PERCORSI TEMATICI Una nuova Odissea La letteratura occidentale nasce sul Mediterraneo, un mare che fin dall antichità ha rappresentato l idea di unione: prima in virtù delle rotte commerciali che collegavano i vari Stati che vi si affacciavano; poi da un punto di vista culturale, a seguito della diffusione della cultura greca; infine, anche da una prospettiva più propriamente politico-amministrativa, per l espansione territoriale legata all imperialismo romano. su quelle acque che Odìsseo compie l estenuante viaggio che lo porta a percorrerlo quasi tutto pur di tornare a casa: le stesse acque che Enea solca per raggiungere la terra che gli è stata promessa dal Fato. Proprio Enea in particolare può essere considerato, a seconda dei punti di vista, uno straniero, un esule, un migrante, in cerca di una nuova vita per sé e per il suo popolo. Eppure quel mare che un tempo serviva a unire adesso sembra lì per dividere; e ai nuovi migranti non sempre è riservata la fortuna dell eroe virgiliano. Io sono/I am: ritratti di esuli 5 10 15 20 25 C è la storia di Paul Gomez, scappato dal Gambia e dalle violenze della zia, rinchiuso nelle carceri libiche rischiando di morire di fame. Quella di Said Elshazy, egiziano, portato a tredici anni in un campo per minori a Mazara del Vallo. E quella di Ariam Keflu, eritrea, costretta a nascondere la fede cristiana in sei anni di addestramento militare: e tante altre. Le venti vite raccontate dalla mostra fotografica Io sono/I am, allestita nella penombra dello Spazio delle culture Khaled al-Asaad del Mudec il Museo delle culture di Milano sono diverse, terribili e accomunate da un obiettivo: raggiungere le coste italiane. [ ] I volti dei profughi colpiscono nella semplicità con cui vengono rappresentati. Sfondo nero alle spalle, un fascio di luce puntato contro, abiti ordinari e l esposizione di un oggetto di uso comune (una pentola, un mazzo di chiavi, un libro, un bastone ) diverso per ogni protagonista, che possiede un significato simbolico di testimonianza di ciò che è stato, che è e che vorrà diventare. Accanto ai ritratti è esposto un libro-didascalia, che sulla copertina porta, per ognuno, un titolo, una fotografia e un breve racconto della storia. «Questo progetto non mi è stato commissionato da nessuno, è un idea spontanea , spiega l autrice, Luisa Menazzi Moretti, al fattoquotidiano.it. «Tra il 2016 e il 2017 ho conosciuto persone che lavoravano per la fondazione Città della Pace per i Bambini, e che gestivano alcuni Sprar in Basilicata assieme a dei richiedenti asilo. Ciò mi ha portata a voler saperne di più, scoprire le loro storie: così ho chiesto ad alcuni di loro di raccontarmi della loro vita prima di arrivare in Italia . «Ciò che li contraddistingue prosegue è la voglia di riscatto e il desiderio di migliorarsi di giorno in giorno, sia nel lavoro che nel volontariato. [ ] Lo dimostra anche l atteggiamento nei confronti della fotografia: loro, e soltanto loro, hanno deciso come mettersi in posa, con che oggetti farsi rappresentare, cosa raccontare e cosa omettere delle loro vite . La loro intera esistenza, spiega, «è stata accompagnata dal tema della morte, che alla fine, sono riusciti a lasciarsi alle spalle: in loro non c è commiserazione, soltanto forza . (Matteo Lo Presti, «il Fatto Quotidiano , 5 luglio 2021; con tagli) 578