Dottore di ricerca in Filologia greca e latina, Francesco Ursini insegna Letteratura latina all’Università “La Sapienza” di Roma e collabora da oltre dieci anni con l’Istituto della Enciclopedia Italiana. Si è occupato soprattutto di Ovidio (Metamorfosi, Fasti e Tristia), di poesia pseudoepigrafa (Consolatio ad Liviam) e della fortuna del classico nella letteratura italiana (Dante e Carducci) e nella cultura occidentale contemporanea. È autore di numerosi articoli e volumi. Il suo ultimo libro è Una poetica della dissimulazione. Verità e finzione nelle Metamorfosi e nelle altre opere ovidiane (2021).

Francesco Ursini

Dottore di ricerca in Filologia greca e latina, Francesco Ursini insegna Letteratura latina all’Università “La Sapienza” di Roma e collabora da oltre

Tua vivit imago, frutto della collaborazione con Treccani, si distingue per un profilo didattico bilanciato, mirato a soddisfare le esigenze di studenti e studentesse attraverso un'organizzazione dei contenuti chiara e funzionale. Alle agili unità di contesto storico e letterario si alternano quelle più ricche sui grandi autori. Ogni testo antologizzato è accompagnato da un ampio commento per favorire lo studio autonomo. La filosofia del corso si concentra sul dialogo con gli studenti e sul mostrare l’attualità e la funzionalità dei classici, evidente nelle aperture, nelle rubriche Fino a noi e negli esercizi di Competenze attive. Gli esercizi legati ai box Repetita iuvant offrono momenti di ripasso grammaticale contestualmente alla lettura dell’antologia. Le Palestre delle competenze permettono di esercitarsi nella traduzione, comprensione e analisi di testi letterari, preparando efficacemente ragazzi e ragazze per la prima prova d’Esame.

L’ETÀ IMPERIALE

IL CONTESTO STORICO - L’età giulio-claudia

1. Dopo Augusto

2. Tiberio

VERBUM DE VERBO - Sacrosanctus

3. Caligola

4. Claudio

PLUS - Le lettere claudiane

5. Nerone

PLUS - Rinnovamento dei costumi vs tradizione

INTRECCI CINEMA - Quo vadis?: dal best seller al kolossal

Verifica delle conoscenze

PATRIMONIO DI IERI E DI OGGI - La Domus Aurea

PALESTRA DELLE COMPETENZE

IL CONTESTO LETTERARIO - La letteratura sotto i Giulio-Claudii

1. Il contesto culturale

2. La produzione letteraria

LA PROSA

La storiografia

Opere tecnico-didascaliche

Le declamazioni

LA POESIA

La poesia didascalica

La poesia bucolica

3. Gli autori

FEDRO

La vita

L’opera

T1 LAT - Il prologo programmatico delle Fabulae

T2 LAT - Due esempi di avidità puniti

PERSIO

Lo stile

T3 LAT ITA - Un manifesto in choliambi

VERIFICA DELLE CONOSCENZE

La sintesi

La mappa

L’AUTORE - Seneca

1. La vita

VIVA VOX - LA MORTE DI SENECA NARRATA DA TACITO

INTRECCI ARTE - L’iconografia: il vero e il falso Seneca

2. I Dialoghi

DE PROVIDENTIA – LIBRO I

DE CONSTANTIA SAPIENTIS – LIBRO II

DE IRA – LIBRI III, IV, V

LE CONSOLAZIONI – LIBRI VI, XI, XII

DE VITA BEATA – LIBRO VII

DE OTIO – LIBRO VIII

DE TRANQUILLITATE ANIMI – LIBRO IX

DE BREVITATE VITAE – LIBRO X

PLUS - Gli esempi storici

3. I trattati

DE CLEMENTIA

DE BENEFICIIS

NATURALES QUAESTIONES

4. Le Epistole a Lucilio

5. Le tragedie

6. Apokolokỳntosis

7. Opere perdute: scienza e morale

PLUS - Un apocrifo celebre: l’epistolario fra Seneca e san Paolo

8. I temi

IL SAGGIO E GLI STOLTI

IL DESTINO E LA MORTE

INTRECCI FILOSOFIA - Seneca e lo stoicismo

IL TEMPO

LE PASSIONI

9. Lo stile

Fino a noi - La fortuna di Seneca

I TESTI

L’INCONTRO CON L’AUTORE

T1 LAT ITA - Solo il tempo è nostro

I Dialoghi

T2 LAT - Il discorso del dio all’uomo sul perché del male

T3 LAT - Aspetto terribile dell’irato

T4 LAT ITA - Come consolare la propria madre

T5 LAT ITA - Quanto tempo perdiamo

T6 ITA - Confessioni di un nobile stressato

T7 LAT ITA - Bisogna pur divertirsi ogni tanto

I trattati

T8 ITA - Vivere “sotto i riflettori”: i doveri del sovrano

PLUS - Il De clementia e la tradizione dello speculum principis

T9 LAT - Tutti sono ingrati, perfino la patria

T10 ITA - La fine del mondo

Le Epistole a Lucilio

T11 LAT - Gioie e dolori della vecchiaia

T12 LAT ITA - Come concentrarsi in una casa rumorosa

T13 LAT ITA - Seneca e l’eutanasia

T14 ITA - Contro i desideri inopportuni

T15 LAT ITA - La commedia della vita

Fino a noi - Seneca, Lucrezio e l’uomo contemporaneo

PLUS - Attori stolti e attori saggi (ancora sul destino)

T16 LAT - Paolina, moglie amatissima

T17 LAT - Bisogna accettare il proprio destino

La satira

T18 ITA - La presentazione di Claudio

Le tragedie

T19 ITA - La corona di Tieste

T20 ITA - L’agnizione di Tieste

T21 ITA - Èdipo si strappa gli occhi

Configurazioni del corso

Treccani Emporium

Relazione d'adozione

Web TV - video e webinar

edulia Treccani Scuola

L ET  IMPERIALE Petronio I TESTI L incontro con l autore latino italiano T1 Un accesa discussione (Satyricon 57, 1-6) 231 Scene di vita vissuta La vivida descrizione del quotidiano è forse la caratteristica più accattivante del Satyricon. Dalle pagine di quest opera emerge, infatti, uno spaccato della vita di tutti i giorni che non trova luogo in altri autori della letteratura latina, più vicini a temi e scene stereotipati. Attraverso una sapiente rappresentazione di personaggi e situazioni, Petronio gioca con il proprio pubblico e lo diverte, presentando, in un vero e proprio gioco di specchi, un imitazione letteraria della real­tà. italiano T2 Trimalcione fa il suo ingresso (Satyricon 26, 7-10; 27, 1-6) 234 latino italiano T3 Un ingresso in stile (Satyricon 28-29) 237 latino italiano T4 Gente davvero singolare (Satyricon 37-38) 242 italiano T5 La cena (Satyricon 31, 3-36; 40-41; 47, 8-11; 49-50, 1) 247 italiano Vox populi (Satyricon 41, 9-45, 6)  Testo PLUS latino Un originale lotteria (Satyricon 56, 7-56, 10)  Testo PLUS italiano T6 Un epico guazzabuglio (Satyricon 59, 2-7; 60, 1-3) italiano L arrivo a Crotone (Satyricon 116)  254 Testo PLUS Il piacere del racconto La trama del Satyricon è arricchita da novelle che, allontanandosi dalla linea narrativa principale, spezzano l intreccio principale e alleggeriscono il racconto. Si tratta, infatti, di storielle che mirano a divertire il pubblico facendo leva su temi particolarmente accattivanti e di gusto popolare. latino T7 Un invenzione straordinaria (Satyricon 50, 7; 51, 1-5) 256 latino italiano T8 Che spavento! (Satyricon 62-63) 259 italiano T9 La matrona di  feso (Satyricon 111-112) 264 latino italiano PALESTRA DELLE COMPETENZE T10 Trimalcione umilia gli schiavi (Satyricon 34, 1-5) 230 268 

L INCONTRO CON L AUTORE T1 Un accesa discussione   tratto da Satyricon 57, 1-6 latino italiano Questo brano, tratto dalla sezione del Satyricon nota come Cena Trimalchionis, ci moAudio stra gli elementi principali della scrittura petroniana: nel riprodurre lo scontro verbale (di LETTURA cui riportiamo un estratto) fra Ascilto e il liberto Ermerote, uno dei commensali presenti, Petronio ricorre a una serie di elementi che appartengono al linguaggio parlato: non solo proverbi ed espressioni colloquiali che sono la caratteristica principale del registro linguistico popolare, ma anche parole e temi tipici della lingua bassa. In particolare, l insistenza di Ermerote sulla propria rispettabilità e sul fatto che se l è duramente meritata è un tratto tipico dei liberti del Satyricon, ex schiavi che hanno fatto fortuna e si sono arricchiti, riuscendo a conquistarsi una posizione nella società. 5 1. Ceterum Ascyltos, intemperantis licentiae, cum omnia sublatis manibus elude ret et usque ad lacrimas ride ret, unus ex conlibertis Trimalchionis excanduit, is ipse qui supra me discumbebat, et: «Quid rides , inquit, «berbex? 2. An tibi non placent lautitiae domini mei? Tu enim beatior es et convivare melius soles. Ita Tutelam huius loci habeam propitiam, ut ego si secundum illum discumberem, iam illi balatum clusissem. 3. Bellum pomum, qui rideatur alios; larifuga nescio quis, nocturnus, qui non valet lotium suum. 1. Ma poiché Ascilto, di un intemperanza sfrenata, si sbracciava a burlarsi di tutto e piangeva a forza di ridere, uno dei liberti, amico di Trimalcione, si scaldò: «Che ci hai da ridere, babbeo! 2. Non ti piacciono i lussi del mio signore? Tu infatti te la passi meglio e sei avvezzo a offrire banchetti migliori. Che il nume tutelare di qui mi assista, se gli stavo vicino a quello, glielo avrei già tappato quel forno che bela. 3. Bel fico lui che ride degli altri. Un vagabondo che chi lo conosce? Un grassatore che non vale il suo piscio. [ ] Boiaccia miseria, non 1. Ceterum Ascyltos  berbex? Ascyl­ tos: questo nome della seconda declinazione presenta al nominativo e accusativo singolari le forme in -os e -on (in luogo di -us e -um), modellate sulle corrispondenti forme della declinazione greca. Il nome sembra essere una creazione petroniana a partire dall aggettivo greco àskyltos,  instancabile , da intendere quindi come un riferimento alla licentia intemperans ( sfrenata indisciplina ) del personaggio. cum: regge entrambi i congiuntivi, elude ret e ride ret. sublatis manibus: lett.  con le mani sollevate verso l alto : è un espressione che indica un gesto tipico della preghiera, che Ascilto sbeffeggia. excanduit:  si scaldò , perfetto indicativo del verbo excandesco,  inizia a riscaldarsi  (solitamente con riferimento all ira). is ipse qui supra me discumbebat: l espressione, LINGUAGGIO POPOLARE Petronio caratterizza realisticamente i suoi personaggi attraverso un linguaggio popolare sia dal punto di vista fonetico (come nel caso della lenizione consonantica in berbex) sia da quello del registro linguistico, che presenta frequenti espressioni colloquiali. ESPRESSIONI FORTI Il rifiuto dell artificialità letteraria si concretizza anche nella presenza, nell opera di Petronio, di espressioni forti e triviali. Questa scelta, che ha per molto tempo costituito un pericolo per la trasmissione dell opera, arricchisce il quadro di aderenza al vero che costituisce una delle sue caratteristiche fondamentali. che significa letteralmente  proprio questo che era sdraiato al di sopra della mia posizione , non è tradotta nella versione italiana di Luca Canali, qui proposta. L accumulo* di pronomi determinativi è tipico del parlato (à p. 226); la locuzione supra me si riferisce alla posizione dei commensali sui triclini, sui quali erano sdraiate (discumbere) più persone, una vicina all altra. berbex: forma popolare di vervex,  caprone , dovuta a lenizione della consonante v (confronta il francese brébis, l italiano  berbìce  e il romeno berbec). 2. An tibi  balatum clusissem do­ mini mei: dominus diventa una formula di cortesia impiegata fra uomini liberi; l appellativo diventerà molto diffuso nella tarda latinità, fin poi nelle lingue romanze. Tutelam huius loci: la Tutela (o Genius) loci è la divinità che garantisce la protezio- ne di un luogo (in italiano  nume tutelare ). si  discumberem: protasi di un periodo ipotetico dell irrealtà; secundum illum è da intendere in relazione alla posizione sul triclinio,  dopo di lui  (supra me nel periodo precedente, rr. 3-4). balatum: il sostantivo della quarta declinazione bala­ tus indica il verso delle pecore o delle capre; questa frase letteralmente andrebbe tradotta  interromperei a lui il belato , ma con una traduzione più libera si cerca di restituire più efficacemente il livello colloquiale dell espressione. 3. Bellum pomum  Ridet! Bellum pomum: nota, qui, l aggettivo bellus nel senso corrispondente all italiano in luogo della forma pulcher. larifuga: composto da lar + fuge re,  fuggire i Lari , le divinità protettrici della casa, da cui il significato di  vagabondo . 231 

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