La produzione teatrale L’esperienza letteraria di Verga comprende anche un’interessante produzione teatrale, spesso ispirata, negli argomenti, alle trame dei suoi stessi racconti. Si tratta di lavori che contribuiscono a contrastare i residui sentimentali del teatro borghese del tempo, introducendo sulle scene un . Grande successo, in particolare, ottiene la rappresentazione di (1884), una vicenda di passione e gelosia in una Sicilia esotica e arcaica, che ha per protagonisti i personaggi di Turiddu, tornato a casa dopo l’esperienza militare, e compare Alfio, i quali si contendono l’amore di Lola fino al tragico epilogo sancito da un duello d’onore. linguaggio scarno ed essenziale Cavalleria rusticana Passioni, sangue e onore Altri drammi sono (1885), (1896), e (1902), (pubblicato postumo nel 1928). Anche nel teatro l’ispirazione verghiana più alta si attua nel vigoroso racconto di una , in modo particolare nell’opera più interessante, (1903), che, ambientata in una solfatara siciliana, ha il suo centro poetico nell’amara rappresentazione del crollo di tutti gli ideali collettivi (specialmente quelli connessi alla lotta di classe) dinanzi alle leggi brutali della vita moderna e ai meschini interessi di un individualismo utilitaristico. In portineria La Lupa La caccia al lupo La caccia alla volpe Rose caduche dolente umanità Dal tuo al mio La vanità degli ideali intrecci MUSICA La di Pietro Mascagni Cavalleria rusticana La tragica vicenda di compare Turiddu, protagonista della novella (nella raccolta , 1880), ha riscosso uno straordinario successo anche al di là della pagina scritta. Prima una fortunatissima trasposizione teatrale (1884), poi due versioni cinematografiche (1916), seguite personalmente dall’autore, che fu tra i primi letterati italiani – in compagnia, tra gli altri, di d’Annunzio, Gozzano e la Serao – a collaborare con il cinema, abbozzando sceneggiature tratte dalle proprie opere. Cavalleria rusticana Vita dei campi La fama di è però, ancora oggi, affidata soprattutto all’opera lirica, musicata dal livornese Pietro Mascagni (1863-1945). Il libretto, scritto in soli due mesi dai livornesi Giovanni Targioni-Tozzetti (1863-1934) e Guido Menasci (1867-1925), ricalca quasi fedelmente la riduzione teatrale della novella verghiana, pur presentando differenze dovute alle necessità sceniche del melodramma. Una di queste è costituita, in apertura dell’opera, dal preludio cantato a sipario chiuso da Turiddu, il quale recita in dialetto la cosiddetta “siciliana”, una danza antica tutta vocale che dà immediatamente allo spettatore la sensazione di immergersi nella tormentata e violenta atmosfera che regna su tutta la vicenda. Celeberrimo è inoltre l’Intermezzo sinfonico, ripreso svariate volte da cinema e televisione. Cavalleria rusticana Una foto della prima rappresentazione dell’opera, svoltasi al Teatro Costanzi di Roma – l’odierno Teatro dell’Opera – nel maggio 1890.