Scena d amor cortese tra una dama e un cavaliere, XIV sec., Codice Manessiano. La passione romantica Caravaggio, Amor vincit omnia (Cupido), 1602. Elementi tipici della tradizione cortese e dello Stilnovo si ritrovano nel Canzoniere di Francesco Petrarca (1304-1374), che accentua nelle sue liriche la profondità dell introspezione psicologica. Laura, donna bellissima e irraggiungibile, suscita nel suo animo una fortissima lacerazione tra desiderio amoroso e impossibilità di appagarlo ( T2, p. 142): a combattersi, senza conciliazione, sono le seduzioni dell amore terreno e la morale cristiana, che porta il poeta a condannare le proprie debolezze e la propria incapacità di dedicarsi completamente alla vita spirituale. Lungo i secoli, i poeti approfondiscono il lato emotivo dell amore, analizzato in tutti i suoi effetti. In particolare, nell Ottocento, il Romanticismo valorizza la forza travolgente della passione come esperienza inquieta e spesso tragica. Tipico dell immaginario romantico è l uomo che si aggira solitario per paesaggi naturali in tumulto: scogliere, montagne, lande ventose e inospitali... La tempesta che muove gli elementi è la stessa che ruggisce nell animo, scatenando un indomabile struggimento, che spesso conduce alla pazzia o alla morte. 3. GLI AMORI NEL NOVECENTO Vivere e perdere l amore 136 Nel Novecento la tematica amorosa rimane centrale nel discorso poetico dando vita a interpretazioni, letture ed esperienze molto diverse tra loro. Il gusto per una poesia che aderisca al vissuto e rappresenti in modo fedele l esperienza autobiografica privilegia la riscoperta degli affetti privati e della dimensione coniugale: ciò è visibile in poeti, pur molto diversi tra loro, come Umberto Saba (1883-1957) ed Eugenio Montale (1896-1981, T6, p. 158). In altri casi affiora invece la difficoltà di godere appieno del sentimento e prevalgono dunque temi e suggestioni quali la solitudine, l incomunicabilità tra gli amanti, il senso di perdita inguaribile dovuto allo scorrere del tempo, come avviene nelle poesie di Antonia Pozzi (1912-1938, T3, p. 148).