superstizione degli italiani, Laterza, Roma-Bari 1993) FINO A TE Ancora oggi, in Italia, permangono molte credenze conservate dal mondo contadino, più incline a di­ fendere le antiche tradizioni dall assalto della modernità. Tante delle attuali superstizioni che preannun­ ciano la morte, se confrontate con il brano del De divinatione, appaiono quasi un eredità della cultura latina: fai una ricerca sulle credenze più comuni presenti nella zona in cui vivi e poi cerca di spiegare, in un breve intervento orale, quale sia il loro significato e se possano avere un origine antica. T2 Una festa di compleanno Tibullo   Elegie II, 2 In occasione del compleanno dell amico Cornuto, Tibullo compone per quest ultimo un  biglietto di auguri  nella forma di una breve elegia: leggendo il componimento si ha modo, in un certo senso, di assistere da spettatori alla celebrazione di una festa di compleanno nell antica Roma, con i riti in onore del Genio Natale e gli auguri di una vita lunga e coronata dall amore coniugale e da una prole numerosa. 5 Diciamo parole di buon augurio: il dio Natalizio1 si avvicina agli altari, e gli astanti, uomini o donne che siano, osservino un pio silenzio.2 Si ardano sul focolare i sacri incensi, si ardano i profumi che il molle Arabo3 manda dalla sua terra doviziosa. Venga il Genio stesso ad assistere ai propri onori, e molli serti adornino le sue sacre chiome; le sue tempie siano stillanti di puro nardo, ed egli sia sazio di focacce e madido di vino puro;4 ti conceda, Cornuto, qualunque cosa chiederai. 1. il dio Natalizio: è il Genius Natalis, che presiede alla vita dell individuo sin dal giorno della sua nascita. 2. osservino un pio silenzio: durante la celebrazione di un rito era obbligatorio ri- 70 manere in silenzio. 3. il molle Arabo: gli Arabi erano considerati  molli  (cioè imbelli, anche effeminati) dai Romani come tutti i popoli orientali. 4. molli serti  puro: serti (ghirlande), nardo (antica sostanza profumata di origine orientale, forse ottenuta dall olio della lavanda), focacce e vino erano le offerte tributate al dio. 

Riti, feste, tradizioni 10 15 20 Avanti, perché esiti? Egli concede: chiedi. Tu chiederai, prevedo, il fedele amore della sposa: penso che già l hanno appreso gli stessi dèi. A ciò non preferiresti quanti campi ara in tutto il mondo il forte agricoltore con i possenti buoi, né tutte le gemme che nascono ai felici Indi, dove rosseggia l onda del mare eòo.5 Il voto si adempie: possa Amore volare a te con strepitanti ali e portare aurei legami al vostro connubio, legami che durino sempre, finché la tarda vecchiaia apporti le rughe e imbianchi le vostre chiome. Questo Natalizio torni a voi, vecchi, e vi doni la prole, sciame recente, che giochi davanti ai tuoi piedi. (trad. L. Canali) 5. mare eòo: il mare  orientale  (eòo dal greco èos,  aurora ): il riferimento è qui probabilmente al golfo Persico. DI TESTO IN TESTO Compleanno è una delle poche poesie della polacca Wislawa Szymborska (1923-2012), premio Nobel per la Letteratura nel 1996, in cui la struttura metrica è regolare e le allitterazioni giocano un ruolo rilevante. La ricchezza e la varietà del mondo sono rese attraverso le ridondanti enumerazioni dei primi versi, ma di fronte a esse si coglie la consapevolezza della brevità della vita. All armonia sonora della prima parte, che sembra ordinare il caos in elenchi ordinati, fa da contrappunto la difficoltà di comprendere il mondo e il timore di perdere tutto 5 10 15 Tanto mondo a un tratto da tutto il mondo: morene, murene e marosi e mimose, e il fuoco e il fuco e il falco e il frutto   come e dove potrò mettere il tutto? Queste foglie e scaglie, questi merli e tarli, lamponi e scorpioni   dove sistemarli? Lapilli, mirtilli, berilli e zampilli   grazie, ma ce n è fin sopra i capelli. Dove andranno questo tripudio e trifoglio, tremore e cespuglio e turgore e scompiglio? Dove porti un ghiro e nascondi l oro, che fare sul serio dell uro e del toro? Già il biossido è cosa ben preziosa e cara, aggiungi la piovra, e in più la zanzara! Immagino il prezzo, benché esagerato   20 25 grazie, io davvero non l ho meritato. Non è troppo per me il sole, l aurora? Che cosa può farne l umana creatura? Sono qui un istante, un solo minuto: non saprò del dopo, non l avrò vissuto. Come distinguere il tutto dal vuoto? Dirò addio alle viole nel viaggio affrettato. Pur la più piccola   è una spesa folle: fatica di stelo, e il petalo, e il pistillo, una volta, da mai, a caso sulla Terra, sprezzante e precisa, fragile e altera. (Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), a cura di P. Marchesani, Adelphi, Milano 71 

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