Le opere minori La fama di Beccaria è legata soprattutto al trattato Dei delitti e delle pene , e possiamo affermare che anche la sua importanza nella storia della cultura (e della letteratura) è motivata sostanzialmente da questa sola opera. Tuttavia la versatilità dei suoi interessi (dall’economia alla stilistica, dalla matematica alla filosofia) testimoniata dagli altri suoi scritti contribuisce a definire il profilo del tipico intellettuale illuminista, aperto a tutti i campi del sapere. Della cultura economico-finanziaria di Beccaria è frutto la sua prima opera, scritta nel 1762 dietro consiglio di Pietro Verri: . Stampato a Lucca, il saggio tratta infatti dei problemi, discussi in quegli anni a Milano, relativi alla gestione della zecca e ai criteri con cui venivano coniate le monete. Del disordine e de’ rimedi delle monete nello stato di Milano nell’anno 1762 Lo scritto mostra già l’abilità dell’autore nel confutare le idee correnti e nel proporre misure alternative sull’argomento in discussione, come avverrà di lì a poco, sulle questioni penali, con ( p. 359). Dei delitti e delle pene ▶ Il primo saggio Negli stessi anni della stesura dei due saggi sull’argomento monetario e su quello penale, e dallo stesso ambiente – quello di casa Verri –, matura anche l’ispirazione per i che Beccaria scrive tra il 1764 e il 1766. Dimostrando notevole eclettismo, l’autore si cimenta in argomenti di varia natura: dall’esercitazione matematica contenuta nel (dedicato a un gioco di carte popolare nel Settecento) alle meditazioni ironiche e paradossali sulla filosofia del e dei ; dal rigore matematico-economico del alla scherzosa e provocatoria difesa della Crusca della (laddove il titolo si riferisce alla di Alessandro Verri del 1765,  p. 271); dalla moderna riflessione sul giornalismo contenuta in alle idee originali riguardanti lo stile esposte nel . sette articoli per il periodico “Il Caffè” Faraone Frammento sugli odori Piaceri dell’immaginazione Tentativo analitico sui contrabbandi Risposta alla rinunzia Rinunzia avanti notaio al Vocabolario della Crusca ▶ De’ fogli periodici Frammento sullo stile Gli articoli per “Il Caffè” L’argomento di quest’ultimo articolo è ripreso in un saggio scritto tra il 1767 e il 1769 e pubblicato nel 1770 (una seconda parte apparirà nel 1809): . Muovendosi nell’ambito dell’ ( p. 258), Beccaria sostiene che, nella produzione letteraria, si deve abbandonare l’aderenza a norme fisse dedotte dalle opere del passato. Riflettendo sull’arte da un punto di vista filosofico, l’autore osserva che lo scopo della letteratura è quello di suscitare il attraverso la carica immaginifica delle parole, secondo un approccio capace di produrre nel lettore : una concezione poetica, come abbiamo visto, applicata dallo stesso Beccaria nel suo capolavoro, . Ricerche intorno alla natura dello stile estetica sensista ▶ sentimento del piacere forti emozioni Dei delitti e delle pene Il trattato sullo stile A questi anni, che segnano il tentativo di una carriera di scrittore autonoma dalla tutela e dalla guida dei fratelli Verri, risale anche il progetto incompiuto del , un saggio che avrebbe dovuto unire lo studio dell’economia politica alla riflessione sull’evoluzione della civiltà e alla filosofia della Storia. Ripulimento delle nazioni Accanto agli scritti derivanti dal suo lavoro nell’amministrazione dello Stato di Milano – cospicui per quantità – va infine ricordata un’opera pubblicata postuma nel 1804 a partire da manoscritti circolati mentre l’autore era in vita. Si tratta degli , frutto delle sue lezioni di Scienze camerali alle Scuole Palatine di Milano. Elementi di economia pubblica Le opere incompiute