Alda Merini SPECCHI di CARTA Ci sono dei giorni in cui ci pare che tutto abbia un peso insostenibile: persino tenere in mano una penna diventa un gesto faticoso. Ci sono giorni in cui vorremmo essere lontani da tutte le nostre occupazioni, liberi sotto un sole splendente, spinti da un vento formidabile. Ma non è possibile. Qualcosa un pensiero, un ricordo, un problema, un dolore, una paura ci blocca, ci avvince alla lunga pesante catena d angoscia di cui scrive Alda Merini. Occorre allora trovare quella grazia segreta sepolta dentro di noi: un sole interiore che ci scaldi, un desiderio, una passione. A quel punto tutto torna a riavere un senso, e persino la sofferenza, la reclusione, la malattia possono farsi matrice di vita. GUIDA ALLA LETTURA Come un fiore nel vento Il primo verso del componimento, di lunghezza anomala, esprime la consuetudine di un desiderio, amplificato dall apposizione nel secondo verso. L autrice ricorre alla tradizionale immagine del fiore mosso dal vento per esprimere il proprio slancio quotidiano nei confronti della vita. Subito però interviene un avversativa a soffocare questo slancio: il movimento libero è impedito da una lunga pesante catena d angoscia (v. 4). Un angoscia sommessa, non gridata, come dimostra il tono del componimento, uniforme e privo di scatti repentini, e la sintassi semplice; nonostante affiorino l inquietudine e un senso quasi di asfissia, il discorso procede tranquillamente, impaginato in quattro periodi di dimensioni simili (vv. 1-5, 6-9, 10-14, 15-19). Il sole in carcere Con il v. 6 prende forma lo spazio in cui si sviluppa la riflessione: non ci troviamo nell esterno evocato al primo verso ma in una stanza, nella quale il sole è ridotto a uno scacco (v. 8), come se provenisse da una finestra provvista di sbarre. Si tratta dunque di una situazione che allude a uno stato di reclusione, che Alda Merini come sappiamo sperimentò duramente sulla propria pelle, nei lunghi periodi passati in manicomio. Basta tuttavia quel poco di sole per scaldarle i piedi nudi (v. 9): una grazia segreta (v. 10) che non è fatta per essere ricordata e dimostra come anche la malattia possa essere matrice di vita (v. 14), far scaturire qualcosa di positivo. Ma di che si tratta? 417