L ET IMPERIALE in breve nel 48 d.C. Claudio, ritenendola una minaccia, la fa condannare a morte assieme a diversi esponenti della corte. L anno successivo il princeps sposa Giulia Agrippina, sorella di Caligola. Nonostante Claudio abbia già un figlio, Tiberio Claudio Cesare Britannico, Agrippina lo induce ad adottare Lucio Domizio Enobarbo, figlio da lei avuto in un precedente matrimonio. Il princeps adotta il ragazzo nel 50 d.C. e quest ultimo prende il nome di Nerone Claudio Cesare. L obiettivo di Agrippina è garantire al figlio la successione; per educarlo nel migliore dei modi, ha fra l altro convinto l imperatore a richiamare Seneca dall esilio. Quando Claudio muore, nel 54 d.C., molti nutrono il sospetto che sia caduto vittima di un complotto ordito proprio dalla moglie. 5. Nerone Nerone diventa princeps Un giovane princeps con tre reggenti A quarant anni dalla morte di Augusto, il princia diciassette anni, pato è ormai cambiato in maniera radicale: il complesso equilibrio fra tradizione e innovae all inizio il potere zione costruito dal primo princeps ha gradualmente ceduto il passo a una forma di governo è gestito con equilibrio che è di fatto una monarchia a carattere dinastico, resa tuttavia instabile dall indetermida Seneca, Burro e Agrippina. natezza di un meccanismo ereditario mai esplicitamente formalizzato, e che per questa raPoi l imperatore rivendica gione è soggetto alle trame dei vari gruppi di potere legati alla famiglia imperiale. L ascesa la sua autonomia, al principato di Nerone (54-68 d.C.), figlio di Agrippina, esprime con precisione queste e nel 59 d.C. fa uccidere la madre. nuove dinamiche: erede di Claudio assieme al fratellastro Britannico, grazie all appoggio di membri autorevoli della corte, fra i quali il prefetto del pretorio Sesto Afranio Burro, Nerone ottiene l acclamazione dei pretoriani e la ratifica, pressoché scontata, del Senato. Britannico, estromesso dalla successione, viene eliminato nel 55 d.C. A causa della giovane età del princeps (nel 54 a.C. Nerone ha diciassette anni), il potere è di fatto gestito da Seneca, Burro e Agrippina; costoro, per rafforzare la propria posizione, fanno ampio ricorso alla retorica dell equilibrio del princeps e della mediazione fra i suoi poteri e quelli del Senato, richiamandosi apertamente ad Augusto e al suo buongoverno. Si tratta, ancora una volta, di una scelta emblematica del nuovo carattere della figura imperiale: dotato di un potere pressoché assoluto sulla res publica, il princeps deve confrontarsi con una nobiltà che auspica, attraverso il richiamo ai valori repubblicani tradizionali, maggior moderazione ed equilibrio, e soprattutto condivisione delle scelte di governo (à p. 66). Dopo pochi anni, però, Nerone comincia a pretendere per sé una maggior indipendenza, scontrandosi duramente con la madre Agrippina, tanto che nel 59 d.C. la fa uccidere. La morte di Burro nel 62 d.C. aumenta ulteriormente la sua autonomia, anche perché Seneca si ritira a vita privata (à p. 56). In quello stesso anno, Nerone divorzia da Claudia Ottavia, figlia di Claudio, poi imprigionata e fatta assassinare; la vicenda della giovane, appena ventenne, ispira l Octavia, una tragedia pseudo-senecana che costituisce l unica praetexta conservata (à p. 71). Nerone regna Fuoco e fiamme Il principato di Nerone è segnato anche da un altro, celeberrimo, episoda despota: sfrutta dio: nel 64 d.C. un terribile incendio devasta la quasi totalità dell Urbe. Il principe affronta a proprio vantaggio con sollecitudine la catastrofe, fornendo assistenza ai cittadini e impegnandosi in un piano l incendio del 64 a.C. di ricostruzione ispirato a criteri urbanistici razionali, con l adozione di una serie di accorgie costringe al suicidio intellettuali come Seneca. menti antincendio (per esempio, vengono imposti l uso di materiali refrattari, la costruzione Muore a sua volta di muri tagliafuoco, il rispetto di una distanza minima di sicurezza fra gli edifici). I costi della suicida dopo una rivolta ricostruzione, però, provocano un aumento delle tasse, con conseguente esplosione del malgenerale, mettendo fine alla dinastia contento nei confronti dell imperatore, il quale peraltro costruisce proprio in quegli anni, Giulio-Claudia. nella zona distrutta dall incendio, una lussuosa residenza per sé, la Domus Aurea (à p. 34). 30