L autore Orazio Omero come modello di originalità Per Orazio l Iliade e l Odissea esemplificano perfettamente le caratteristiche richieste a un opera originale. L esordio dell Odissea non solo non lascia presagire la narrazione di vicende sorprendenti (quali di fatto, poi, si rivelano i fatti legati al ritorno di Odìsseo a Itaca), ma non dà avvio al racconto degli eventi ab ovo (v. 147), cioè fin dalle loro lontanissime origini, come, invece, fa un poeta del ciclo epico, che per raccontare il ritorno in patria di Diomede, a conclusione della guerra di Troia, prende le mosse dalla preistoria mitica del suo antenato Meleagro, vissuto due generazioni prima. Anche in questo caso, non sappiamo chi sia il poeta ciclico qui indicato da Orazio: i commentatori antichi pensano al già citato Antìmaco di Colof ne, ma l ipotesi non è del tutto persuasiva, perché nella Tebaide di questo autore greco si raccontava il ritorno di Diomede da Tebe e non da Troia; altri pensano quindi ad Antìmaco di Teo, autore di un poema ciclico dal titolo Epigoni, databile forse al VII secolo a.C., in cui effettivamente era raccontato il ritorno di Diomede da Troia, ma con uno sviluppo della trama che presenta qualche difficoltà ri- spetto alla menzione di Meleagro nel v. 146 dell Ars. Appare, dunque, più prudente la scelta di chi lascia nell anonimato il poeta cui si allude in questo passo. Quanto all Iliade, la sua originalità risiede, secondo Orazio, nel raccontare le vicende di Troia soltanto a partire dall ultimo anno di guerra, diversamente da chi, invece, cominciava la narrazione a partire dalla nascita miracolosa di Elena dall uovo, insieme a Clitemnestra o a Càstore e Pollùce (v. 147). Anche in questo caso Orazio contrappone alla perfezione del modello omerico le degenerazioni narrative dei poe­ti ciclici: in particolare il riferimento potrebbe essere qui ai Cypria, un poema di dubbia paternità (attribuito ora a Omero, ora a Stasìno di Cipro, ora a Egesìno di Salamina), dove probabilmente erano narrati gli amori di Giove con Nèmesi e la conseguente nascita gemellare. Ma si tratta di un ipotesi non suffragata da elementi sicuri. Al di là delle dubbie identificazioni dei poemi ciclici cui Orazio allude, l aspetto più significativo rimane l elogio di Omero, che, nota bene, non è mai esplicitamente nominato in questi versi. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Qual è il significato della metafora, divenuta poi proverbiale, della montagna che partorisce un topolino (v. 139)? 2. In questo passo, che offre un vero e proprio esempio di critica letteraria d età augustea, Orazio individua l arte omerica come modello di eccellenza. In che cosa consistono i meriti del poeta greco e della sua opera? ANALISI 3. I consigli che Orazio dispensa al possibile autore che voglia rifarsi alla tradizione (vv. 131-135) sono costruiti con abile cura e ruotano attorno all idea di un opera troppo simile a quelle precedenti per essere considerata creativa. Individua la costruzione sintattica, gli artifici retorici, gli usi lessicali che rendono efficaci i consigli per il fine che il poeta si è prefisso. 4. Che valore sintattico ha quae al v. 149? COMPETENZE ATTIVE Per discutere in classe Nel passo che hai letto, Orazio sprona i poeti all originalità dell espressione e a cercare una propria voce che sia chiaramente riconoscibile fra le tante del panorama letterario. Sulla base delle tue esperienze di lettura scolastiche ed extrascolastiche, ritieni che si debba dare la preferenza agli autori che incontrano i gusti del pubblico, oppure che si debba dare credito anche a quelli che forse per originalità di stile o di contenuto non sono pubblicati dalle case editrici più note? E il fatto che un autore sia ai primi posti delle classifiche delle vendite è sempre prova della sua validità di scrittore? Sulla base di questi spunti di riflessione, confrontati con i tuoi compagni di classe in un dibattito moderato dal docente. 337