PERCORSI TEMATICI La vita dopo la morte In principio Nella concezione propria della Grecia arcaica, il regno dei morti è immaginato come un luo­ go oscuro e nebbioso, in cui i defunti sono destinati a rimanere per sempre, in forma di semplici ombre prive di consistenza: ciò che sopravvive è infatti sol­ tanto l anima (psychè), intesa come soffio vitale che infonde energia nel corpo. Nell Ade (che significa invisibile ) i morti conducono un esistenza oscura e non ricordano nulla della loro vita precedente; si tratta di una visione radicalmente pessimistica. Nell Odissea i morti, ai quali il sacrificio compiuto da Odìsseo fa tornare la memoria, non possono che rimpiangere la loro esistenza passata, e la loro na­ tura evanescente riceve una rappresentazione di in­ tenso pàthos nel triplice, vano tentativo dell eroe di abbracciare l ombra di sua madre ( T1). La concezione pagana Successivamente, a par­ tire dal VII o VI secolo a.C., le dottrine mistiche e i culti misterici (come l orfismo) introducono conce­ zioni diverse: in particolare, quella di un aldilà nel quale coloro che hanno agito bene in vita vengono 202 premiati e i malvagi puniti, e quella della metempsi­ cosi o trasmigrazione delle anime, destinate a rein­ carnarsi ciclicamente in nuovi corpi. Queste due idee sono conciliate nella filosofia di Platone, per il quale l anima è immortale e riceve dopo la morte premi o castighi, in base al comportamento tenuto in vita, ma è infine destinata a reincarnarsi (è quanto il filosofo illustra con il mito di Er narrato nella Repubblica, 613e-615d). La concezione plato­ nica è ripresa e adattata ai propri fini da Virgilio, che nel VI libro dell Eneide racconta il viaggio di Enea nell oltretomba, affidando ad Anchise, padre dell e­ roe, il compito di spiegare il criterio che governa la sorte delle anime dopo la morte ( T2). Ma la letteratura latina ci offre anche visioni meno impegnative e più distese dell aldilà. il caso di un poemetto di epoca imperiale, il Culex ( La zanzara ), composto probabilmente nel I secolo d.C. e falsamente attribuito a Virgilio, dove si narra la storia, appunto, di una zanzara che ritorna dall oltre­ tomba e compare in sogno al pastore che l ha ucci­ sa, descrivendogli a lungo il regno dei morti ( T3).