L autore Livio Fino a noi La fortuna di Livio Livio, storico autorevole e inesauribile fonte di eventi storici. Il successo tra i contemporanei Livio gode di grande fama e fortuna mentre è ancora in vita, come testimonia l aneddoto riferito da Plinio il Giovane, citato sopra (à p. 583), sullo spagnolo che sarebbe venuto a Roma al solo scopo di incontrarlo. Il successo dei libri Ab Urbe condita determina, già a partire dal I secolo d.C., la diffusione di epitomi, che a poco a poco sostituiscono l opera originale soprattutto nell uso scolastico, anche se ancora nel IV secolo d.C. l oratore e senatore Quinto Aurelio Simmaco (ca 340-402 d.C.), che soprattutto negli ultimi anni di vita si dedica agli studi filologici, ne cura un edizione integrale. Grande lettore di Livio è Agostino di Ippona (354-430 d.C.), il più importante dei Padri della Chiesa, che, in particolare nel De civitate Dei, polemizza con lo storico latino e con la sua idea dell immortalità dell Impero romano. Livio nel Medioevo: le citazioni dantesche e il codice di Petrarca Nel Medioevo, a causa della sua enorme estensione, il testo di Livio circola soprattutto in forma di epitomi e riassunti, e questo determina la perdita di numerose parti dell opera, tra cui, come abbiamo visto, intere decadi. L autorevolezza dello storico rimane, comunque, assai grande, come dimostrano, per esempio, le numerose citazioni dantesche, che pure talvolta appaiono non del tutto fedeli, tanto che si è ipotizzato che Dante (1265-1321) abbia avuto a disposizione, appunto, un epitome liviana oppure solo per un breve periodo il testo delle decadi, poi richiamato alla memoria a distanza di tempo. Celebre è il modo in cui lo storico è citato nel De Monarchia (II, iii, 6): «gestorum Romanorum scriba egregius ; e soprattutto nell Inferno (XXVIII, 12): «Livio [ ] che non erra (nel Medioevo Livio è infatti ritenuto una fonte di sicura attendibilità). Un operazione di carattere filologico compie invece Francesco Petrarca (1304-1374), riunendo per la prima volta in un solo codice le decadi superstiti e correggendone il testo con le sue congetture o collazionando altri manoscritti: l edizione petrarchesca ha grande fortuna, tanto da configurare una vera e propria riscoperta di Livio, ed è utilizzata da Boccaccio per un volgarizzamento. Petrarca si serve di Livio anche come fonte del suo poema in latino Africa, incentrato sulla figura di Publio Cornelio Scipione, il vincitore di Zama; a Livio indirizza inoltre una delle sue Familiares, nella quale si rammarica per la perdita della maggior parte della sua opera. L Umanesimo e il commento di Machiavelli alla prima decade In epoca umanistica Livio diviene un vero e proprio punto di riferimento e persino un oggetto di culto per intellettuali, eruditi e soprattutto storici. Emblematico è il caso del poeta e umanista Antonio Beccadelli, detto il Panormita (1394-1471), che impegna addirittura un podere per poter acquistare un codice dello storico latino e porta a Napoli in dono al re Alfonso V d Aragona un braccio del suo presunto corpo, ritrovato a Padova. Livio costituisce il modello di Leonardo Bruni (1370-1444) e Poggio Bracciolini (1380-1459), entrambi autori di opere storiche sulla repubblica fiorentina, in prosecuzione l una dell altra. Ed è, inoltre, l autore per eccellenza di Niccolò Machiavelli (1469-1527): nessuno scrittore è infatti tanto amato, studiato e utilizzato dal cancelliere fiorentino come lo storico latino, di cui Machiavelli predilige la prima decade, commentandola nei suoi Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, la sua opera più importante insieme al Principe. Nella speranza che un giorno l Italia si sarebbe 591