L ET IMPERIALE in breve LEZIONE TRECCANI Petronio e il genere romanzesco 1. La vita L autore del Satyricon Petronius Arbiter Petronio è il nome dell autore a cui alcuni fra i manoscritti superstiti sarebbe un certo attribuiscono la paternità del Satyricon, una delle opere più singolari di tutta la letteratura laPetronius Arbiter, tina. Incerta è l effettiva identità di questo personaggio: i codici, infatti, si limitano a indicare identificato con un Gaius un certo Petronius Arbiter, senza fornire ulteriori informazioni. Sulla base dell appellativo arPetronius ritratto da Tacito alla corte biter, verso la fine del Cinquecento si è proposto di riconoscere in costui quel Gaius Petronius di Nerone, menzionato cortigiano di Nerone che negli Annales di Tacito viene definito arbiter elegantiae ( maestro da Plinio il Vecchio di raffinatezza ) per il suo stile di vita particolarmente ricercato (à vedi sotto). Questo pere Plutarco come Titus Petronius. sonaggio, sia pur con il praenomen Titus anziché Gaius, sarebbe il medesimo Petronius che, secondo quanto scrive Plinio il Vecchio nella sua Naturalis historia, in punto di morte avrebbe distrutto una preziosissima tazza affinché non divenisse proprietà di Nerone; il fatto che il prenome Titus sia adoperato anche dallo scrittore greco Plutarco fa ritenere che Gaius sia, in realtà, una lezione errata. Il Petronius arbiter La testimonianza degli Annales Secondo il racconto di Tacito, Petronio sarebbe stato un elegantiae descritto da personaggio estremamente colto e raffinato, dotato di grande classe ed eleganza, capace Tacito è un personaggio di vivere con leggerezza, ma anche di assolvere con efficienza ai propri incarichi pubblici: ligio al dovere (in qualità avrebbe, infatti, rivestito nel 64 d.C. la carica di proconsole in Bitinia, regione dell Asia Midi proconsole in Bitinia nel 64 d.C.) ma anche nore affacciata sul Mar Nero, dimostrando buone capacità amministrative. La sua stessa fine raffinato ed eccentrico sarebbe emblematica del suo stile di vita: sospettato, non si sa se a torto o a ragione, di essere (emblematica è la sua coinvolto nella congiura di Pisone contro l imperatore Nerone (à p. 32), Petronio avrebbe morte in una sorta di parodia del suicidio deciso di suicidarsi pur di non vivere nell attesa di una probabile condanna a morte. Tastoico). gliatosi le vene durante un banchetto, riuscì, fasciandosi parzialmente le ferite, a rallentare VIVA VOX PETRONIO, ARBITER ELEGANTIAE Nel 65 d.C., grazie alla denuncia di uno schiavo, Nerone scopre l esistenza di una congiura contro di lui, nota come congiura dei Pisoni per via del principale protagonista, Gaio Calpurnio Pisone, influente senatore appartenente alla gens Calpurnia. Tigellino, prefetto del pretorio, riceve dall imperatore il compito di sventare il complotto e punire con la morte i congiurati. Molti fra i personaggi più in vista dell epoca cadono vittima della repressione, sia perché direttamente coinvolti, sia perché semplicemente considerati sospetti: fra le vittime vi sono Lucio Anneo Seneca (à p. 57), Marco Anneo Lucano (à p. 182), Flavio Scevino, e lo stesso Petronio. Di quest ultimo, lo storico Tacito (Annales XVI, 18-19) compone un interessante ritratto, che offre preziose informazioni per l identificazione del personaggio e per la sua caratterizzazione. Per quanto riguarda C. Petronio devo richiamarmi a cose già dette precedentemente. Egli, infatti, trascorreva le giornate dormendo, le notti, invece, dedicava alle opere e ai piaceri, in modo che quella rinomanza che altri acquistava- 218 no con l attività egli l acquistava con l ozio indolente. Non era giudicato né un crapulone né un dissipatore, come i più che profondano i propri averi, ma era ritenuto uomo di vita raffinata, gaudente. Le sue parole e i suoi atti quanto più erano liberi e mostravano una tal quale disinvolta indifferenza, con tanta maggiore simpatia erano accolti, come espressioni di schietta semplicità. Ciò nonostante, come proconsole in Bitinia e più tardi console, apparve pieno d energia ed in tutto all altezza del suo compito. In seguito, sia che fosse realmente ripiombato nei vizi o che soltanto si atteggiasse a uomo vizioso, fu ammesso nel circolo dei pochi intimi di Nerone, tra i quali divenne arbitro di ogni raffinatezza1 al punto che il principe, pur in mezzo al fasto, nulla riteneva che fosse dolce o voluttuoso, se non ciò che Petronio trovava degno di approvazione. Da tutto ciò nacque l odio di Tigellino che lo avversava quasi fosse un rivale, e ben più valente di lui nella profonda conoscenza di ogni voluttà. Tentò, dunque, Tigellino di provocare nel principe la crudeltà che in lui prevaleva su tutte le altre passioni e, accusando Petronio di essere stato amico di 1. arbitro di ogni raffinatezza: in latino elegantiae arbiter.