BRANI CRITICI 2. Antonio La Penna Il nucleo ideologico e i piani divergenti dell Eneide In questo brano tratto da un ampia trattazione di sintesi sulla letteratura augustea, il latinista Antonio La Penna, tra i massimi interpreti della poesia virgiliana, individua tre distinti piani sui quali si colloca il contrasto che è al cuore della storia narrata nell Eneide e ne costituisce il nucleo ideologico: sul piano cosmico-teologico, si tratta di uno scontro tra le forze del Bene e le forze del Male, destinato a chiudersi con l annientamento delle seconde (la vittoria di Ottaviano su Antonio e Cleopatra); sul piano divino, si ha un conflitto tra divinità (in particolare Venere e Giunone) ciascuna delle quali è portatrice di interessi a proprio modo legittimi e che alla fine trovano una conciliazione; sul piano umano, gli antagonisti di Enea sono mossi da sentimenti di per sé tutt altro che negativi e spesso anche nobili, ma sono tutti destinati a soccombere affinché il fato si possa realizzare: il trionfo cosmico delle forze del Bene comporta, insomma, un tragico prezzo da pagare, se si guarda al destino dei singoli individui. 5 10 15 20 25 L Eneide [ ] si regge su un saldo raccordo fra mito e storia, in cui la storia è vista e illuminata dal mito; se, però, cerchiamo il nucleo ideologico del poema, il rapporto si rovescia: il nucleo è nella storia, più precisamente nel presente come culmine di un processo storico. La delineazione più chiara di quel nucleo è nella conclusione della profezia con cui Giove nel I libro consola e rassicura Venere (291-296) [ ]. L età augustea viene identificata con un età di pace, in cui governeranno la dea Fides, Vesta, Romolo insieme col fratello Remo (l orrenda macchia originaria del fratricidio è ormai cancellata); le porte del tempio di Giano saranno chiuse;1 il Furor impius, orribile simbolo delle guerre civili, dalla bocca insanguinata, sarà incatenato e imprigionato. L Eneide, non meno delle due opere precedenti di Virgilio, presuppone il trauma delle guerre civili, viste, e temute, come un pericolo mortale per Roma e il suo impero. Così configurato, il contrasto non può chiudersi che con la piena disfatta o l annientamento del nemico: in termini moderni diremmo che il nemico viene «demonizzato , come un mostro da distruggere. Il contrasto in questi termini non è marginale nel poema, ma neppure dominante: riappare in pochi altri casi, per quanto rilevanti. Simile ad un episodio della Gigantomachia,2 cioè alla lotta fra la ragione (gli dèi celesti) e le forze mostruose e irrazionali della natura, è la lotta mortale fra Ercole e Caco sui colli della futura Roma (Aen. VIII 185-272); analoga è la lotta fra Augusto, l Italia e i loro dèi protettori da una parte, Antonio, Cleopatra e i mostruosi dèi egiziani dall altra (nella raffigurazione della battaglia di Azio sullo scudo di Enea: Aen. VIII 678-688; 696-806). Sul piano cosmico-teologico l atteggiamento verso il nemico è diverso dal rispetto, e talora ammirazione, che troviamo nei poemi omerici e spesso in storici greci e latini [ ]. Il contrasto non si delinea negli stessi termini nel mondo degli dèi. Ben presente nelle due parti del poema, anzi elemento unificante, è l opposizione fra Giunone, che tenta accanitamente di opporsi al compimento del fato, e Venere, a cui il fato ha garantito la continuazione della stirpe di Enea e la grandezza imperiale di Roma. Queste due divinità non sono meno passionali di quelle di Omero: la passione di Giunone arriva all odio e a dolorosa ira; 1. le porte chiuse: le porte del tempio di Giano venivano aperte in tempo di guerra e chiuse nei (rari) periodi di pace. 190 2. Gigantomachia: l episodio mitologico che vede contrapposti in un epica battaglia gli dèi dell Olimpo e i Giganti, nati dalla Terra.
2. Antonio La Penna • Il nucleo ideologico e i piani divergenti dell’Eneide