Giuseppe Ungaretti SPECCHI di CARTA Essere altrove. una tentazione sempre viva nella nostra mente, un richiamo che si fa irresistibile quando le cose non vanno come devono, o viviamo un esperienza drammatica. Ecco allora che in noi sale spontanea l immagine di un luogo dove siamo stati felici, o dove abbiamo vissuto momenti intensi. Un luogo, e insieme una certa luce, una stagione, la persona che ci era vicino. I tetti di Lisbona al tramonto, avvolta da una luce dorata. I passi di uno sconosciuto sotto i portici, a Bologna, mentre la neve in strada scende lentissima. Una finestra illuminata nella sera di Bruges, voci allegre, che ti danno l impressione di essere solo al mondo. Un ponte a Parigi, sulla Senna, prima dell alba, e il silenzio di una ragazza che forse ti aveva capito, che forse avevi capito. O almeno ti sembra, acquattato in una trincea a migliaia di chilometri, mentre aspetti che il tenente dia il segnale dell assalto. GUIDA ALLA LETTURA Ungaretti a Parigi Quando Ungaretti arriva a Parigi, nel 1912, si trova subito a suo agio: in giovinezza, ad Alessandria d Egitto, aveva studiato la lingua francese e il contatto con l ambiente frizzante della capitale transalpina lo galvanizza. La Parigi di allora era uno straordinario punto di raccolta dei migliori poeti, intellettuali e pittori europei: Ungaretti ha modo di conoscere e frequentare artisti come Picasso e de Chirico, letterati come Apollinaire, ma anche di intrecciare amori turbinosi. Nel 1916, soldato volontario al fronte, inevitabilmente i ricordi lo trascinano ai giorni spesi in riva alla Senna. Paura e orrore di colpo sostituiscono gioia e bellezza: nasce così il sentimento espresso sin dal titolo in questo componimento, nel quale rianima un passato recente eppure lontanissimo (nel termine nostalgia , di origine greca, convergono nostos, ritorno , e algos, dolore ). Parigi gli pare ormai un mondo agli antipodi, da tutti i punti di vista, rispetto a quello che ora vive e vede davanti agli occhi. Ciò spiega perché il poeta scelga di evocare la stagione opposta: scritta al principio dell autunno, il 28 settembre, Nostalgia mette in scena infatti la fine di una notte poco prima di primavera (v. 3). Al movimentato frastuono della prima linea si sostituisce una scena silenziosa, colta a un ora in cui di rado / qualcuno passa (vv. 4-5). Il colore del pianto Ungaretti proietta sulla città un sentimento di desolazione: il colore / di pianto (vv. 7-8) che con una sorta di sinestesia pervade Parigi è oscuro (v. 7), in contrasto con il chiarore recato dall alba incipiente. La rima perfetta pianto : canto lega la seconda strofa alla terza, nella quale l obiettivo stringe su un ponte, dove il poeta contempla l illimitato silenzio (v. 12) di una ragazza: è ancora una sinestesia, che pone in primo piano l assoluta staticità della scena, che si consuma senza un fruscio, in un atmosfera raccolta. La figura femminile resta senza volto e senza parola: un fantasma etereo, tenue (v. 14) come il ricordo che agita il poeta, restituito al tempo presente, quasi fosse una visione che lo lascia incantato, cancellando il contesto bellico, confinato all indicazione iniziale che situa la composizione a Locvizza, sul Carso. 405