SEZIONE C – L’ETÀ DELLE RIVOLUZIONI

Capitolo 11 – Rivoluzione e Restaurazione tra Europa e Americhe

1. L’INDIPENDENZA DELL’AMERICA LATINA

LE NUOVE NAZIONI DEL CENTRO-SUD AMERICA

Nel 1808, mentre le armate francesi dilagavano nella penisola iberica (⇒ C10.4), le colonie spagnole delle America Latina si ribellarono alla madrepatria. In meno di dieci anni, con l’aiuto di Gran Bretagna e Stati Uniti, si vennero a creare dei governi militari rivoluzionari (juntas) in Venezuela, Paraguay, Argentina e Cile, che riuscirono a ottenere l’indipendenza. Nel 1820, sotto la pressione dei ceti più ricchi e dell’alto clero, anche il Messico proclamò la sua indipendenza. Figura di spicco dei moti d’indipendenza dell’America latina fu il generale Simón Bolívar che diede vita agli Stati Uniti di Colombia (1819) e liberò il Perù nel 1824.

LA RIVOLUZIONE SPAGNOLA

Nel disperato tentativo di riprendere le sue ex colonie, il re di Spagna Ferdinando VII decise di inviare truppe in Sud America. Ma il 1° gennaio 1820 l’esercito spagnolo si rifiutò di imbarcarsi per le Americhe e chiese il ripristino della Costituzione di Cadice. Otto anni prima, infatti, nella città di Cadice era stata firmata una Costituzione che tutelava i diritti individuali e poneva diverse limitazioni al potere regio; con la sconfitta di Napoleone e la restaurazione dei Borbone però la Costituzione era stata annullata.

Appena si diffuse la notizia dell’ammutinamento dei militari i ceti bassi e medi della Spagna si schierarono a loro favore. Ferdinando VII ristabilì la Costituzione e, dopo un lungo periodo di instabilità, fu costretto ad abdicare. La Santa Alleanza (⇒ C10.5) decise allora di intervenire in Spagna per restaurare il legittimo sovrano: nel 1823 Ferdinando VII riprese il trono e attuò una dura repressione.

George Byron e la causa greca

Tra i tanti privati cittadini che presero parte alla lotta greca per l’indipendenza, il più celebre è certamente il poeta e scrittore inglese George Byron (1788-1824), che morì durante la guerra.

L’INDIPENDENZA DEL BRASILE

Negli stessi anni anche il Portogallo visse vicende molto simili: nel 1820 una rivolta dell’esercito, guidata da ufficiali che appartenevano a una società segreta di tipo liberale, impose ai regnanti l’adozione della Costituzione. Anche qui questo causò la reazione della Santa Alleanza e il conseguente ritorno al potere della dinastia portoghese.

Ad approfittarne di questi eventi europei fu però Pietro, figlio del re del Portogallo, che con il consenso del padre e l’appoggio britannico proclamò l’indipendenza del Brasile, dove viveva, assumendone il titolo di imperatore nel 1822.

I LIMITI DEI NUOVI STATI INDIPENDENTI

Gli Stati dell’America Latina che avevano conquistato l’indipendenza condividevano una serie di problemi: 

  • internamente erano divisi a livello socio-economico, etnico e politico; 
  • erano in balia dei caudillos, i condottieri militari a capo di vaste reti clientelari che avevano guidato la rivoluzione e che ora imponevano governi dittatoriali
  • erano privi di classi dirigenti in grado di guidare lo Stato e incapacitati a formarne di nuove.

2. GLI STATI UNITI E IL MANIFEST DESTINY

L’ESPANSIONE TERRITORIALE

Ottenuta l’indipendenza (⇒C8), gli Stati Uniti iniziarono una serie di campagne militari con l’obiettivo di espandere i propri territori. A spingere i “pionieri” alla conquista di nuovi territori vi furono sicuramente motivazioni economiche, ma anche alcuni “miti” molto radicati nella cultura statunitense, come l’American dream, ovvero la promessa di arricchimento, libertà ed eguaglianza per chiunque fosse stato disposto a rischiare e lavorare duramente, e il mito del Manifest Destiny (“destino manifesto”, espressione coniata dal giornalista John L. O’Sullivan nel 1845) secondo il quale gli Stati Uniti avrebbero avuto la missione di conquistare e civilizzare l’intero continente nordamericano.

Questa espansione avvenne principalmente ai danni delle popolazioni  autoctone del continente. Queste “guerre indiane” furono scontri feroci in cui le tribù di nativi americani (che venivano appunto chiamati “indiani” o “pellerossa”) vennero massacrate, deportate in campi di concentramento o costrette con la forza a emigrare in territori isolati e “riserve” da dove poi spesso venivano ricacciati anni dopo.

L’espansione territoriale statunitense si sviluppò principalmente verso i territori d’occidente (il cosiddetto Far West) ma anche contro il Messico, a cui vennero strappati numerosi territori in una lunga serie di sanguinose guerre d’aggressione.

Infine, per espandersi ulteriormente, gli Stati Uniti acquistarono territori dalle potenze europee: nel 1803 comprarono dalla Francia l’intero territorio della Louisiana; nel 1819 fu la volta della Florida, acquistata dalla Spagna; infine l’Oregon venne venduto dalla Gran Bretagna, nel 1846.

LA DOTTRINA MONROE

Nel 1823 il presidente degli Stati Uniti James Monroe pronunciò un discorso di fronte al Congresso nel quale si rivolse alle potenze europee invitandole a non intervenire più in alcun modo nel continente americano; in cambio gli Stati Uniti non si sarebbero intromessi nelle questione europee. Il discorso costituì la base per quella che sarà definita “dottrina Monroe” e venne poi sintetizzato nella formula “L’America agli americani”. Il discorso di Monroe fu la prima occasione ufficiale in cui emerse l’ambizione degli Stati Uniti di tracciare un’area sulla quale esercitare il proprio dominio economico e politico. E l’America Latina, così vicina e disunita, diventava il posto perfetto in cui esercitare questo dominio.

questioni interne, SCHIAVISMO E ABOLIZIONISMO

In politica interna, durante la sua presidenza di Andrew Jackson (1829-37) la politica statunitense divenne definitivamente bipartitica, cioè divisa fra due soli partiti, Repubblicani e Democratici: i primi erano espressione degli interessi finanziari e commerciali delle grandi aziende, delle banche e delle principali città; i secondi avevano invece più seguito fra i latifondisti del Sud.

Il tema che più divideva la politica americana era quello dello schiavismo. Le piantagioni di cotone e tabacco, tanto diffuse nel Sud, erano completamente dipendenti dallo sfruttamento della manodopera schiavile. Nel Nord invece sempre più persone denunciavano l’immoralità e la violenza dell’utilizzo degli schiavi e qui, a partire dagli anni Venti, sorsero le prime campagne per richiedere l’abolizione della schiavitù.

3. IL CLIMA CULTURALE IN EUROPA

I COMPROMESSI DELLA RESTAURAZIONE

In seguito alla caduta di Napoleone la cultura europea si trovò a un bivio: da una parte alcuni volevano seguire la corrente reazionaria della Restaurazione anche in campo culturale; dall’altra intellettuali di tendenze democratiche e liberali denunciarono che non era più possibile un ritorno al passato e che provarci avrebbe soltanto causato nuove rivoluzioni.

Gli stessi fautori della Restaurazione furono costretti a fare i conti con la nuova realtà e a scendere a compromessi. I lasciti napoleonici in campo giuridico-istituzionale (come i codici di leggi o la struttura amministrativa) e gran parte del personale che aveva servito Napoleone in ambito burocratico o militare continuò il proprio servizio.

LE SOCIETÀ SEGRETE E LA CENSURA

L’imposizione di politiche reazionarie, la forte censura e il controllo poliziesco costrinsero alla segretezza e alla clandestinità chiunque avesse idee liberali o democratiche. In tutti i regni nati dalla Restaurazione fiorirono dunque società segrete i cui obiettivi erano: la lotta al dispotismo e al potere temporale della Chiesa, il trionfo delle idee liberali e, talvolta, l’unificazione ed l’indipendenza nazionale.

La più famosa delle società segrete fu la Carboneria, molto diffusa tra gli strati artigianali e popolari e fondamentale, soprattutto in Italia, per promuovere l’idea dell’unità e dell’indipendenza nazionale contro il dominio straniero.

POPOLO-NAZIONE E ROMANTICISMO

Il concetto di popolo-nazione era stato una delle più importanti creazioni intellettuali della Rivoluzione francese e in seguito influenzò profondamente il Romanticismo, la corrente culturale che dominò l’Europa della prima metà dell’Ottocento. L’idea di una comunità che condivide lingua, cultura e tradizioni, e che quindi può definirsi un popolo, aveva generato a sua volta l’idea che ogni popolo avesse il diritto di riconoscersi come libero e dotarsi di uno Stato.

L’idea del diritto all’autodeterminazione trovò grande diffusione presso tutti quei popoli che erano parte di grandi imperi, come quello austriaco o quello ottomano, in cui le loro culture non erano riconosciute.

4. GUERRE E RIVOLTE IN EUROPA ORIENTALE

LA GUERRA D’INDIPENDENZA GRECA

Per secoli l’Impero ottomano aveva unito al suo interno popoli diversi ma con il diffondersi dell’idea di popolo-nazione iniziarono le rivendicazioni d’indipendenza. A partire dal 1820, mentre l’Impero ottomano viveva un periodo di profonda crisi, in Grecia e nelle isole ioniche si diffuse la Filíki Etería, una società segreta che organizzò diverse sommosse per chiedere l’indipendenza. La reazione ottomana fu sanguinaria ma questo non bastò a fermare i ribelli greci che nel 1822 proclamarono l’indipendenza.

I governi di Russia, Francia e Inghilterra intervennero in Grecia con lo scopo di indebolire l’Impero ottomano. Ma molti aiuti giunsero anche da parte di giovai intellettuali e liberali europei che, convinti dei valori che la lotta greca rappresentava, partirono per unirsi ai ribelli.

LA CRISI DELL’IMPERO OTTOMANO

L’Impero ottomano uscì profondamente indebolito dal conflitto. Dopo anni di scontri, con la pace di Adrianopoli (1829) e il successivo trattato di Costantinopoli (1832) fu costretto a riconoscere l’indipendenza greca, ma dovette accettare anche l’autonomia della Serbia, la semiautonomia di Montenegro, Moldavia e Valacchia e l’occupazione francese dell’Algeria.

5. LA FRANCIA DA LUIGI XVIII A LUIGI FILIPPO D’ORLÉANS

IL RITORNO DEI BORBONE E IL REGNO DI CARLO X

Luigi XVIII di Francia, tornato al potere dopo i 100 giorni di Napoleone (⇒ C10.4), aveva ribadito il potere del sovrano sul governo ma aveva anche concesso una carta costituzionale, la charte octroyée, che prevedeva un Parlamento e una limitata tutela dei diritti individuali. Questo tentativo di apertura lasciò però insoddisfatti molti, tra cui i reazionari monarchici oltranzisti (detti anche ultras), i liberali e i bonapartisti (nostalgici di Napoleone).

Alla morte senza figli di Luigi XVIII, gli succedette il fratello Carlo X, convinto sostenitore della politica reazionaria. Il nuovo re Carlo X sciolse la camera e, approfittando della guerra d’indipendenza greca, conquistò l’Algeria ottomana. Quando infine, nel 1830, i liberali vinsero le elezioni, Carlo X attuò un  colpo di Stato per impedire la creazione di un governo a lui non gradito.

LA RIVOLUZIONE ORLÉANISTA

Il 26 luglio 1830 Carlo X emanò quattro ordinanze, con le quali scioglieva la Camera appena eletta, limitava la libertà di stampa, modificava la legge elettorale dando diritto di voto solo agli aristocratici e infine indiceva nuove elezioni. In risposta liberali, bonapartisti, repubblicani e i cittadini di Parigi insorsero. Per tre giorni (le Trois glorieuses, 27-29 luglio), si combatté nelle strade della capitale finché il re e le truppe a lui fedeli furono costretti alla fuga.

Su proposta dei liberali, la corona venne offerta a Luigi Filippo d’Orléans, che il 9 agosto fu proclamato “re dei francesi per volontà della nazione”. La Francia diventava una vera monarchia costituzionale, con nette differenze rispetto al regime precedente: tornò la libertà di stampa, venne abolita la religione di Stato, la bandiera nazionale tornava a essere il tricolore adottato dalla rivoluzione e da Napoleone; ma soprattutto da quel momento l’operato del sovrano sarebbe stato sottoposto al controllo parlamentare. In seguito venne anche allargato il diritto di voto ma rimase su base censitaria, mantenendo quindi fuori dalle urne il 99% della popolazione.

6. IL RESTO D’EUROPA

LA GRAN BRETAGNA TRA WHIGS E TORIES

In questi anni varie monarchie europee si dotarono di una Costituzione: i Paesi Bassi, la Svezia, la Norvegia e anche alcuni Stati tedeschi. Il punto di riferimento per i liberali europei rimaneva tuttavia la Gran Bretagna; una monarchia parlamentare che, seppur priva di una Costituzione scritta, forniva ampie garanzie alle libertà individuali.

In questo periodo la politica britannica fu dominata dal partito dei tories, che favorì gli interessi dell’aristocrazia. In particolare vennero tolti agli operai i diritti di associazione e manifestazione e vennero varate le Corn Laws, leggi che rendevano poco conveniente importare granaglie dall’estero, garantendo quindi la vendita dei prodotti dei latifondi inglesi.

L’INDIPENDENZA DEL BELGIO E L’INSURREZIONE IN POLONIA 

Accorpato al regno dei Paesi Bassi assieme a Olanda e Lussemburgo, nel 1830 il Belgio dichiarò la propria indipendenza. La guerra fu breve e il 4 ottobre 1830 venne proclamata la monarchia costituzionale.

Mentre il Belgio si separava dai Paesi Bassi, anche la Polonia entrò in rivolta per riottenere l’indipendenza perduta. Le truppe zariste però reagirono con ferocia e rapidità soffocando sul nascere la rivolta.

LA CONFEDERAZIONE GERMANICA E LO ZOLLVEREIN

Il Congresso di Vienna aveva dato vita a una nuova entità politica, la Confederazione germanica. Questa non era uno Stato unitario o federale, ma piuttosto un’alleanza politica nella quale la Prussia aveva un ruolo egemone. Nel 1834, dietro proposta prussiana e con il consenso dell’Austria, la Confederazione varò lo Zollverein, ovvero l’unione doganale fra tutti gli Stati membri. Si veniva così a creare un mercato comune, privo di dogane interne, nel cuore dell’Europa, che si rivelerà decisivo per la costruzione e l’integrazione nazionale tedesca.

ESERCIZI

1. Trova la parola.


Zollvereinautoctonocolpo di StatocaudillosCarboneriaRomanticismo


.......................................................... Unione doganale tra gli Stati membri della Confederazione germanica.
.......................................................... Famosa società segreta.
.......................................................... Corrente culturale che dominò l’Europa della prima metà dell’Ottocento.
.......................................................... Chi è stanziato in un dato territorio da un tempo remoto.
.......................................................... Violento cambiamento dell’ordinamento costituzionale vigente.
.......................................................... Condottieri militari che impongono governi dittatoriali in America Latina.

2. Fai la scelta giusta. 


a. Nel 1820 l’esercito spagnolo rifiuta di imbarcarsi per le Americhe perché vuole:

  • l’indipendenza delle colonie.
  • il ripristino della Costituzione.

b. L’espansione degli Stati Uniti si verifica principalmente ai danni delle popolazioni:

  • dell’America Latina.
  • dei nativi.

c. Secondo la “dottrina Monroe”, gli Stati europei devono:

  • interessarsi alle questioni americane.
  • non intervenire nelle questioni americane.

d. Il diritto di un popolo all’autodeterminazione consiste nel:

  • poter scegliere con chi allearsi.
  • riconoscersi come libero e dotarsi di uno Stato.

e. Le Corn Laws inglesi avvantaggiano:

  • i contadini.
  • i proprietari terrieri.