L ET DI AUGUSTO Analisi del testo Il più riuscito ritratto liviano Questo celeberrimo ritratto costituisce una delle pagine di maggior impegno letterario dell opera di Livio, che in genere preferisce invece presentare i propri personaggi gradualmente, nello sviluppo delle loro azioni. Se la fonte storiografica di Livio è molto probabilmente il greco Polibio (II secolo a.C.), il modello letterario a cui si ispira è piuttosto Sallustio: non si può fare a meno di notare come, al pari di Catilina (il cui ritratto è tracciato in De Catilinae coniuratione 5), Annibale sia un personaggio che riunisce in sé grandi virtù e altrettanto grandi vizi. Nella prima parte del capitolo Livio si concentra sulle straordinarie qualità del Cartaginese: in primo luogo la sua indole versatile, capace di adattarsi tanto all obbedienza quanto al comando, che lo rende caro sia ai soldati sia al comandante. Vengono poi l audacia e il consilium, presentati in due coordinate asindetiche (rr. 8-9): le due virtù appaiono complementari nel comandante, intrepido nell osare, ma prudente nel pieno dell azione. Segue poi una grandissima capacità di sopportazione, che lo rende insensibile alle primarie esigenze fisiche: caldo e freddo, fame e sete, e persino il sonno, sono dominati da una ferrea disciplina. Ma anche nel male Annibale sembra non avere misura: se Livio gli attribuisce tutte le qualità negative del popolo cartaginese secondo il pregiudizio romano, gli aggettivi che accompagnano i singoli vizi ne sottolineano l eccezionalità; così la crudeltà è inhumana (r. 17), la slealtà plus quam Punica (rr. 17-18) e in lui manca anche la più piccola traccia di sentimento o timore religioso. In pratica l Annibale di Livio racchiude in sé la negazione di tre valori fondamentali della civiltà romana: l humanitas, la fides e la pietas; Scipione sarà presentato, invece, come il suo completo opposto, incarnando in modo esemplare tali virtù. L Annibale di Polibio e di Cornelio Nepote Per rendersi conto dell originalità e, in un certo senso, della parzialità del ritratto che Livio delinea di Annibale, è utile porlo a confronto con il giudizio che del condottiero cartaginese aveva dato Polibio, che peraltro, come abbiamo detto, è una delle principali fonti liviane. Lo storico greco non crede alla crudeltà di Annibale, attribuendo le sue decisioni più spietate alle circostanze oppure al consiglio degli amici, e comunque non ritiene si possa pronunciare un giudizio univoco sul Cartaginese: «Alcuni ritengono [ ] che egli sia stato eccessivamente crudele, altri lo giudicano avaro. In verità non è facile esprimere giudizi equi su di lui come su chiunque altro si sia occupato di pubblici affari. Si suole credere che la natura degli uomini si riveli nelle circostanze, nella buona fortuna e nelle difficoltà: secondo me questa opinione non corrisponde al vero, poiché i comandanti sono spesso costretti dal consiglio degli amici o dal mutare delle circostanze a parlare e ad agire in modo contrario alla loro natura (Storie IX, 22, 8-10, trad. C. Schick). Un ritratto più equilibrato di Annibale è fornito anche, a Roma, dal biografo Cornelio Nepote (ca 10032 a.C.), che omette completamente di menzionare i vizi del comandante, del quale traccia, piuttosto, un ammirato elogio: «Se è vero, ciò di cui nessuno dubita, che il popolo romano ha superato in valore tutte le genti, non si può negare che Annibale di tanto abbia primeggiato in sagacia fra tutti gli altri condottieri, quanto il popolo romano eccelle per forza d animo su tutte le nazioni. Infatti tutte le volte che Annibale affrontò i Romani in Italia, sempre ne risultò vincitore. E se in patria non fosse stato indebolito dal malanimo dei suoi concittadini, a quanto sembra avrebbe potuto batterli definitivamente (Annibale I, 1-2, trad. L. Canali). Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Che cosa vuole dire Livio con l espressione Dein brevi effe cit ut pater in se minimum momentum ad favorem conciliandum esset (rr. 3-4)? 2. Annibale, il grande nemico di Roma, viene presentato attraverso lo schema del cosiddetto ritratto paradossale : vizi e virtù, qualità positive e negative sono giustapposte al fine di delineare una personalità ambigua, controversa, contraddittoria. Riassumi in maniera schematica le virtù e i vizi del condottiero cartaginese. Che relazione c è tra le caratteristiche di Annibale e quelle degli eroi romani di età repubblicana citati altrove da Livio, come, per esempio, Orazio Coclite (à T12)? 640