SEZIONE B – IL TRAMONTO DELL’ANCIEN RÉGIME E LA VIA ALLA MODERNITÀ INDUSTRIALE

CAPITOLO 6 – Il dispotismo illuminato e la stagione delle riforme

1. DESPOTI E RIFORMATORI

LE RIFORME NEL SECONDO SETTECENTO

Dalla seconda metà del Settecento numerosi sovrani europei imposero una serie di riforme per rendere più efficienti i loro Stati. In alcuni casi le riforme furono effettivamente influenzate dal pensiero illuminista, il che portò all’espressione  dispotismo illuminato”.

LA SFERA PUBBLICA

Alcune riforme furono la risposta a esigenze concrete, dettate dalla guerra e dalla competizione economica tra i paesi, altre invece furono in linea con le nuove richieste portate avanti dagli illuministi e da una popolazione sempre più informata. Infatti la diffusione di gazzette e fogli di notizie obbligò i governanti a cercare di ottenere il consenso della popolazione che richiedeva riforme sociali sulla giustizia, sull’istruzione e per una più equa distribuzione delle tasse. 

Grazie alla diffusione delle idee illuministe, i sovrani dovettero così iniziare a occuparsi non solo dell’espansione dei propri Stati ma anche di altri obiettivi, quali la pubblica felicità o l’utilità per il maggior numero di persone.

LE CARATTERISTICHE GENERALI DI UN FENOMENO EUROPEO

I “despoti illuminati” concentrarono il loro impegno riformatore su alcuni temi fondamentali: avviarono la riforma del sistema fiscale, spesso attuando al contempo misure di tipo protezionistico; tolsero privilegi a Chiese e Ordini religiosi, spesso incamerandone i beni; eliminarono pratiche considerate ormai retrograde e inefficaci, quali la tortura e la pena di morte; infine, intervennero in modo massiccio sull’istruzione, rendendola gratuita e sottraendola al controllo della Chiesa.

2. LA PRUSSIA DI FEDERICO II

LE VITTORIE MILITARI

Uno sovrani protagonisti di questa fase in Europa fu Federico II di Prussia. Dopo le vittorie ottenute nella Guerra di successione austriaca e nella Guerra dei Sette anni, Federico II firmò, nel 1772, un accordo con Austria e Russia per aggredire contemporaneamente il debole ma ancora vasto regno di Polonia. La Prussia prese così la cosiddetta Prussia occidentale, la Russia si impossessò di Bielorussia e di parte della Lituania, mentre l’Austria ottenne la Galizia.

L’AMICO DI VOLTAIRE

Federico II fu affascinato dalla cultura illuminista. Alla sua corte ospitò numerosi studiosi e divenne amico personale di Voltaire. Federico II usò questo suo interesse per la cultura a scopi propagandistici, presentandosi non tanto come un conquistatore ma come un sovrano intellettuale: tollerante in ambito religioso, in favore della libertà di stampa, e allo stesso tempo attento alle questioni economiche e all’istruzione.

I REALI OBIETTIVI DEL SOVRANO

Per quanto l’Illuminismo abbia avuto una forte influenza su Federico II, il principale obiettivo perseguito dal sovrano rimase sempre quello di espandere i confini dello Stato e rendere la Prussia una grande potenza militare. Per questo fondò accademie militari e si impegnò a potenziare il sistema fiscale e la burocrazia che dovevano garantire il finanziamento dell’esercito.

Per ottenere la piena obbedienza e la sicurezza di una rapida ed efficiente esecuzione dei suoi comandi, il sovrano garantì agli junker, la piccola nobiltà di campagna prussiana, la tutela del loro predominio economico e sociale, confermando la loro posizione di privilegio. In cambio però Federico II richiese una totale obbedienza non tanto al re, quanto allo Stato, di cui lo stesso Federico II si dichiarava primo servitore. 

Legata alla fedeltà allo Stato fu dunque la nascita di una prima forma di identità “nazionale” prussiana, un insieme di idee e valori condivisi che risultarono fondamentali per la successiva storia tedesca.

3. LA RUSSIA DI CATERINA II

UN IMPERO IN ESPANSIONE

Caterina II di Russia, tedesca di nascita, sposò nel 1745 lo zar Pietro III e poco dopo lo depose prendendo il potere e dando inizio a un’energica politica di potenza da parte della Russia. Nel 1768 lanciò una campagna di conquista ai danni dell’Impero Ottomano e, mentre questa era ancora in atto, partecipò nel 1772 alla spartizione della Polonia.

LE RIFORME DELLA ZARINA

La fama di “despota illuminata” di Caterina II è legata: 

  • alla modernizzazione della Russia e all’efficientamento della macchina burocratica e amministrativa dello Stato, per cui introdusse l’istruzione elementare statale gratuita, ma solo nelle città, nonché una moderata libertà di stampa; 
  • alla decisione di ridimensionare l’eccessivo potere e ricchezza della Chiesa ortodossa russa, confiscando numerosissime proprietà ecclesiastiche e trasformando i membri del clero russo in dipendenti stipendiati dello Stato, a cui dovevano obbedienza.

Appare evidente che con le sue riforme, più che aspirare a un ideale illuminista, Caterina II voleva rafforzare lo Stato.

LA RUSSIA COME EREDE DELL’IMPERO ROMANO D’OCCIDENTE

Per sostenere il suo progetto espansionistico Caterina creò il mito di una Russia erede dell’Impero romano d’Oriente, con Mosca come terza Roma (dopo la stessa Roma e Costantinopoli).

LE CONTRADDIZIONI DEL GOVERNO DI CATERINA II

Questo è confermato dalle scelte da lei attuate in politica interna. Caterina garantì all’aristocrazia il proprio potere e i propri privilegi ai danni dei contadini. Nel 1785, venne emanata la Carta della nobiltà, un documento che fissava e aumentava i privilegi e le esenzioni dell’aristocrazia, peggiorando ancora di più le condizioni di vita del popolo russo.

LA RIVOLTA DI PUGACEV

Nel 1773 il malcontento popolare esplose in una rivolta, capeggiata da Pugacev, che si pose come obiettivo l’abolizione della servitù della gleba e dare la terra ai contadini. Dopo due anni di guerra l’esercito russo soppresse nel sangue la rivolta causando decine di migliaia di morti, fra cui Pugacev stesso.

4. L’AUSTRIA DI MARIA TERESA E GIUSEPPE II

L’IMPERATRICE

A differenza dei sovrani di Prussia e Russia, Maria Teresa d’Asburgo era una fervente cattolica, contraria alle teorie illuministe. Anche lei però si adoperò a riformare lo Stato con importanti iniziative per ottenere la crescita economica e militare, una più equa distribuzione delle tasse e una migliore istruzione per la popolazione. Nel 1774 venne resa obbligatoria l’istruzione elementare, sottratta al controllo della Chiesa, e tutte le scuole, anche quelle superiori e le università, furono poste sotto il diretto controllo dello Stato.

LA COREGGENZA DI MADRE E FIGLIO

Durante il suo regno Maria Teresa istituì una serie di organi specializzati con competenze in ambito amministrativo e finanziario, grazie ai quali cercò di uniformare il più possibile gli ordinamenti dei diversi territori che componevano i suoi domini. Contemporaneamente con una nuova riforma impose alla nobiltà di pagare le tasse (da cui i nobili erano esenti fino ad allora).

Nel 1765, quando mori l’imperatore Francesco I, sposo di Maria Teresa, il figlio Giuseppe II affiancò la madre al potere, continuandone poi la politica riformista intervenendo anche su temi di sanità e benessere sociale.

LE RIFORME DI GIUSEPPE II

Giuseppe II rappresenta probabilmente la figura cui meglio si adatta l’appellativo di “sovrano illuminato”. Uno dei primi obiettivi dell’imperatore fu l’assoggettamento della Chiesa allo Stato: interi Ordini religiosi vennero soppressi (1781), e i beni ecclesiastici furono prima resi patrimonio dello Stato e poi venduti per appianare il debito pubblico.

Giuseppe voleva inoltre un impero che fosse veramente tollerante e nel 1781 vennero riconosciuti agli ebrei gli stessi diritti degli altri sudditi dell’impero e, nello stesso anno, venne garantita attraverso la “patente di tolleranza” la libertà di culto ai cristiani non cattolici.

Con il nuovo codice penale del 1787 abolì l’uso della tortura. Venne inoltre introdotto il catasto, una mappatura che permetteva di conoscere con precisione l’estensione delle proprietà terriere per poi meglio dividere gli oneri fiscali delle tasse. In politica economica, anche nell’impero vennero seguite idee mercantilistiche per la protezione delle manifatture e dell’agricoltura locali contro le importazioni.

Tutte queste riforme provocarono ovviamente l’opposizione dei prìncipi dell’impero, preoccupati di perdere il loro potere locale. Dopo la morte di Giuseppe II, nel 1790 salì al trono il fratello Leopoldo II, e tali provvedimenti vennero cancellati.

5. LA SOPPRESSIONE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ

UN ORDINE RICCO E POTENTE

I membri della Compagnia di Gesù, detti gesuiti, erano gli unici a giurare diretta obbedienza al papa, il che li rese bersagli ideali in quest’epoca, che metteva sotto accusa il potere e la ricchezza della Chiesa. Nel tempo la Compagnia di Gesù era diventata ricchissima, grazie ai  lasciti testamentari, e aveva raggiunto un grande potere.

LE ESPULSIONI e LA DECISIONE DI CLEMENTE XIV

Il primo paese in cui si decise l’espulsione dei gesuiti e la requisizione del loro patrimonio fu il Portogallo. Seguirono poi le espulsioni dalla Francia (1764), Spagna, Napoli e Sicilia (1767), e altri Stati italiani.

Papa Clemente XIV non difese i gesuiti, anzi nel 1773 sciolse la Compagnia. Tuttavia il prestigio dei gesuiti, soprattutto nel settore scolastico, permise loro di rimanere attivi in alcune città della Svizzera, in Austria e soprattutto in Prussia, dove Federico II li prese sotto la propria protezione.

6. LE RIFORME IN ITALIA

LA LOMBARDIA AUSTRIACA

La Lombardia era un territorio degli Asburgo d’Austria. Qui il catasto venne introdotto già nel 1760 e questo permise, oltre a una migliore divisione degli oneri fiscali, anche una migliore conoscenza del territorio al fine di programmare interventi di bonifica dei terreni o di canalizzazione dei fiumi.

LA TOSCANA DI PIETRO LEOPOLDO

Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, secondogenito di Maria Teresa e fratello minore di Giuseppe II d’Asburgo, divenne Granduca di Toscana nel 1765. Pietro Leopoldo fu il primo sovrano ad attuare una politica davvero riformista e illuminista. Fu l’unico ad abbandonare le misure protezionistiche e, nel 1770, soppresse le antiche e ormai sorpassate corporazioni delle arti e dei mestieri, che ostacolavano l’accesso a mestieri e professioni; nel 1781 abolì anche le dogane interne al Granducato, garantendo così la libera circolazione delle merci all’interno dello Stato.

Per favorire la piccola proprietà terriera e lo sviluppo agricolo, Pietro Leopoldo concesse in affitto perpetuo ai contadini le terre confiscate a ordini religiosi soppressi. Tale misura risultò però inefficace, poiché furono per lo più i grandi proprietari terrieri ad acquisire all’asta i terreni vacanti.

Infine, Pietro Leopoldo fu il primo sovrano europeo a stabilire, seguendo le idee di Cesare Beccaria, l’abolizione della pena di morte e della tortura con la riforma del codice penale del 1786.

IL RESTO DELLA PENISOLA

Nei regni di Napoli e di Sicilia, Carlo III di Borbone e poi il figlio Ferdinando IV agirono per limitare l’influenza, il potere e i privilegi degli ecclesiastici e dei nobili. Va letta in questo senso l’istituzione, nel 1741, del catasto onciario, che introduceva un’imposta sulle proprietà fondiarie. Contemporaneamente però vennero mantenute le esenzioni per i beni feudali ed ecclesiastici, cosa che vanificò il tentativo di riforma.

ESERCIZI

1. Completa lo schema sui temi fondamentali del despotismo illuminato.


2. Fai la scelta giusta.


a. Nel Settecento la diffusione di gazzette e fogli di notizie diminuisce/aumenta.

b. Il principale obiettivo di Federico II è che la Prussia diventi una potenza militare/nazione illuminata.

c. Le politiche di Caterina di Russia hanno lo scopo di rafforzare lo Stato/ampliare i diritti dei sudditi.

d. Il catasto permette di conoscere l’aumento demografico/l’estensione delle proprietà terriere.

e. Nel 1773 l’Ordine dei Gesuiti viene fondato/sciolto.