L ET DI AUGUSTO Vix ea dicta: dehinc progressus monstrat et aram et Carmentalem Romani nomine portam quam memorant, nymphai priscum Carmentis honorem, 340 vatis fatidicae, cecinit quae prima futuros Aeneadas magnos et nobile Pallanteum. Hinc lucum ingentem quem Romulus acer Asylum rettulit et gelida monstrat sub rupe Lupercal, Parrhasio dictum Panos de more Lycaei. 345 Nec non et sacri monstrat nemus Argile ti testaturque locum et letum docet hospitis Argi. Hinc ad Tarpeiam sedem et Capitolia ducit, aurea nunc, olim silvestribus horrida dumis. Aveva appena parlato, e avanzando mostra l ara e la porta che i Romani chiamano Carmentale per nome, antico onore della ninfa Carmenta, indovina fatidica, che per prima predisse i futuri grandi Eneadi e la nobile città di Pallanteo. Di qui mostra un ampio bosco che l aspro Romolo rese Asilo, e il Lupercale sotto la gelida rupe, detto secondo il costume parrasio di Pan Liceo. E mostra il bosco dell esecrabile Argileto, e attesta il luogo, e narra la morte dell ospite Argo. Poi lo guida alla sede Tarpea e al Campidoglio, aureo oggi, irto un tempo di silvestri cespugli. 337-341. Vix ea dicta Pallanteum Inizia la vera e propria periegesi di Evandro, cioè la descrizione topografica dei luoghi attraverso cui egli accompagna Enea mentre si dirigono verso la città. dehinc: avverbio di movimento ( a partire da qui ), oltre che temporale ( dopo, poi ); assieme a progressus (participio perfetto di progredior) sottolinea la dinamicità di questo tour . aram memorant: il primo luogo mostrato a Enea è la porta Carmentale : è qui evidente l anacronismo, poiché Virgilio considera come già esistente (con il nome di Carmentale , da Carmenta, madre di Evandro) la porta tra il Campidoglio e il Tevere che successivamente sarà chiamata Scelerata e da cui passeranno i 306 Fabi destinati a morire sul fiume Crèmera nella guerra contro la cittadina etrusca di Veio (477 a.C.). nym phai: genitivo arcaico in luogo di nymphae. Insieme al lucreziano Aeneadas del v. 341 per designare i Troiani (De rerum natura I, 1) e alla realizzazione spondaica del quinto metron del v. 341 (Pa lla nt-), innalza e rende solenne il dettato di questi versi. Pallanteum: la città fondata da 168 Evandro sul Palatino, qui detta nobile non per il suo aspetto esteriore, ma per il suo significato morale. 342-346. Hinc lucum Argi lucum rettulit: Romolo, qui detto acer, per la sua bellicosità (in Eneide VI, 777 è detto Mavortius, marzio ), individuò un bosco, tra le due cime del Campidoglio, come luogo di accoglienza per i profughi delle città vicine, che egli avrebbe integrato nella sua nuova città; tale bosco è ricordato da Virgilio con il nome greco Asylum ( Asilo , lett. inviolato ), impensabile per Romolo (che non conosceva il greco), ma giustificabile se con Servio intendiamo il testo così: un ampio bosco che l aspro / Romolo rese come l Asilo (di Atene) . gelida Lupercal: il secondo luogo mostrato da Evandro a Enea è il Lupercale, cioè la celebre grotta in cui Romolo e Remo sarebbero stati allattati dalla lupa (incerto l etimo: forse lupus + arceo, con riferimento a un dio italico Lupercus, capace di tenere lontani i lupi ). Tale grotta è qui associata dall àrcade Evandro a Pan Liceo (Lykàios, da ly`kos, lupo ), corrispettivo dell italico Fauno. Parrhasio: parrasio, arcadico , dal nome di una città dell Arcadia (Parrasia). Nec Argi: il sito qui descritto non è di sicura localizzazione (forse in prossimità del Campidoglio o vicino al Foro o presso il Circo Massimo). Si tratta del luogo in cui avrebbe perso la vita Argo Argi letum, secondo un etimo che sembra suggerito dallo stesso Virgilio (letum Argi: una sorta di tmesi* con inversione dell ordo verborum) giunto nel Lazio con la madre Danae, ospitato da Evandro, ma da questi ucciso per averlo insidiato (l uccisore avrebbe poi espiato la colpa erigendo in onore di Argo un sepolcro); Varrone, in De lingua Latina V, 157, ricorda anche la possibile derivazione del nome Argiletum dal terreno argilloso del luogo. 347-350. Hinc tremebant Nella rassegna dei luoghi visitati da Enea seguono adesso: 1) il colle capitolino che, più avanti nel tempo, sarebbe stato teatro della morte di Tarpea (la vestale, figlia del comandante Spurio Tarpeio, che ai tempi di Romolo si lasciò corrompere dall oro del re sabino Tito Tazio, facendo entrare nella cittadella i nemici; in seguito si co-