L autore Livio 2. Gli Ab Urbe condita libri in breve Il successo e la notorietà L opera storica di Livio riscuote un grande successo e procura al suo autore una fama straordinaria, testimoniata dall aneddoto secondo il quale uno spagnolo di Càdice avrebbe intrapreso un viaggio fino a Roma solo per vedere Livio di persona, dopodiché sarebbe tornato indietro senz altro: lo racconta Plinio il Giovane (ca 61-114 d.C.) nelle sue Epistole (II, 3, 8). L argomento I codici più autorevoli hanno tramandato la monumentale opera storiografica, a cui Livio dedica la sua intera esistenza, con il titolo di Ab Urbe condita libri, mentre l autore vi accenna una volta con il nome di annales e più spesso, genericamente, con la parola libri. Il fatto che Livio stesso parli di annales indica che egli si era ripromesso di ritornare al metodo annalistico, con l obiettivo di scrivere la storia di Roma dalla fondazione della città fino all epoca a lui contemporanea. L immensa opera realizzata comprendeva 142 libri, pubblicati gradualmente in gruppi di dieci, denominati decadi, oppure di cinque, detti pentadi. Probabilmente la stesura dell opera venne interrotta dalla morte dell autore: alcuni studiosi hanno ipotizzato che la trattazione terminasse al 9 a.C., anno della morte di Druso, fratello di Tiberio e figliastro di Augusto; per altri l opera doveva concludersi al 9 d.C. con la sconfitta di Publio Quintilio Varo nella battaglia della foresta di Teutoburgo (la famigerata clades Variana, la disfatta di Varo ); per altri ancora al 14 d.C., anno della morte di Augusto (in questo caso è possibile che il progetto prevedesse un totale di 150 libri). I 142 libri della storia I libri superstiti e le Perìochae Di questo sconfinato lavoro sono giunti fino a noi solo 35 libri: la prima decade, la terza, la quarta e metà della quinta. La perdita di una parte così cospicua dell opera liviana è tanto più grave perché la lacuna comprende l ultima, tormentata fase della storia repubblicana e l età contemporanea allo storico. Possiamo tuttavia ricostruire il contenuto dei libri perduti attraverso i frammenti superstiti e attraverso le Perìochae, ovvero dei riassunti realizzati tra il III e il IV secolo d.C. sulla base di sintesi precedenti (le abbiamo per tutti i libri tranne due). La vastità dell opera era, infatti, tale che difficilmente poteva essere consultata e posseduta interamente da un privato, tanto che Marziale (in Apophore ta 190) dichiara che la sua intera biblioteca non sarebbe stata sufficiente a contenere tutti i libri di Livio: la diffusione di queste epìtomi, di cui la più importante è quella realizzata da Anneo Floro nel II secolo d.C., finirà, di conseguenza, con il soppiantare l opera originale e contribuirà a determinarne il naufragio. Dell opera si sono L organizzazione della materia Dopo le monografie sallustiane, Livio ritorna alla tradizionale struttura tipica della storiografia romana sin dalle sue origini: quella degli antichi annalisti, che procedevano anno per anno, facendo precedere il resoconto degli avvenimenti dal nome dei consoli e dei pretori. Nonostante il ricorso a questo rigido schema, Livio riesce a organizzare la materia trattata in maniera abbastanza autonoma, come dimostrano la sostanziale unità tematica di almeno alcuni gruppi di libri (la terza decade, per esempio, interamente dedicata alla seconda guerra punica) e la tendenza per cui Livio, come anche altri storici prima di lui, attribuisce agli eventi uno spazio maggiore man mano che essi si avvicinano all età a lui contemporanea (à p. 582). Del resto nella Praefatio lo stesso storico afferma che i suoi lettori nutriranno maggior interesse per gli eventi più vicini che per quelli delle lontane origini della città: «non dubito che alla maggior parte dei lettori offrirà scarso diletto il racconto delle prime origini e dei fatti più vicini alle origini, per la fretta di giungere a questi ultimi eventi, in cui le forze del popolo da lungo tempo già dominante da sé stesse si consumano (Prae­fatio 4, trad. L. Perelli à T2). Livio adotta liviana, pubblicati gradualmente in decadi o pentadi, dovevano raccontare con un approccio annalistico la storia di Roma dalla fondazione fino all epoca dell autore. Testo PLUS Morte e apoteosi di Romolo conservati solo 35 libri, di ampiezza crescente; il contenuto dei restanti si ricava dalle Perìochae, riassunti del III-IV secolo d.C., basati a loro volta su sintesi precedenti. l impostazione annalistica della storiografia romana delle origini, ma dà unità tematica ad alcuni gruppi di libri e concede maggiore spazio agli eventi più recenti. 583