SEZIONE A – IL SISTEMA DELL’EQUILIBRIO EUROPEO E LE RELAZIONI GLOBALI

CAPITOLO 2 – LA RIVOLUZIONE INGLESE E L’EMERGERE DI NUOVE POTENZE

1. L’INGHILTERRA DEGLI STUART

DUE REGNI MOLTO DIVERSI

Con la morte di Elisabetta I, nel 1603, si estinse la dinastia Tudor e il regno di Inghilterra passò a Giacomo Stuart, re di Scozia e figlio di Maria Stuart (che 16 anni prima era stata giustiziata per ordine della cugina Elisabetta).

Il regno ereditato da Giacomo era diverso da quello che già governava: l’Inghilterra era in crescita sia demografica che economica, mentre la Scozia era poco popolata ed economicamente arretrata. Ma soprattutto Giacomo I dovette confrontarsi con un  Parlamento inglese che, al contrario di quello scozzese, era molto attivo nella politica del paese.

C’era poi la complessa situazione religiosa: la Scozia era calvinista e sede di una chiesa autonoma e potente, la Kirk, mentre in Inghilterra la religione ufficiale era l’anglicanesimo con a capo lo stesso Giacomo, in quanto sovrano d’Inghilterra.

GIACOMO I E IL DUCA DI BUCKINGHAM

Giacomo I, al contrario di Elisabetta I, non favorì la crescita della chiesa anglicana e non perseguitò la minoranza cattolica e si attirò così molte critiche. Tanto più che in politica estera si sganciò dalla rete di alleanze protestanti, firmò invece la pace con la Spagna, fece sposare suo figlio con la sorella di Luigi XIII di Francia e decise di non intervenire al fianco delle potenze protestanti nella Guerra dei Trent’anni.

Anche la scelta di affidare la guida dello Stato a un ministro favorito, così come stava avvenendo in Francia e Spagna, gli procurò molte critiche. Il ministro favorito d’Inghilterra fu il duca di Buckingham, che governò il Paese attirandosi l’ostilità di gran parte della nobiltà e del Parlamento e diede vita a una corte lussuosa e molto costosa per le casse dello Stato.

LA MONARCHIA PERSONALE DI CARLO I

Buckingham rimase al potere anche dopo la morte di Giacomo I.

Infatti nel 1625 il nuovo re Carlo I lo confermò, come pure continuò la politica del padre, mantenendo un rapporto conflittuale con il Parlamento e parte della chiesa anglicana.

In Inghilterra era il Parlamento ad approvare le tasse volute dal re, per questo Buckingham, per aggirare l’opposizione del Parlamento, dovette trovare nuovi modi per ottenere risorse finanziarie.

Il risultato fu che il re si indebitò con un gruppo di mercanti-banchieri e aumentò dazi e  tasse indirette, per i quali non era richiesta l’approvazione del Parlamento.

Nel 1628 la Camera dei Comuni chiese al re di firmare la Petition of rights (Petizione dei diritti), con la quale si proibiva di prendere prestiti da mercanti-banchieri e di stabilire prelievi fiscali senza l’autorizzazione del Parlamento. Carlo I si rifiutò di firmare e la tensione raggiunse il culmine con l’assassinio di Buckingham.

Da quel momento Carlo I decise di non avere più un ministro favorito, ma di guidare personalmente il regno con l’obiettivo di fare a meno anche del Parlamento.

2. LA CRISI PARLAMENTARE

GLI ERRORI DEL RE

Oltre al conflitto con il Parlamento e all’indebitamento con i mercanti-banchieri, il re finì sotto accusa anche in ambito religioso: cercò di mediare fra le varie fedi e abbandonò l’idea di Elisabetta I di differenziare sempre più la Chiesa anglicana da quella cattolica. Inoltre cercò di riformare la chiesa d’Irlanda sul modello di quella anglicana, e di imporre in Scozia il  Common Prayer Book scatenando così una ribellione.

LO SCONTRO CON IL PARLAMENTO

La Chiesa scozzese, oltre a rifiutare il libro di preghiere inglese, decise anche di abolire i vescovi e di creare una lega armata per la propria difesa.

Con l’aiuto finanziario di un gruppo di mercanti-banchieri (tra cui alcuni cattolici), Carlo I organizzò una spedizione militare per domare la rivolta. L’operazione militare fallì e il re fu costretto a convocare il Parlamento per ottenere nuovi i mezzi per reprimere la rivolta scozzese.

VERSO LA RIVOLUZIONE

Il Parlamento emanò subito una serie di atti che puntavano a stabilire un nuovo rapporto di forza fra Parlamento e re.

Con l’Atto triennale venne proibito lo scioglimento dell’assemblea e si stabilì che l’imposizione di nuove tasse, di qualunque tipo, doveva essere approvata dal Parlamento. Inoltre vennero messi sotto accusa alcuni uomini vicini al re.

Nel 1641 in Irlanda scoppiò una ribellione, stavolta cattolica, che si aggiungeva a quella calvinista ancora in atto in Scozia.

A quel punto il Parlamento non poteva rifiutare di finanziare un esercito; ma per evitare che il re usasse l’esercito non solo per reprimere le rivolte ma anche per liberarsi del Parlamento, venne stabilito che il finanziamento sarebbe stato approvato solo se a guidare l’esercito fosse stato un militare scelto dal Parlamento.

3. LA RIVOLUZIONE INGLESE

IL REGNO DIVISO

Per rovesciare la situazione, nel gennaio 1642 il re irruppe in Parlamento con 400 soldati per di arrestare i capi dell’opposizione parlamentare. Questi però erano stati avvertiti e riuscirono a fuggire. Non essendo riuscito nel suo intento e avendo in pratica dichiarato guerra al suo stesso Parlamento, Carlo I fuggì e si rifugiò a York, dove reclutò un esercito di volontari per riprendere il potere. Iniziò così la guerra civile:

  • dalla parte del re si schierarono le regioni del Nord e del Sud-Ovest del paese, nonché la maggioranza dei grandi lord e della piccola nobiltà di campagna (la gentry);
  • dalla parte del Parlamento si schierarono le corporazioni artigianali e i ceti professionali che erano più presenti nell’area di Londra, nell’Est e il Sud-Est del Paese.

IL NEW MODEL ARMY

Per tre anni, dal 1642 al 1645, nessuna delle due parti riuscì a ottenere una vittoria decisiva. La svolta arrivò nel 1645 quando il Parlamento stabilì l’incompatibilità tra cariche politiche e cariche militari. La guida dell’esercito venne affidata non più ad aristocratici o politici, ma a militari di professione, in particolare a Oliver Cromwell, che organizzò il nuovo esercito del Parlamento, il New Model Army. In questo nuovo modello di esercito i soldati erano arruolati su base volontaria (e anche ben retribuiti) e sentivano di condividere un ideale politico e una missione religiosa. Inoltre a motivarli c’era anche la possibilità ora di fare carriera grazie ai propri meriti. Infine la rigida disciplina militare imposta da Cromwell e il nuovo reparto di cavalleria da lui creato, fecero sì che a partire da quel momento l’esercito parlamentare ottennesse una serie di vittorie che portarono, nel 1647, alla sconfitta definitiva del re.

Nuovi movimenti

Durante la guerra civile sorsero due nuovi movimenti: quello dei levellers (livellatori), molto popolare nei ceti medio-bassi urbani, che chiedevano un nuovo Parlamento, eletto a suffragio universale maschile, e la proclamazione della repubblica; e quello degli indipendenti, molto popolare nell’esercito, che chiedeva invece lo scioglimento del Parlamento e una linea dura nelle trattative con il re.

LA PROCLAMAZIONE DEL COMMONWEALTH

Durante la guerra civile l’esercito e i suoi capi acquistarono un potere e un’influenza a cui non erano disposti a rinunciare. Questo provocò una rottura tra l’esercito e il Parlamento, che venne però superata quando Carlo I, fuggito nel frattempo in Scozia, invase l’Inghilterra con un nuovo esercito. Cromwell respinse l’invasione. Il re venne quindi processato, condannato a morte e decapitato, in nome del popolo inglese, il 30 gennaio 1649.

Tre mesi dopo fu abolita la Camera dei Lord, e il 13 maggio 1649 venne proclamato il Commonwealth: la repubblica inglese.

4. DALLA DITTATURA ALLA “GLORIOSA RIVOLUZIONE”

IL GOVERNO DI CROMWELL

Il modello di riferimento della nuova repubblica inglese era la repubblica delle Province Unite, nella quale una carica fondamentale era quella di stadhouder, cioè capo delle forze armate e protettore della repubblica. Nel 1653 Cromwell, forte del suo controllo sull’esercito, ottenne lo scioglimento del Long Parliament e si fece eleggere lord protettore della repubblica.

In politica estera Cromwell fece emanare il Navigation Act (1651) con il quale impose  misure protezionistiche che diedero inizio ad una serie di conflitti tra Inghilterra e Province Unite.

In politica interna il lord protettore governò come un dittatore militare, ma il nuovo assetto istituzionale reggeva solo grazie alla fama e alle capacità di Cromwell, infatti alla sua morte (1658) il figlio non riuscì a mantenere le redini della situazione.

IL RITORNO DEGLI STUART

Due anni dopo la morte di Cromwell, nel 1660, l’esercito reinsediò il Long Parliament e chiese a Carlo II, figlio di Carlo I, di tornare sul trono. Il ritorno degli Stuart non significò però un ritorno alla situazione politica precedente alla guerra civile. Al Parlamento vennero infatti riconosciuti: il ruolo di garanzia e di controllo, la competenza in materia fiscale, e gran parte delle leggi emanate nel 1641-42 rimasero in vigore.

Ma l’astio nei confronti degli Stuart tornò a crescere per motivi legati alla religione, sia per due atti che restringevano la libertà di culto, sia perché Carlo II si era sposato con una principessa cattolica e l’erede al trono (il fratello Giacomo) si era addirittura convertito al cattolicesimo e questo faceva sospettare un ritorno dell’Inghilterra sotto l’influenza della Chiesa di Roma.

IL 1688

Nel 1685 salì al trono Giacomo II Stuart. Il nuovo re e diede fin da subito chiari segnali di voler governare senza l’ausilio del Parlamento e in favore dei cattolici. Quando nel 1687 concesse la “Dichiarazione di indulgenza” con cui dava piena libertà di culto ai cattolici, la situazione precipitò. Il Parlamento si rifiutò di ratificare questa decisione e il sovrano sciolse l’assemblea.

Ne seguì la Seconda Rivoluzione inglese, anche detta “Gloriosa”, perché conclusa senza spargimento di sangue. Nel 1688 il Parlamento chiese ed ottenne che lo stadhouder d’Olanda, Guglielmo III d’Orange, prendesse la corona d’Inghilterra. Iniziò così una nuova fase del regno in cui i re avrebbero “regnato ma non governato”: infatti da quel momento in poi, i poteri dei sovrani inglesi furono molto limitati, mentre il Parlamento si sarebbe occupato di governare il paese.

All’interno del Parlamento si formarono due partiti:

  • i whigs portatori di idee riformiste e di tolleranza religiosa; 
  • i tories, filomonarchici, che si mostrarono sempre contrari a qualsiasi religione diversa dall’anglicanesimo.

5. LA PARABOLA DELLE PROVINCE UNITE

UNA REPUBBLICA PARTICOLARE

Dopo il riconoscimento dell’indipendenza (⇒ C1.2), le Province Unite si erano affermate come una potenza economica e marittima. Il loro impero coloniale si estese ben presto dall’Africa all’America fino in Asia, facendole però entrare in conflitto con le maggiori potenze Europee.

Da un punto di vista istituzionale la repubblica delle Province Unite prevedeva un parlamento chiamato Stati Generali dove si riunivano i rappresentanti delle diverse Province. Il rappresentante dell’Olanda, la più ricca delle province, ottenne rapidamente un ruolo di rilievo e ben presto entrò in contrasto con lo stadhouder, capo delle forze armate e protettore della repubblica, carica tradizionalmente occupata dagli esponenti della famiglia Orange-Nassau. Solo la morte dello stadhouder Guglielmo II, nel 1647, pose fine a queste tensioni interne e aprì un periodo di dominio dei rappresentanti politici olandesi.

CONFLITTI CON INGHILTERRA E FRANCIA

Con il Navigation act inglese (1651) le Province Unite furono coinvolte in una serie di conflitti con l’Inghilterra mentre le misure protezionistiche applicate in Francia dal ministro Colbert (⇒ C1.6) ne minavano l’economia. Nel 1672 l’invasione francese mise in ginocchio il paese: rivolte scoppiarono ovunque e portarono al ritorno al potere degli Orange-Nassau, con la nomina di Guglielmo III d’Orange a nuovo stadhouder.

SOCIETÀ E CULTURA

Le Province Unite furono un modello di società davvero unico per quell’epoca. La vita sociale e politica era nelle mani dei ceti medi cittadini, cioè gli artigiani e i commercianti su cui si basava la forza economica del Paese. Furono inoltre un’isola di tolleranza religiosa, dove trovarono rifugio tanti perseguitati, come gli ugonotti in fuga dalla Francia.

Dal punto di vista culturale, le Province Unite furono la patria di grandi filosofi (come Baruch Spinoza), di studiosi che gettarono le basi dell’idea di un diritto internazionale (Ugo Grozio) e vissero una straordinaria stagione artistica (con pittori come Rubens, van Dyck e Rembrandt).

6. SOLDATI E FUNZIONARI: LA PRUSSIA

L’EREDITÀ DEI CAVALIERI TEUTONICI

Il Ducato di Brandeburgo-Prussia era sorto nel 1525 in seguito alla  secolarizzazione dei possedimenti dell’Ordine teutonico.

Il gran maestro dell’Ordine, Alberto di Hohenzollern, divenne il primo duca di Prussia, i cui possedimenti erano estesi ma molto distanti gli uni dagli altri.

DA DUCA A RE DI PRUSSIA

La svolta nella storia della Prussia arrivò con il duca Federico Guglielmo, detto il Grande Elettore (1640-88). L’azione di Federico Guglielmo si sviluppò su due fronti: da un lato, creò un potente esercito, in cui furono coinvolti con un ruolo di primo piano gli Junker, gli aristocratici e proprietari terrieri; dall’altro, costruì un efficiente apparato burocratico e statale. Berlino, città più importante del Ducato, crebbe enormemente anche grazie alla decisione (1685) di garantire libertà religiosa ai numerosi esuli ugonotti, in fuga dalla Francia.

La politica di Federico Guglielmo venne proseguita dal figlio, che nel 1701, a conferma dell’accresciuta importanza del Ducato, ottenne dall’imperatore il titolo di re di Prussia: Federico I.

ESERCIZI

1. Metti nell’ordine temporale giusto le fasi della rivoluzione inglese.

  • Carlo I irrompe in Parlamento.
  • La Camera dei Lord viene soppressa e nasce il Commonwealth.
  • Inizia una guerra civile tra sostenitori del re e sostenitori del Parlamento.
  • Il Parlamento viene sciolto e Cromwell assume il ruolo di lord protettore.
  • Scoppia la Seconda Rivoluzione inglese.
  • Cromwell fa emanare il Navigation Act.
  • Guglielmo III d’Orange prende la corona d’Inghilterra.

2. Fai la scelta giusta.


a. Nel 1609 le Province Unite ottengono l’indipendenza dalla Spagna/Francia.

b. La carica di stadhouder nelle Province Unite è tradizionalmente affidata a un esponente della famiglia Stuart/Orange-Nassau.

c. Le Province Unite del Seicento si caratterizzano per una forte espansione/crisi economica e per una politica di tolleranza/intolleranza religiosa.

d. Il primo re di Prussia è Federico Guglielmo/Federico I.

e. Il Navigation Act genera una serie di conflitti tra l’Inghilterra e la Francia/le Province Unite.

3. Collega ogni personaggio storico all’avvenimento che lo riguarda.


Giacomo I Stuart

Si fa eleggere lord protettore della repubblica inglese.

Giacomo II Stuart

È stadhouder delle Province Unite e re d’Inghilterra.

Guglielmo III d’Orange

Sceglie come ministro favorito il duca di Buckingam.

Oliver Cromwell

Concede la “Dichiarazione di indulgenza”.