L autore Orazio in breve Il rapporto con Augusto e gli ultimi anni della carriera Dopo che Ottaviano ottiene il titolo di Augusto nel 23 a.C. anno in cui Orazio pubblica anche una prima raccolta di tre libri di Odi Mecenate si allontana gradualmente dalla vita pubblica, forse anche a causa del coinvolgimento del fratello di sua moglie, Terenzia, in una congiura contro il princeps. Di questo cambiamento recano traccia gli scritti di Orazio, dove la figura di Mecenate si fa via via più sbiadita e meno presente, specie nelle odi proemiali. A ciò si aggiunge la delusione per i giudizi tiepidi con cui vengono accolte le Odi; delusione che porta Orazio a riavvicinarsi al genere satirico e alla pubblicazione, nel 20 a.C., del primo libro delle Epistole. Tuttavia, pur venendo meno l egida dell autorevole patronus e pur facendosi la sua poesia più intima e raccolta, Orazio continua a essere uno scriba e un poeta di prestigio crescente. In questi anni, infatti, si rafforza il suo rapporto diretto con Augusto, il quale ammira il poeta, tanto che a lui affida la composizione del Carmen Saeculare, cioè l inno destinato a essere eseguito da un coro di ventisette giovani e ventisette vergini in occasione dei Ludi Saeculares del 17 a.C. Consacrato così vate ufficiale del principato, Orazio ritorna alla lirica, pubblicando intorno al 13 a.C. il quarto libro delle Odi. Al 14-13 a.C. risale anche la composizione di un epistola ad Augusto, confluita insieme a un altra epistola all amico Floro, composta fra il 20 e il 19 a.C. in un secondo libro di Epistole, pubblicato postumo; di datazione incerta, invece, è una terza epistola, indirizzata ai Pisoni (la cosiddetta Ars poetica). Orazio muore il 27 novembre dell 8 a.C., due mesi dopo Mecenate. Vengono sepolti l uno accanto all altro, non solo perché così prevedeva l uso, in caso di morte di clientes e patroni, ma anche perché entrambi avevano molto probabilmente espresso questo desiderio, in nome della loro salda amicizia. VIVA VOX Nonostante l allontanamento di Mecenate dalla scena politica, Orazio prosegue con successo la sua attività di letterato, divenendo poeta ufficiale del principato quando Augusto, nel 17 a.C., lo sceglie come autore del Carmen Saeculare. Muore a fine novembre dell 8 a.C. e viene sepolto accanto al suo amico e patronus. IL RITRATTO DI ORAZIO TRA CENNI AUTOBIOGRAFICI E BIOGRAFIA ANTICA Nei suoi scritti Orazio ama ricordare e reinterpretare in chiave mitico-letteraria luoghi e momenti della propria vita: nei paesaggi della sua infanzia, per esempio, egli proietta o la propria investitura poetica o il proprio desiderio di fuga dall infuriare della guerra civile. Lo stesso procedimento interessa fatti singolari della sua vita: in alcuni carmi racconta l episodio in cui un albero stava per cadergli addosso nel terreno della sua villa in Sabina, tragico incidente al quale sarebbe sopravvissuto grazie all intervento del dio Fauno e delle Muse (Odi II, 17, 27-30 e III, 4, 25-27). A questa autobiografia atipica si aggiunge una biografia antica, trasmessa da alcuni manoscritti di Orazio e desunta dal perduto De poetis di Svetonio (storico e biografo latino vissuto tra il I e il II secolo d.C.), dalla quale si ricavano alcuni curiosi aneddoti sulla vita del poeta. Ne riportiamo due estratti; il primo è dedicato al rapporto del poeta con Augusto, del quale Orazio avrebbe rifiutato l offerta di lavorare come suo segretario personale: Augusto gli offrì il posto di proprio segretario particolare, come indica questa sua lettera a Mecenate: «Prima riu- scivo, da solo, a scrivere le lettere per i miei amici; ora, occupatissimo e ammalato, voglio toglierti il nostro Orazio. Venga via dalla tua tavola, dove è un parassita, e venga in questa reggia, dove ci aiuterà a scrivere le nostre lettere . E nemmeno il suo rifiuto lo irritò o diminuì la sua amicizia. Nel passo seguente viene invece descritto l aspetto fisico del poeta: Orazio era piccolo di statura e obeso, come si descrive da sé nelle Satire1 e come dice Augusto in questa lettera: «Onisio2 mi ha portato il tuo volumetto: io stimo che, per quanto piccolo, sia sufficiente ad accusarti. Mi sembra che tu abbia paura che i tuoi libri siano più grandi di te. Ma se ti manca la statura, non ti manca la pancia. Dovresti quindi metterti a scrivere avvolgendo il rotolo attorno a una botticella, e così la mole del volume uguaglierebbe quella del tuo ventre . (trad. F. Dessì) 1. come si descrive da sé nelle Satire: «Ascolta. Prima mania: / tiri su edifici, competendo con gli uomini alti, tu che dai talloni / alla sommità del cranio non superi i due piedi di statura, e fai / tanta ironia sul temperamento e il portamento grazie a cui Turbone, armato, / sembra più aitante della sua corporatura: sei tu meno ridicolo di lui? (Satire II, 3, 307-311, trad. M. Beck). 2. Onisio: personaggio non identificato. 217
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