L autore Orazio 30 35 Interpellandi locus hic erat: «Est tibi mater, cognati, quis te salvo est opus? . «Haud mihi quisquam: omnis composui . «Felices! Nunc ego resto. Conf ce; namque instat fatum mihi triste, Sabella quod puero cec nit divina mota anus urna: Hunc neque dira venena nec hosticus aufe ret ensis nec laterum dolor aut tussis nec tarda podagra; garru lus hunc quando consu met cumque: loquaces, si sapiat, vitet, simul atque adoleve rit aetas . Ventum erat ad Vestae, quarta iam parte diei praeter ta, et casu tunc responde re vadato debebat; quod ni fecisset, perdere litem. «Si me amas inquit, «paulum hic ades . «Inteream, si aut valeo stare aut novi civilia iura; Era giunto il momento d interromperlo: «Hai ancora la madre, dei parenti cui stia a cuore il tuo stato di salute? . «Più nessuno, tutti li ho sepolti . «Beati! Io, purtroppo, sopravvivo. Dammi il colpo di grazia: un tragico destino incombe su di me. Una vecchia sabina, scuotendo l urna per i vaticin (ero fanciullo), lo predisse: Questo ragazzo non l ammazzeranno terribili veleni, spade nemiche, attacchi di pleurite o tisi o podagra che rallenta il passo; lo porterà alla tomba, un giorno o l altro, un chiacchierone. Uscito dunque dalla pubertà, abbia il buonsenso di stare alla larga dai loquaci . Eravamo giunti al tempio di Vesta. Scoccava in quel momento l ora quinta, e guarda caso gli toccava presentarsi in tribunale, in seguito a cauzione; se non fosse comparso, il processo era perduto. «Fammi un piacere salta su, «assistimi un istante . «Fossi matto: non mi reggo in piedi, di diritto civile non m intendo, mente l atto di raccogliere le ceneri di un defunto dalla pira dove è stato cremato, per ricomporle nell urna. Conf ce: imperativo da confic i, era usato dai gladiatori che, feriti e in punto di morte, chiedevano all avversario il colpo definitivo. Orazio implora il colpo di grazia . namque urna: costruisci: instat mihi triste fatum, quod anus Sabella cec nit [mihi] puero divina mota urna. Riflettendo tra sé, il poeta ricorda la profezia di una vecchia (Sabella anus) che, quand era bambino (puero), gli avrebbe predetto che sarebbe morto per colpa di un chiacchierone (garru lus, al v. 33); la vecchia si era pronunciata agitando un urna contenente al suo interno le sortes, laminette di piombo su cui erano iscritte le frasi profetiche; è detta Sabella poiché i Sabelli erano gli abitanti dell area corrispondente all attuale Abruzzo, non distante da Venosa. Hunc aetas: Orazio riferisce le parole della vecchia, formulate come un vero e proprio vaticinio, scandito, nei primi due esametri, da neque nec nec nec. Al v. 33, quando cumque equivale a quandocumque, scomposto per tmesi* nelle sue parti costitutive. 35-37. Ventum erat litem Ventum erat: lett. si era arrivati , essendo qui venio (verbo intransitivo) usato come passivo impersonale. ad Vestae: per ellissi* è omesso l accusativo richiesto da ad (aedem o fanum o templum); il tempio di Vesta, luogo in cui era custodito il focolare della città, si trovava vicino al Foro. quar ta praeter ta: poiché i Romani suddividevano le ore di luce in quattro parti (= dodici ore), a partire dall alba che iniziava alle sei del mattino, è ragionevole che Orazio stia passeggiando con il seccatore fra le nove e le dieci, con un ritardo rispetto all apertura dei tribunali, che avveniva alle nove. responde re vadato: espressione del lessico giuridico: il primo verbo significa rispondere in giudizio , il secondo è participio perfetto da vador ( versare una cauzione ), qui usato come ablativo assoluto senza sostantivo. perdere litem: il verbo è un infinito narrativo; il seccatore si sarebbe dovuto presentare in tribunale quel giorno, termine di scadenza precedentemente concordato su cauzione. 38-44. Si me amas bene sanae Si me amas: nota il dattilo s me a - con abbreviamento in iato del monosillabo me (normalmente caratterizzato da misurazione lunga) davanti a parola iniziante per vocale (amas). ades: ha il valore tecnico di assistere (in una causa giudiziaria), compito spettante all advocatus, cioè alla persona convocata dall accusato, non corrispondente al vero avvocato (denominato, invece, patronus). valeo stare: l ad vocatus assisteva in genere in piedi: da qui l obiezione di Orazio, incentrata sulla sua scarsa resistenza fisica. 277