I GENERI (1304-1374), il cui CanLEZIONE TRECCANI zoniere (intitolato Rerum La poesia dai classici a Petrarca vulgarium fragmenta, lett. Frammenti di cose scritte in volgare ) diverrà, soprattutto nel Cinquecento, un modello poetico per l intera civiltà letteraria europea: è in questo secolo che sorge infatti la moda poetica nota come petrarchismo , basata proprio sui temi e le forme approfonditi da Petrarca. Più in generale, dal Canzoniere prende le mosse quella linea lirica che percorre, parallelamente ad altre forme poetiche, la storia della letteratura italiana fino almeno a Giacomo Leopardi (1798-1837). Dal Romanticismo al Decadentismo Una svolta che rende la lirica più vicina all idea che ne abbiamo oggi si verifica nella seconda metà del Settecento, quando, in particolar modo in Germania, nasce il movimento romantico. Per gli interpreti della nuova sensibilità poetica, tra i quali gli inglesi George Gordon Byron (1788-1824) e Percy Bysshe Shelley (1792-1822), acquisisce grande rilevanza il sentimento del singolo poeta, che ora diviene il cantore veridico della propria interiorità, dei propri sentimenti e dei propri dolori. Le premesse poste dal Romanticismo vengono poi riprese e, per certi versi, estremizzate nel corso dell Ottocento dal Decadentismo, quando il poeta avverte il profondo distacco dal suo tempo, quello delle grandi rivoluzioni culturali e produttive, e sceglie di rifugiarsi nel mondo, doloroso ma autentico, della sua poesia. La ripresa della lirica classica Un recupero più diretto dei modelli classici (soprattutto Pindaro e Orazio) si ha durante il Rinascimento in Italia e in Francia, quando autori come Pierre de Ronsard (1524-1585) creano degli schemi metrici ricalcati su quelli della lirica antica. Nasce così la moderna ode, composta da una serie di strofe, a loro volta composte da versi di diversa lunghezza: una forma che troverà alcune delle sue più alte realizzazioni nella poesia di Ugo Foscolo (1778-1827) e in quella dei tedeschi Friedrich Schiller (1759-1805) e Friedrich H lderlin (1770-1843). Un tentativo particolare è invece quello di Giosue Carducci (1835-1907), che riproduce gli schemi metrici latini, basati sulla lunghezza delle sillabe, per mezzo degli accenti intensivi propri dell italiano, spesso con esiti di grande suggestione e altezza poetica, 352 Attestato del premio Nobel per la Letteratura conferito a Giosue Carducci nel 1906. per esempio nelle Odi barbare (così chiamate perché sarebbero apparse barbare all orecchio di un vero poeta antico). LA LIRICA CONTEMPORANEA Dal Simbolismo alla poesia metafisica Nel Novecento la lirica si allontana definitivamente dai modelli, sia classici sia moderni, e acquisisce una fisionomia libera, prendendo forme anche assai diverse, nelle quali è difficile individuare degli elementi comuni; sicuramente nella prima metà del secolo si attua un processo di dissoluzione delle forme metriche, con l adozione del verso libero; della struttura logica del discorso, che già alla fine dell Ottocento tende a essere costruito per associazioni di idee o addirittura di suoni piuttosto che di nessi logici, in particolare nel Simbolismo francese; e persino della sintassi, con le parole in libertà dei Futuristi. Giuseppe Ungaretti (1888-1970) rivoluziona la lirica con Il porto sepolto (1916), raccolta di componimenti nei quali le strofe appaiono come frammenti e a volte un verso è composto da una sola parola: il poeta intende così dilatare il significato di ogni singolo vocabolo, in modo che esso evochi suggestioni e richiami altre immagini, in una pagina che alterna, inoltre, alle parole gli spazi bianchi, come se fossero delle pause di silenzio. Pochi anni dopo, Ossi di seppia (1925) di Eugenio Montale (1896-1981) assegna alla poesia lirica un ruolo nuovo, ovvero rappresentare la condizione esistenziale dell uomo descrivendo con la parola poetica l essenza delle cose: «Vedi, in questi silenzi in cui le cose / s abbandonano e sembrano vicine / a tradire il loro ultimo segreto, / talora ci si aspetta /