Il romanzo I romanzi ellenistici Dei romanzi ellenistici si conosce quasi sempre l autore, con l eccezione di quello che viene considerato il più antico romanzo greco superstite, cioè il frammentario Romanzo di Nino, sulla storia del re assiro Nino e del suo amore per la cugina Semiramide, composto all incirca nel I secolo a.C. I restanti romanzi hanno tutti un autore definito: Le avventure di Chèrea e Callìroe di Caritone; Leucippe e Clitofonte di Achille Tazio; Le avventure pastorali di Dafni e Cloe di Longo Sofista; Abròcome e Anzia di Senofonte Efesio; e, infine, Le Etiopiche di Eliodoro (à vedi sotto). Questi romanzi sono distesi su un arco cronologico che va dal I secolo a.C. sino al IV secolo d.C. (anche se la cronologia dei singoli autori è molto incerta). La trama segue in genere un canovaccio fisso: due giovani amanti, spesso di origine nobile o regale, entrambi dotati di eccezionale bellezza, vedono il loro amore minacciato da un antagonista o da una serie di sciagurate vicissitudini, tra le quali addirittura la morte (apparente) di uno dei due. Alla fine, tuttavia, la coppia si ricompone e, ravvedutosi o eliminato l antagonista, i due giovani possono amarsi sen- Jean-Pierre Cortot, Dafni e Cloe, 1827. Parigi, Museo del Louvre. za ostacoli. uno scheletro di trama che, dal punto di vista tipologico, ricorre spessissimo anche nella narrativa orale: le fiabe, in particolare, presentano numerosi esempi di narrazioni basate su questo archetipo letterario e psicologico. L abilità dello scrittore consisteva nella capacità di variare gli eventi e le ambientazioni: si poteva optare per l esotismo (è il caso delle Etiopiche) o per l ambiente pastorale reminiscente della poesia bucolica (come nel romanzo di Longo Sofista). Si tratta di un tipo di produzione letteraria vicino alla nostra letteratura di intrattenimento: il lettore desiderava anzitutto svagarsi e farsi sorprendere. A differenza di quanto avveniva con la grande letteratura dei secoli precedenti (pensiamo, per esempio, all epica e al teatro tragico), la produzione e il consumo dei romanzi non si iscrivono più all interno di una pluralità di ascoltatori; il rapporto si fa unidirezionale: lo scrittore parla al lettore, il quale, preliminarmente, domanda all autore non più il suo contributo alla riflessione etica, politica o spirituale sebbene non manchino le interpretazioni in chiave religiosa e misterica , ma il solo piacere estetico e intellettuale che deriva dalla lettura delle storie raccontate. IL ROMANZO A ROMA Petronio, Apuleio e l eredità della Fabula Milesia A Roma ebbe particolare diffusione il romanzo di carattere umoristico, libertino e osceno. Abbiamo per esempio notizia, grazie a Ovidio (Tristia II, 443-444), di una traduzione fatta da Sisenna, quasi certamente da identificare con lo storico Lucio Cornelio Sisenna (II-I secolo a.C.), delle Fabulae Milesiae di Aristide di Le Etiopiche di Eliodoro Il romanzo di Eliodoro, variamente datato tra il III e il IV secolo d.C., racconta la storia del nobile tessalo Teàgene, che incontra a Delfi, presso l oracolo di Apollo, Cariclèa, figlia del re di Etiopia, affidata al sacerdote di Apollo perché nata con la pelle bianca: i due giovani si innamorano a prima vista e decidono di fuggire insieme, ma vengono catturati da un gruppo di briganti per poi finire nelle mani degli Etiopi, che decidono di ucciderli in un sacrificio umano; Cariclèa però si fa riconoscere come principessa, i sacrifici umani vengono aboliti e i due giovani si sposano e divengono sacerdoti di Elios e di Selene. Il romanzo mostra bene l importanza che l elemento religioso accanto a quello prettamente avventuroso e, nel caso specifico, all ambientazione esotica riveste almeno in alcuni dei romanzi ellenistici. Notevole, inoltre, è la fortuna esercitata dalle Etiopiche dal Rinascimento (l infanzia di Clorinda nella Gerusalemme liberata di Torquato Tasso) fino all Ottocento (l Aida di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni). 277