GLI SPUNTI DELLA CRITICA Giancarlo Mazzacurati Mattia Pascal, l’eroe che vive negli interstizi La biblioteca e il cimitero: nel brano del critico Giancarlo Mazzacurati (1936-1995) sono questi gli scenari-simbolo che racchiudono e incarnano l’esistenza di Mattia Pascal, l’eroe inutile che vive nell’ombra, quasi fuori della Storia. Agli antipodi degli eroi dannunziani della vita sublime (e ormai remoti anche da quelli verghiani dei grandi cicli materiali), si annunciano, col , gli eroi della vita interstiziale, sopravvissuti a una catastrofe dell’ideologia ottocentesca di cui solo durante la Grande Guerra si ascolterà per intero lo schianto. Essi chiedono già di vivere non sopra, né dentro, ma sotto la storia; e mentre gli Andrea Sperelli o i Giorgio Aurispa reclamavano un’identità più forte del tempo che stavano attraversando e altri (come quelli fogazzariani) un progetto legato al tempo, un’etica correttiva delle sue delusioni, questi cercheranno invece identità più deboli e più flessibili, in cune intemporali o nelle pieghe segrete della società ormai massificata. Contro lo scacco dei grandi miti (da quello del Risorgimento a quello del Progresso), con tutti i loro apparati di propulsione, i loro corteggi teorici e istituzionali, divenuti insieme ricattatori e ossidati; contro le «forme» che incombono dal passato, con la loro retorica opprimente, ormai rapprese come stalattiti da cui non gocciano più linfe vitali, l’«anima» dei primi e già tipici personaggi pirandelliani aspira a una sorta di nuova innocenza, immune dal tempo (e, in particolare, dall’ingannevole tempo dell’infanzia e della memoria), a un isolamento silenzioso nel cerchio del loro essere qui e ora, senza più compiti e senza più mandati; cioè, senza più maschere e senza più destini in cui sublimare la sconfitta. Mattia Pascal 1 2 Per questo, tra i due simboli che appaiono paralleli (ma che in realtà reciprocamente si contengono), quello della biblioteca e quello del cimitero, sceglieremmo ancora il primo, come simbolo-chiave per un «introibo» al ; perché è quello di più complessa risonanza; ed anche perché la morte che racchiude è quella di tutta la cultura occidentale, la stessa morte che ha reso impossibile il romanzo e la tragedia, infinitesimale la storia. Tuttavia, se è vero che in entrambi i luoghi si celebrano funzioni che sono finzioni, cerimonie votive per corpi scambiati e per religioni defunte, è anche vero che l’«anima» di Mattia Pascal, racchiusa nel suo romanzo autobiografico, non potrà rinunciare a consegnarsi, per un gioco portato all’iperbole o per estrema scommessa, alla forma-simulacro della biblioteca, alla sua monumentale inutilità; così come il suo corpo presunto era stato consegnato alla memoria assente del cimitero e alla sua esorcistica recitazione del lutto. 3 Fu Mattia Pascal 4 (Giancarlo Mazzacurati, Prefazione a Luigi Pirandello,  , Einaudi, Torino 1993) Il fu Mattia Pascal eroi che vivono tra i frammenti dispersi della realtà, fra gli interstizi in ombra del tempo storico. 1 eroi della vita interstiziale: gruppi di persone al seguito di un personaggio importante. 2 corteggi: accesso, ingresso. Letteralmente il vocabolo latino indica, nel linguaggio della liturgia cattolica, l’inizio della messa. 3 introibo: introibo si tratta di un gioco antinomico volto a restituire l’idea della falsa morte di Mattia. 4 memoria assente… lutto: Comprendere il pensiero critico  Perché Mattia Pascal può essere considerato una figura antitetica a quella dei romanzi dannunziani? 1 Che cosa intende dire l’autore quando definisce il cimitero un al ? 2 introibo Fu Mattia Pascal