SEZIONE B – IL TRAMONTO DELL’ANCIEN RÉGIME E LA VIA ALLA MODERNITÀ INDUSTRIALE

CAPITOLO 5 – Le trasformazioni del Settecento e l’Illuminismo

1. L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO

LA CRESCITA DELLA POPOLAZIONE E La TRANSIZIONE DEMOGRAFICA

Durante il Settecento l’Europa visse un forte incremento demografico. A determinare questa crescita fu la drastica riduzione delle epidemie, dovuta ai progressi della medicina: dall’invenzione della vaccinazione (prima fra tutte quella contro il vaiolo) all’adozione delle misure necessarie per il contenimento dei contagi. Diminuì dunque il livello di mortalità della popolazione, in particolare quella infantile, con un allungamento dell’aspettativa di vita; allo stesso tempo crebbero i livelli di nuzialità e di natalità (cioè la frequenza di matrimoni e nascite).

Dopo questo forte incremento demografico, si raggiunse poi un nuovo equilibrio con quella che gli storici definiscono transizione demografica: si passò infatti da una situazione di alta mortalità e alta natalità a quella di bassa mortalità e bassa natalità; quest’ultima in particolare si raggiunse sia perché si alzò l’età del matrimonio delle donne (riducendo di conseguenza il periodo di fertilità) sia per la diffusione delle prime tecniche anticoncezionali.

Questa crescita demografica non fu però uniforme. Iniziò e fu particolarmente evidente in Inghilterra, seguita dalle Province Unite e poi dal resto dell’Europa Nord Occidentale. Riguardò quindi in primo luogo quei Paesi dove la crescita economica garantì maggiori risorse e un generale miglioramento delle condizioni igienico sanitarie.

Sistemi di contenimento dei contagi

Le maggiori conoscenze in campo medico consentirono di individuare delle misure per evitare il diffondersi dei contagi, come la chiusura delle dogane, il ricovero dei malati nei lazzaretti (strutture dove i malati erano separati dal resto della popolazione) e l’imposizione della quarantena (quaranta giorni di isolamento) alle navi sospettate di avere a bordo persone infette.

2. LE TRASFORMAZIONI NELL’AGRICOLTURA E NELLA PRODUZIONE MANIFATTURIERA

UN’EUROPA A DUE VELOCITÀ: IL MEDITERRANEO

L’agricoltura era praticata in maniera differente nelle diverse parti d’Europa. In Spagna e Italia meridionale (con l’eccezione di alcune aree) vigeva un’ agricoltura estensiva dedicata principalmente ai cereali. Le campagne erano dominate dai  latifondi, in cui la messa a coltivazione di ampie parti di terreno aveva una bassa produttività, producendo solo una minima quantità extra da rivendere sul mercato.

La tecnica produttiva più comune in queste parti d’Europa prevedeva il maggese, un metodo di coltivazione per il quale si divideva il campo in tre parti, lasciandone “riposare”, a rotazione un terzo ogni anno.

UN’EUROPA A DUE VELOCITÀ: IL NORD DEL CONTINENTE

L’area delle Province Unite e del nord Europa fu più rapida ad abbracciare varie innovazioni, sia tecniche che di coltura. In particolare al maggese si sostituirono le piante foraggere (come rape o trifoglio), utili come mangime per il bestiame, ma soprattutto dotate delle proprietà chimiche capaci di rigenerare la fertilità del terreno. Infine fu in questa area che vennero introdotte per la prima volta le patate, un ortaggio molto resistente e nutriente.

LA RIVOLUZIONE AGRICOLA in inghilterra

Una vera e propria “rivoluzione agricola” si ebbe in Inghilterra, dove si sviluppò e diffuse il sistema Norfolk (dal nome della contea in cui venne adottato per la prima volta). Il terreno non era più diviso in tre parti, bensì in quattro, in cui si alternavano la coltivazione di grano, rape, orzo e trifoglio. Questo aumentava la superficie coltivabile senza interruzioni.

Questo sistema fece aumentare esponenzialmente la produzione di cereali (grano e orzo), rendendo l’Inghilterra capace persino di esportarne grosse quantità all’estero. Inoltre, si ruppe la tradizionale incompatibilità tra agricoltura e allevamento: la maggior resa dei campi garantiva cibo per il bestiame che non aveva più bisogno di pascoli (mixed farming). In seguito, la rotazione quadriennale dei campi permise di introdurre anche piante “industriali”, come il lino (materia prima per le manifatture tessili) e la colza (utile per l’illuminazione).

LE ENCLOSURES

A contribuire alla “rivoluzione agricola” inglese fu anche l’espansione delle enclusures, le recinzioni che delimitavano le proprietà private a danno degli open fields, i campi aperti su cui tutti avevano diritti comuni (come la raccolta della legna per scaldarsi d’inverno, la caccia o la raccolta di frutti d’estate).

L’avanzata della proprietà privata a scapito di quella comune diede forza a un ceto di medi e grandi proprietari terrieri che avevano il capitale necessario per investire nei campi e trasformarli in grandi aziende agricole, dove furono introdotte nuove macchine più efficienti, come aratri più leggeri e maneggevoli o la  seminatrice.

Sul piano sociale, però, le enclosures ebbero conseguenze negative: tanti contadini si ritrovarono senza terra da coltivare, trovando impiego solo come braccianti nelle nuove aziende agricole, o migrando in massa verso le città per fuggire dalla povertà.

NUOVE ABITUDINI ALIMENTARI

A partire dal Seicento, una serie di nuove piante provenienti dalle Americhe si erano imposte nelle diete europee: il peperone, la zucchina, nuovi tipi di fagiolo, ma soprattutto il mais e la patata. Spesso queste piante erano più resistenti, nutritive e più produttive rispetto a quelle in uso in Europa. Per esempio un seme di mais aveva una resa di 1 a 25 a fronte del grano, che aveva una resa di 1 a 5.

INDUSTRIA DOMESTICA, ARTIGIANALE E ACCENTRATa

Importanti cambiamenti si ebbero anche nella produzione di beni, che poteva essere di tre tipi:

  • domestica, fatta in casa e volta all’autoconsumo familiare;
  • artigianale, ovvero operata da artigiani specializzati e pensata per la vendita nelle botteghe;
  • manifatturiera accentrata, che prevedeva la presenza di manodopera salariata in un solo luogo e sotto un’unica direzione. Questa era praticata in settori specifici, come quello edilizio, cantieristico o la produzione di prodotti raffinati, come porcellane, arazzi e tappeti.

Questi tipi di produzione, anche se nati in periodi storici differenti, continuarono a coesistere durante il Settecento. In alcune realtà, per esempio nella manifattura laniera, si ricorreva a un iniziale lavoro a domicilio, che veniva poi raffinato in bottega o in una manifattura accentrata.

3. LA CRISI DELLA COSCIENZA EUROPEA

LA DISPUTA DEGLI ANTICHI E DEI MODERNI

Durante l’Umanesimo e il Rinascimento il mondo classico era stato visto come un’età d’oro, ricca di autorità e fonte di conoscenza. Grazie alle nuove invenzioni e alle innovazioni del mondo moderno però i pensatori del Settecento iniziarono ad andare oltre i confini della conoscenza del mondo classico, liberandosi del ruolo di semplici imitatori del passato e rivendicando un nuovo ruolo. Tale convinzione veniva dall’emergere di una nuova idea: il progresso

Il progresso non si esprimeva solo nell’evoluzione delle arti, ma anche della tecnica, nel miglioramento delle condizioni di vita e delle istituzioni politiche e sociali.

4. L’ILLUMINISMO

LA LUCE DELLA RAGIONE E IL CORAGGIO DI CONOSCERE

Con il termine “Illuminismo” si indica un movimento culturale che si sviluppa in Europa nel Settecento e che interessò vari ambiti del sapere e della società. Il nome stesso di Illuminismo fa riferimento alla luce della ragione, che deve abbattere le tenebre dell’ignoranza, del fanatismo e della superstizione per inaugurare un’epoca nuova nella storia umana. L’uomo doveva smettere di affidarsi agli antichi e alle autorità prestabilite per trovare invece il coraggio di affidarsi alla propria intelligenza: Sapere aude! (“Abbi il coraggio di conoscere”) era, secondo il filosofo tedesco Kant, il motto dell’Illuminismo.

Kant e l’illuminismo

Il filosofo tedesco Immanuel Kant (1724-1804) definì l’Illuminismo come «l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità», intendendo con il termine “minorità” «l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro».

I TEMI FONDAMENTALI

La critica nei confronti dei saperi tradizionali e delle autorità prestabilite portava l’Illuminismo a immaginare e progettare una nuova società.

L’idea di un progresso pensato e voluto esclusivamente dagli uomini sostituì la fiducia in una provvidenza divina, che guidava l’umanità secondo le leggi di Dio.

Inoltre con l’Illuminismo emergeva l’esigenza di una maggiore partecipazione dei sudditi nella vita dello Stato, di una vera tolleranza religiosa e di una società nuova e laicizzata (cioè sottratta al controllo ecclesiastico), in cui a ogni uomo fossero garantiti una serie di  diritti inalienabili e universali indipendentemente dalla provenienza geografica o sociale.

L’ILLUMINISMO IN FRANCIA

La Francia divenne il paese in cui attecchirono maggiormente le idee dell’Illuminismo, espresse da una generazione di straordinari pensatori. 

Montesquieu nella sua opera più celebre, Spirito delle leggi (1748), rielaborò la teoria della divisione dei poteri, già elaborata da Locke, per indicare l’unica, vera garanzia di libertà. 

Voltaire, altro filosofo francese, proponeva un’idea di Europa cosmopolita, tollerante e aperta al progresso scientifico e civile, ma con un atteggiamento scettico nei confronti della religione.

L’ENCYCLOPÉDIE

Gli illuministi francesi Diderot e d’Alembert furono gli ideatori e i realizzatori dell’opera più celebre dell’Illuminismo europeo, l’Encyclopédie, che voleva fondare un nuovo sapere, basato sulla ragione e sullo spirito critico e che anche per questo diede grande risalto alla scienza e alle discipline tecniche basate sul metodo scientifico-matematico. Il risultato fu un’impresa editoriale gigantesca: 17 volumi di testo e 11 di tavole illustrate scritti in oltre vent’anni dai più validi studiosi del tempo, che incontrò l’ostilità delle autorità politiche e religiose (lo stesso papa Clemente XIII la condannò).

POLITICA ED ECONOMIA

Un altro grande esponente dell’Illuminismo fu Jean-Jacques Rousseau, autore del Contratto sociale (1762). In quest’opera l’uomo era descritto come naturalmente buono, ma corrotto dalle regole sociali e dalla disuguaglianza causata dalla proprietà privata. Il pensatore proponeva l’istituzione di un contratto sociale, ovvero di un accordo fra tutti i cittadini che desse vita a una società nuova, basata sulla condivisione dei beni e sulla  democrazia diretta.

Su opposizioni opposte, nello stesso periodo, troviamo un autore come lo scozzese Adam Smith, secondo il quale la società non corrompeva l’uomo ma anzi ne regolamentava gli istinti violenti. Ne La ricchezza delle nazioni (1776), Smith spiegò che l’unico modo per rendere le azioni egoistiche degli individui utili alla collettività era lasciare campo libero al mercato, guidato da una “mano invisibile” che regola, ordina e distribuisce la ricchezza: da qui la massima laissez faire, divenuta una sorta di slogan internazionale del  liberismo.

LOCKE E DIVISIONE DEI POTERI

Il filosofo inglese John Locke, già a metà Seicento aveva aveva teorizzato una divisione dei poteri all’interno dello Stato per la quale il potere legislativo doveva essere affidato alle assemblee rappresentative (come il Parlamento in Inghilterra) mentre il potere esecutivo e giudiziario rimanevano nelle mani del sovrano e dei suoi ministri.

5. I LUMI IN ITALIA

Illuminismo a Milano e a napoli

In Italia i principali centri del pensiero illuminista furono a Milano e Napoli. Figura centrale dell’Illuminismo italiano fu però Cesare Beccaria, autore de Dei delitti e delle pene. Ben presto tradotto in varie lingue, il breve trattato si scagliava contro l’uso della tortura e della pena di morte: la prima, argomentava Beccaria, era inutile in quanto il torturato, pur di fermare la sofferenza, sarebbe stato pronto ad ammettere anche colpe che non aveva commesso; la seconda era da respingere in quanto lo Stato, per condannare un delitto, ne commetteva un altro. Secondo Beccaria la pena di un delitto non doveva essere una vendetta, ma uno strumento di correzione volto a recuperare il condannato come membro attivo della società.

L’Illuminismo napoletano espresse grandi autori sia negli studi economici, come Ferdinando Galiani e Antonio Genovesi, sia in campo giuridico, in cui spicca la figura di Gaetano Filangieri. Alcuni illuministi napoletani furono protagonisti, anni dopo, della Repubblica del 1799 e in molti pagarono con la vita il tentativo di porre in pratica le loro idee.

ESERCIZI

1. Completa lo schema sulle causa dell’aumento demografico.


2. Trova la parola.


enclosures • maggese • manifattura accentrata • latifondo • liberismo


.......................................................... Metodo di coltivazione per il quale si divideva il campo in tre parti, lasciandone “riposare”, a rotazione un terzo ogni anno.
.......................................................... Grande proprietà terriera che appartiene a un unico individuo.
.......................................................... Recinzioni.
.......................................................... Tipo di produzione di beni che prevede la presenza di manodopera salariata in un solo luogo e sotto un’unica direzione.
.......................................................... Teoria economica basata su un minimo intervento dello Stato.

3. Fai la scelta giusta.


a. Durante il Settecento la crescita demografica in Europa è/non è uniforme.

b. La crescita demografica in Europa riguarda soprattutto quei paesi che hanno avuto una maggiore/minore crescita economica.

c. Cesare Beccaria ritiene che la pena di morte sia utile/inutile.

d. Nel Settecento la Francia/l’Inghilterra vive una “rivoluzione agricola”.

e. Con il sistema Norfolk il terreno agricolo viene diviso in tre/quattro parti.

f. Le enclosures avvantaggiano i contadini/i grandi proprietari terrieri.

4. Completa il testo sull’Illuminismo.


L’Illuminismo è un movimento che si sviluppa nel ........................................ in Europa. Secondo l’Illuminismo gli uomini devono basarsi sulla ragione, smettendola di affidarsi ai ........................................ tradizionali e alle ........................................ prestabilite. L’Illuminismo immagina una nuova società basata sul ........................................ e su una maggiore partecipazione dei sudditi alla vita dello ......................................... Gli ideali dell’Illuminismo attecchiscono principalmente in ........................................ dove, tra le altre cose, viene prodotta l’Encyclopédie, opera composta da 17 ......................................... In Italia i principali centri del pensiero illuminista sono ........................................ e Napoli.