SEZIONE C – L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI

CAPITOLO 10 – L’età napoleonica e il Congresso di Vienna

1. DAL CONSOLATO ALL’IMPERO

L’INARRESTABILE ASCESA DI UN GENERALE

Napoleone Bonaparte non era un esponente dell’aristocrazia del regno di Francia. Proveniva da un’isola, la Corsica, che solo un anno prima della sua nascita, nel 1768, era passata dal dominio della repubblica di Genova a quello francese. La brillante carriera politica e militare di Napoleone fu dunque frutto delle sue abilità e non delle sue origini familiari.

Per più di quindici anni, Napoleone fu il protagonista assoluto della storia europea. Cercò di conciliare nella sua figura due aspetti, difficili da conciliare: da una parte la costruzione di un potere personale simile a quello della monarchia da poco abbattuta, dall’altra la diffusione dell’eredità della Rivoluzione.

I PLEBISCITI

Nel giro di pochi anni, il potere di Napoleone divenne sempre più ampio e incontrastato. Per mantenere le distanze dal passato monarchico ed assolutistico, cercò l’approvazione dei cittadini francesi attraverso i  plebisciti. Napoleone indisse due plebisciti: uno nel 1802, quando si rese primo console a vita, e uno nel 1804, quando trasformò la carica di primo console (elettivo) in quella di imperatore dei francesi (ereditario).

Quest’ultima formula è significativa: Napoleone non si proponeva come re di Francia per diritto divino, ma come imperatore dei francesi proprio perché erano stati i cittadini francesi a conferirgli quel potere; al contempo voleva però un’investitura tradizionale, sulla scia dei grandi sovrani europei del passato.

Il 2 dicembre 1804 con una cerimonia nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, Napoleone fu consacrato imperatore da papa Pio VII in persona. Anche in questa occasione però Napoleone mandò un chiaro messaggio: fu lui stesso a porre la corona sulla propria testa, e non il papa come era tradizione, come a ribadire che il suo potere non era di origine divina ma derivava dai francesi.

2. LA FRANCIA NAPOLEONICA

LA “MONARCHIA AMMINISTRATIVA”

Durante gli anni del suo governo, Napoleone promulgò numerosi codici di leggi, concentrandosi in particolare sulla riforma del diritto e dell’amministrazione: il Codice civile venne emanato nel 1804, il Codice di Commercio nel 1807, i Codici di Procedura Civile e Criminale nel 1810 e, contemporaneamente il Codice Penale. In seguito, le riforme napoleoniche istituirono anche le Corti d’appello e la Corte di Cassazione in cui i giudici erano di nomina governativa.

Questa grande quantità di codici e riforme fu possibile grazie a un’eccellente amministrazione. I funzionari statali, i burocrati, erano formati in apposite scuole fondate da Bonaparte stesso (i licei statali, l’École polytecnique e l’École normale supérieure). La figura del dipendente statale era una figura professionale rispettata, ben retribuita e necessaria al funzionamento della macchina statale, tanto che che alcuni storici hanno definito la Francia napoleonica una “monarchia amministrativa”.

LE RIFORME

Durante il periodo rivoluzionario la Francia era stata divisa in dipartimenti. Con le riforme napoleoniche questa suddivisione amministrativa venne utilizzata per rafforzare e rendere capillare il controllo dello Stato. A gestire i dipartimenti erano i prefetti, i sottoprefetti e i sindaci, tutti scelti dal governo e quindi da Napoleone.

A livello fiscale, si stabilì di non tassare i redditi e i patrimoni (imposte dirette) ma i consumi e le merci (imposte dirette). Furono ristabiliti i monopoli di Stato su sale, tabacco, alcolici e sui diritti di registro e di bollo. Infine furono create la Banca di Francia (1800) e una nuova moneta, il  franco germinale (1803), che rimarrà in vigore fino al 1914.

LE CONTRADDIZIONI

Per garantirsi la fedeltà dei suoi sottoposti, Napoleone istituì una nuova aristocrazia, basata sul merito e non sul diritto di nascita, ma comunque dotata di titoli che assomigliavano a quelli della passata aristocrazia e quindi in contrasto con gli ideali più egualitari rivoluzionari.

Inoltre, nel 1801 Napoleone siglò un concordato con la Santa Sede: il cattolicesimo venne riconosciuto come religione della maggioranza dei francesi (anche se rimaneva la condizione di uguaglianza degli altri culti). In cambio Napoleone ottenne il riconoscimento ufficiale della Repubblica francese, il diritto di scegliere i vescovi e la supremazia dello Stato francese sulla Chiesa.

Infine, Napoleone rafforzò la polizia (anche segreta e politica) e censurò fortemente o chiuse tutte le pubblicazioni che nel periodo rivoluzionario avevano goduto della libertà di stampa. Questo ovviamente andava in pieno conflitto con gli ideali rivoluzionari, illuministi o anche semplicemente liberali.

3. LE VITTORIE MILITARI

coalizioni antifrancesi

Fra il 1793 ed il 1815 i maggiori Stati europei formeranno sette coalizioni antifrancesi. Inizialmente l’obiettivo delle coalizioni era quello di schiacciare la Rivoluzione, poi divenne quello di contrastare la crescente potenza della Francia e, infine, si trasformò nell’eliminazione di Napoleone a tutti i costi.

La seconda coalizione era riuscita a far crollare il sistema delle Repubbliche sorelle italiane (⇒ C9.6). Napoleone decise allora di varcare nuovamente le Alpi e sconfisse gli eserciti piemontese ed Austriaco, che si erano uniti per fronteggiarlo a Marengo (1800).

LA NUOVA CARTINA POLITICA DELL’EUROPA

Nel 1805 la Gran Bretagna promosse una terza coalizione antifrancese, a cui si unirono Russia, Austria e Prussia. Napoleone sconfisse gli eserciti russo e austriaco ad Austerlitz (1805) e l’Austria chiese allora di firmare la pace. Si formò così una quarta coalizione ma, un anno dopo, la sconfitta della Prussia in due battaglie (Jena e Auerstädt) costrinse Prussia e Russia ad arrendersi (1807).

La lunga serie di vittorie permise a Napoleone di ridisegnare la cartina politica dell’Europa.

L’Austria dovette cedere tutti i territori che erano stati della Repubblica di Venezia al neonato regno d’Italia, di cui Napoleone aveva preso la corona. Le uniche parti che si salvarono dall’occupazione francese furono le due isole maggiori, protette dalla marina inglese: in Sardegna s i rifugiarono i Savoia, mentre in Sicilia i Borbone di Napoli.

La Prussia venne divisa in due, tra il regno di Vestfalia e il Granducato di Varsavia (poi regno di Polonia).

Napoleone creò così una serie di  Stati satelliti, che affidò ai suoi più stretti parenti: l’Olanda andò al fratello Luigi; il regno di Vestfalia a un altro fratello, Girolamo; il regno di Napoli invece fu assegnato prima al fratello Giuseppe, e poi al maresciallo Gioacchino Murat, marito della sorella di Napoleone (quando Giuseppe Bonaparte venne insediato sul trono di Spagna).

Ma soprattutto, dopo oltre mille anni di storia, nell’agosto 1806 l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria fu costretto a proclamare la fine del Sacro romano impero che venne sostituito da un nuovo organismo, la confederazione del Reno, di cui Napoleone risultava “protettore”.

IL “BLOCCO CONTINENTALE” E LE SUE CONSEGUENZE

L’unica potenza che continuava a mettere in difficoltà Napoleone era l’Inghilterra. Nel 1805 la marina britannica, sotto la guida dell’ammiraglio Nelson, annientò la flotta francese nella battaglia di Trafalgar

Non potendo sconfiggere la Gran Bretagna sui mari, Napoleone pensò di colpirla economicamente vietando il commercio inglese in tutta Europa. Questo “blocco continentale” nei confronti della Gran Bretagna si dimostrò però poco efficace in quanto da una parte veniva aggirato dal contrabbando e dall’altra nessuno era in grado di sostituire l’Inghilterra, in piena rivoluzione industriale, come produttore di beni da immettere sui mercati europei.

Per raggiungere un maggiore controllo delle coste e quindi una maggiore efficacia del blocco, Napoleone occupò lo Stato della Chiesa (che era annesso al regno d’Italia). Il papa Pio VII lo scomunicò e Napoleone lo deportò a Savona (1809).

Con lo stesso scopo nel 1808 Napoleone iniziò una campagna militare contro il Portogallo, che si era rifiutato di applicare il blocco, ma la flotta inglese respinse i francesi.

IL MOMENTO CULMINANTE DELLA POTENZA FRANCESE

Nel 1809 l’Inghilterra chiese di nuovo all’Austria di stipulare una quinta coalizione antifrancese, ma Napoleone prima annientò l’esercito austriaco a Wagram e poi occupò Vienna. Questa volta l’imperatore dei Francesi non si limitò a prendere nuovi territori ma pretese di sposare Maria Luisa d’Asburgo, figlia dell’imperatore d’Austria, con la quale nel 1811 ebbe un erede, Napolenone Francesco.

La supremazia della Francia napoleonica era ormai indiscutibile non solo da un punto di vista militare ma anche culturale. Sotto il regime napoleonico si diffusero in tutta Europa i nuovi modelli amministrativi e giuridici napoleonici, ma anche concetti ereditati dalla Rivoluzione, come quello di patria, basato sulla capacità di autodeterminarsi da parte del popolo-nazione.

4. LA SCONFITTA FINALE

LE RESISTENZE IN EUROPA

La diffusione in Europa di idee come “patria” e “nazione” andò contro gli interessi della Francia. Le popolazioni assoggettate trovarono in questi concetti una nuova forza e motivo per opporsi all’occupazione francese. Di questo ne approfittarono dunque i movimenti  reazionari in Prussia, in Tirolo ma soprattutto in Spagna, dove le frange cattoliche e legittimiste (schierate cioè a favore dei Borbone), supportate dall’esercito inglese, condussero una campagna che riuscì a mettere in crisi l’esercito napoleonico.

LA CRISI INTERNA

Tra il 1810 e il 1812 l’economia francese entrò in una fase di crisi, generata in parte dalle difficoltà del settore tessile (che non poteva reggere la concorrenza di quello inglese) e in parte da una serie di cattivi raccolti. Inoltre, per pagare le numerose guerre le tasse erano state alzate e buona parte della popolazione maschile era stata chiamata alle armi.

DALLA RUSSIA A LIPSIA

Dopo aver firmato la pace con la Francia (nel 1807), lo zar di Russia Alessandro I si era impegnato in una serie di campagne militari contro la Svezia, la Turchia e la Persia che, anche se vittoriose, avevano messo in difficoltà le finanze russe. Così, nel 1810, Alessandro I decise di rompere il “blocco continentale” e riprendere il commercio con la Gran Bretagna.

Nel giugno 1812 Napoleone rispose dichiarando guerra alla Russia e marciando verso Est con 700.000 uomini. Le forze russe però evitavano le battaglie campali, nelle quali sapevano che Napoleone avrebbe avuto la meglio, e si limitavano a ritirarsi sempre più nell’immenso entroterra russo devastando campagne e città così che i soldati francesi non trovassero né cibo né case in cui ripararsi. Questa strategia della “terra bruciata” venne applicata anche alla città di Mosca, che venne incendiata poche ore dopo che Napoleone vi aveva fatto entrare l’esercito settembre 1812). Nel frattempo stava per arrivare il temibile inverno russo e così, senza possibilità di rifornimenti, l’esercito di Napoleone batté in ritirata. Fu un disastro: dei 700.000 uomini partiti ne tornarono meno di 50.000 (650.000 fra morti, dispersi e feriti).

A un anno dalla disfatta di Russia le maggiori potenze europee si unirono nella sesta coalizione antifrancese e riuscirono a battere Napoleone nella battaglia di Lipsia (16-19 ottobre 1813).

Dopo quasi un altro anno di cruente battaglie, le forze della coalizione entrarono a Parigi nel marzo 1814.

LA FINE DI NAPOLEONE

Sconfitto sul campo di battaglia e abbandonato da molti sostenitori, Napoleone fu costretto ad abdicare e venne esiliato nell’isola d’Elba con un seguito di appena 1.000 uomini. In Francia tornarono a regnare i Borbone con Luigi XVIII. Tutti i territori controllati o assoggettati negli anni precedenti da Napoleone videro la restaurazione delle precedenti dinastie o vennero presi dalle potenze della coalizione.

In Francia però il malcontento per il ritorno dei Borbone e del sistema feudale era altissimo e così quando Napoleone fuggì dall’Elba, nel febbraio 1815, venne accolto trionfalmente dall’esercito e dalla popolazione francesi.

Per cento giorni Bonaparte tornò a governare la Francia, fino alla decisiva battaglia di Waterloo (18 giugno 1815), in cui venne definitivamente sconfitto dalle forze della settima e ultima coalizione antifrancese, guidate dall’inglese duca di Wellington.

Per impedire nuove fughe, stavolta Napoleone venne spedito in esilio nella piccola isola di Sant’Elena, in pieno Oceano Atlantico, dove, costantemente sorvegliato da truppe britanniche, morì il 5 maggio 1821.

5. IL CONGRESSO DI VIENNA

I PRINCIPI GUIDA

Alla caduta di Napoleone le maggiori potenze della coalizione si erano riunite a Vienna in un grande Congresso internazionale (novembre 1814-giugno 1815) che aveva come scopo ridisegnare la cartina politica europea e restaurare le antiche dinastie sui loro troni. Il cancelliere austriaco Metternich svolse in tutte le trattative un ruolo decisivo di mediatore e principale ideologo della Restaurazione.

Il Congresso di Vienna ebbe al centro due concetti fondamentali:

  • il principio legittimista, che puntava a riportare sul trono i legittimi sovrani;
  • “l’alleanza trono-altare”, secondo la quale i sovrani tornavano ad essere tali per origine divina.

Le teorie dell’illuminismo, i concetti della rivoluzione e i cambiamenti del periodo napoleonico andavano cancellati e dimenticati.

I CAMBIAMENTI TERRITORIALI

L’Impero austriaco, erede del Sacro romano impero, ritornò in possesso della Lombardia, cui aggiunse tutti i territori che erano stati parte della Repubblica di Venezia: nasceva così il regno lombardo-veneto, aggregato alla corona degli Asburgo.

Vennero restaurati i ducati di Parma-Piacenza, Modena e Toscana, che andarono a esponenti della famiglia Asburgica mentre il regno di Napoli e di Sicilia venivano uniti nel regno delle due Sicilie posto sotto il Borbone di Spagna Ferdinando I. Il papa rientrò in possesso dei territori dello Stato pontificio e i Savoia ripresero i territori che avevano avuto in precedenza, con l’aggiunta della Liguria.

La Prussia si espanse notevolmente ai danni degli Stati germanici che erano entrati a far parte della confederazione del Reno e si pose nell’area germanica come alternativa all’Impero asburgico.

La Russia ottenne la Finlandia, la Galizia e la maggior parte del regno di Polonia.

La Gran Bretagna infine tolse alla Francia tutti i suoi possedimenti coloniali nonché l’isola di Malta, fondamentale per il controllo del Mediterraneo.

LE ALLEANZE

Per assicurarsi un periodo di pace duraturo Austria, Prussia e Russia formarono la Santa Alleanza, il cui fine dichiarato era quello di tutelare “la religione, la pace, la giustizia” ma che in verità imponeva ai tre Stati di aiutarsi a vicenda nel caso le popolazioni intendessero riprendere idee di tipo rivoluzionario o liberale.

ESERCIZI

1. Completa il testo.


Napoleone fu il protagonista assoluto della storia d’Europa per oltre ........................................ anni. Dopo essere stato nominato primo ........................................, il 2 dicembre 1804 assunse su du sé la carica di ........................................ dei francesi. Durante tutto il suo governo cercò di conciliare due aspetti diversi: da una parte la costruzione di un potere personale simile a quello di un ........................................, dall’altra la diffusione dell’eredità della ........................................ e dei suoi princìpi, come la libertà e l’uguaglianza di fronte alla legge. La sempre maggiore forza della Francia portò i principali ........................................ europei ad allearsi in ben sette ........................................ diverse nel corso degli anni. L’ultima fu quella che portò alla definitiva sconfitta di Napoleone, nel .........................................

2. Metti nell’ordine temporale giusto le fasi dell’età napoleonica.

  • Le forze della coalizione entrano a Parigi
  • Napoleone è esiliato a Sant’Elena
  • Napoleone istituisce il “blocco continentale”
  • Un plebiscito riconosce a Napoleone la carica di imperatore dei francesi
  • La Francia viene sconfitta dall’Inghilterra a Trafalgar
  • Finisce il Sacro romano impero
  • La Francia dichiara guerra alla Russia
  • Guglielmo III d’Orange prende la corona d’Inghilterra
  • Un plebiscito riconosce a Napoleone la carica di console a vita
  • Napoleone è esiliato all’Elba
  • La Francia viene sconfitta nella battaglia di Waterloo

3. Fai la scelta giusta.


a. Con Napoleone, l’eredità politica e sociale della Rivoluzione viene salvaguardata/cancellata.

b. L’obiettivo del “blocco continentale” è colpire la stabilità economica dell’Inghilterra/della Russia.

c. Napoleone viene definitivamente sconfitto nella battaglia di Waterloo/Trafalgar.

d. Con il Congresso di Vienna le antiche dinastie monarchiche riprendono/perdono il proprio ruolo sui troni d’Europa.

e. La Santa Alleanza viene siglata tra Francia/Austria, Prussia e Russia.