SEZIONE D – IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L’ETÀ DELL’IMPERIALISMO

Capitolo 15 – Borghesi e operai

1. IL SECOLO DELLA BORGHESIA

UNA NUOVA CLASSE SOCIALE

Nelle Fiandre nell’XI secolo con il termine burgenses si indicavano gli abitanti dei borghi, in contrapposizione con i contadini, cioè chi abitava nelle campagne. 

Con la nascita e la diffusione della società industriale l’espressione “borghesia” cominciò a essere utilizzata per indicare quella fascia di popolazione compresa tra i vecchi ceti privilegiati (nobiltà e clero) e la massa di persone che vivevano in condizioni di povertà o che guadagnavano solo ciò che era sufficiente per sopravvivere (come la maggior parte dei contadini e degli operai). In questo senso, la borghesia si impose come la grande protagonista del XIX secolo.

PUNTI IN COMUNE e differenze NEL MONDO BORGHESE

Ancora oggi si usa, spesso in termini negativi, l’espressione “mentalità borghese” per indicare un modo di pensare  bigotto e tradizionale. Questo modo di dire sottolinea quelle che furono le caratteristiche morali, sociali e organizzative comuni della borghesia europea dell’Ottocento. Nella borghesia la famiglia, rigidamente  patriarcale, costituiva il nucleo della struttura sociale. Tutto ciò che andava contro queste regole e contro il concetto di rispettabilità andava condannato. Una morale sessuale molto rigida rifiutava l’omosessualità e il piacere sensuale. Il successo personale e la condizione sociale dipendevano unicamente dal duro lavoro e dal rispetto della moralità; vivere in condizione di povertà o di illegalità quindi risultava essere una colpa del singolo, che non aveva dimostrato sufficiente impegno e rigore.

Al suo interno, la borghesia poteva essere distinta in:

  • alta borghesia, quella formata dai grandi  magnati dell’industria e della finanza, gli imprenditori e i dirigenti;
  • la borghesia più tradizionale, formata dal “ceto medio” dei professionisti (avvocati, medici) e dei dipendenti statali;
  • la piccola borghesia, costituita da impiegati, insegnanti, piccoli commercianti e piccoli professionisti.

2. IL POSITIVISMO

LA FEDE NEL PROGRESSO

Altre caratteristiche tipiche della mentalità borghese erano l’ottimismo e la fiducia nel progresso: infatti, se il successo personale era raggiungibile con serietà e duro lavoro, allora l’umanità era destinata al progresso. E questo trovava conferma nelle innovazioni scientifiche di quegli anni. Proprio la fede nel progresso costituì il nucleo fondamentale di una nuova corrente intellettuale, il positivismo, che si diffuse rapidamente dalla Francia all’Inghilterra, dove divenne la base per il pensiero utilitaristico.

la sociologia

Auguste Comte, filosofo francese, utilizzò il metodo scientifico applicandolo alla società, dando vita a una nuova disciplina: la sociologia.

LA TEORIA DARWINIANA E LE SUE CONSEGUENZE

Rappresentativi dello spirito positivista furono gli studi di Charles Darwin, autore de L’origine della specie. Darwin teorizzò l’evoluzione delle specie dimostrando come, attraverso periodi di migliaia di anni, gli individui più adatti a vivere in certe condizioni ambientali fossero quelli che avevano più probabilità di sopravvivere e dunque di riprodursi passando i propri geni. Questo processo evolutivo, nel quale i geni più deboli erano destinati a scomparire, si applicava anche all’uomo, che era quindi il risultato di una lunga catena biologica di evoluzione che nulla aveva a che fare con la creazione divina.

La teoria dell’evoluzione ebbe un impatto enorme non solo sulla scienza, ma in generale sulla società. Si sviluppò ad esempio il “darwinismo sociale”, secondo cui il principio della selezione naturale poteva essere applicato anche ai rapporti tra gli individui, tra le classi o tra gli Stati. Secondo tale visione, l’uomo “bianco” era la “specie” umana che aveva saputo adattarsi meglio all’ambiente ed evolversi più velocemente, e dunque aveva il diritto (e quasi il dovere) di imporsi con la forza sulle altre “specie umane”. Questo concetto divenne quindi la giustificazione di pratiche come il dominio delle classi sociali più ricche su quelle più povere, il colonialismo e il razzismo.

3. ECONOMIA, TRASPORTI E MEZZI DI COMUNICAZIONE

IL BOOM INDUSTRIALE DEGLI ANNI CINQUANTA E SESSANTA

Oltre allo sviluppo scientifico, l’altro elemento che contribuì fortemente ad alimentare l’ottimismo tipico della cultura borghese ottocentesca fu la crescita economica

Intorno al 1850, l’Europa entrò in un periodo di crescita costante. Con parecchi decenni di ritardo rispetto alla rivoluzione industriale inglese, si diffusero in Europa la macchina a vapore, i filatoi e telai meccanici, il combustibile minerale (carbon coke) e, a livello imprenditoriale, le  società per azioni. L’espansione dei settori siderurgico e meccanico causarono un aumento dei profitti che portò all’aumento dei salari e a un conseguente aumento dei prezzi.

La nuova rapidità con la quale si producevano merci e macchinari portò però a uno squilibrio nel sistema di domanda e offerta, e fra il 1857-58 e il 1866-67 si verificarono due crisi economiche. Si trattava però di un tipo di crisi diverso rispetto al passato: alla base non vi erano più carestie o cattivi raccolti, bensì un eccesso di produzione

Tali “crisi di sovrapproduzione” generavano improvvisi cali dei prezzi, crolli in borsa e fallimenti a catena di numerose aziende. Si trattava di un fenomeno destinato a ripetersi, legato all’evoluzione dell’economia internazionale, e per questo si parla di “crisi cicliche”.

LE CAUSE DELLA CRESCITA ECONOMICA

Le cause di questa crescita economica europea furono diverse.

  • Innanzitutto si assistette alla fine delle politiche protezionistiche, all’apertura al mercato internazionale, e all’applicazione di una serie di cambiamenti a livello giuridico e nel mercato del lavoro (come la mitigazione delle pene per i condannati per debiti o per fallimento, e la diffusione di cartamoneta e assegni).
  • Inoltre, per dare vita a nuovi impianti industriali era necessario investire da subito grosse somme di denaro, di solito prestate dalle banche. Un elemento fondamentale fu quindi la nascita delle cosiddette “banche di investimento” o “banche di affari”, istituti che non si limitavano più alla raccolta del risparmio e all’offerta di credito a breve termine, ma finanziavano investimenti a lungo termine nelle imprese.
  • In Germania vennero scoperti nuovi giacimenti minerari (in particolare quello della Ruhr), da cui si potevano estrarre materiali ferrosi e soprattutto carbone, necessario alle industrie.
  • Infine, grazie ai progressi tecnologici, si verificò una rivoluzione dei trasporti e delle comunicazioni. La diffusione di battelli a vapore e soprattutto della ferrovia influì anche sul commercio, perché permise di importare materie prime e trasportare merci con rapidità ed efficienza, contribuendo alla creazione di un mercato internazionale. Inoltre l’invenzione del telegrafo negli anni Trenta permise di comunicare in maniera quasi immediata a qualsiasi distanza. Infatti, grazie al codice Morse, le lettere, la punteggiatura e i numeri erano tradotti in una sequenza di impulsi elettrici che, viaggiando attraverso dei fili, potevano mettere in comunicazione anche i due lati del canale della Manica (1851) e poi le due coste atlantiche (1866).

4. L’INFLUENZA DI KARL MARX

IL SOCIALISMO

Tutti questi cambiamenti trovarono molti sostenitori, ma anche qualche critico, soprattutto all’interno del socialismo

La teoria del socialismo comprende al suo interno molte correnti e dottrine diverse, ma tutte hanno in comune l’obiettivo di riorganizzare la società secondo principi di eguaglianza sociale e di combattere le concezioni individualistiche della vita e del lavoro, tipiche del mondo borghese.

IL MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA

In questo quadro teorico, una svolta fu segnata dalla comparsa di una nuova forma di socialismo, il “socialismo scientifico” o marxismo, dal nome del filosofo tedesco che la teorizzò, Karl Marx. Nel 1848 venne pubblicato Il Manifesto del partito comunista, scritto da Marx insieme a un altro giovane pensatore tedesco, Friedrich Engels. Il breve testo si proponeva di esporre il pensiero e il programma politico della Lega dei Comunisti, un’associazione nata nel 1847. Secondo il comunismo, un sistema economico che garantiva l’arricchimento di pochi e il progressivo impoverimento dei lavoratori avrebbe prodotto disuguaglianze sociali che potevano essere cancellate solo con una rivoluzione che avesse portato all’abolizione della proprietà privata e alla nascita di un nuovo tipo di società. Protagonisti di tale rivoluzione erano gli operai, che avrebbero dovuto assumere una propria  coscienza di classe, contrapposta alla borghesia e da essa sfruttata.

IL CAPITALE

L’opera più importante di Marx fu Il Capitale (1867) che presenta una dettagliata analisi delle leggi e dei meccanismi su cui si fondava l’economia industriale ottocentesca, basata, secondo Marx, sul capitale, cioè sull’accumulo di ricchezza da parte dei proprietari delle fabbriche. Tracciando una sorta di storia del capitalismo, cioè del sistema economico fondato sul capitale, Marx ne arrivava a prevedere gli sviluppi. Il capitalismo si basava infatti sullo sfruttamento del lavoro degli operai da parte degli imprenditori, che garantiva sì l’arricchimento di questi ultimi ma aumentava l’insoddisfazione di una massa crescente di lavoratori, il cosiddetto proletariato industriale. Inoltre si sarebbe inoltre progressivamente ridotta la capacità del mercato di assorbire i beni prodotti in modo sempre più massiccio, e questo avrebbe causato il moltiplicarsi di sempre più frequenti crisi cicliche. In un futuro ormai imminente, il sistema capitalistico sarebbe stato dunque destinato a implodere

Il pensiero di Marx ha esercitato una profonda influenza sulla storia del movimento operaio e, più in generale, sulla storia e sull’evoluzione politica mondiale, specie nel XX secolo.

5. IL MOVIMENTO OPERAIO INTERNAZIONALE

IL MOVIMENTO OPERAIO IN EUROPA

Nel corso dell’Ottocento il numero degli operai crebbe esponenzialmente ma le condizioni di vita e di lavoro non migliorarono, al punto che si impose sempre più all’attenzione pubblica il tema della “condizione operaia”: turni di lavoro massacranti, nessuna tutela e sicurezza sul posto di lavoro, salari bassi (per quanto più alti rispetto a quelli di altri settori economici) e condizioni di vita diverse da quelle borghesi.

In Gran Bretagna la coscienza di classe operaia si mostrò per la prima volta. Dopo la sconfitta del luddismo e del cartismo (⇒ C12.5), si rafforzarono le Trade Unions (le organizzazioni sindacali) e la sinistra parlamentare, più vicina ai bisogni delle classi lavoratrici. Nel 1868 fu costituito il Trade Unions Congress, che riuniva tutti i delegati dei maggiori sindacati britannici. In Francia e Italia la vita dei movimenti operai fu più difficile e spesso costretta a una semi-clandestinità, mentre nel mondo tedesco la classe operaia divenne in breve tempo forte e numerosa.

Il primo partito operaio su scala nazionale

Figura di riferimento in ambito operaio nel mondo tedesco fu Ferdinand Lassalle, un intellettuale convinto che il sistema capitalistico potesse essere cambiato dall’interno, senza la necessità di una rivoluzione, ma attraverso l’esercizio del suffragio universale. Nel 1863, Lassalle fondò in Prussia l’Associazione generale dei lavoratori tedeschi, primo importante esempio di partito operaio attivo su scala nazionale.

L’INTERNAZIONALE DEI LAVORATORI

Il primo contatto tra movimenti operai di diversi paesi si tenne a Londra nel 1862. Due anni dopo venne fondata l’Associazione internazionale dei lavoratori, un’organizzazione permanente aperta ai rappresentanti di tutti paesi. 

Alla prima riunione, poi nota come Prima Internazionale, parteciparono le delegazioni di Gran Bretagna, Francia, Italia e vari esuli, tra i quali Marx. Già da quel primo incontro però emersero chiare divisioni interne.

MARX CONTRO BAKUNIN

Una delle principali divisioni all’interno della Prima Internazionale fu quella tra socialisti e anarchici. I primi seguivano l’idea di Marx che gli operai dovessero unirsi per dare vita a un nuovo tipo di Stato basato sulla “dittatura del proletariato”, cioè a una società comunista che condividesse i mezzi di produzione

Il rivoluzionario russo Michail Bakunin invece, punto di riferimento degli anarchici, proponeva che l’idea stessa di Stato fosse abbattuta e non solo dagli operai, ma da tutti i lavoratori che avrebbero dovuto agire violentemente per ottenere una nuova vera libertà.

Negli anni successivi Marx ed Engels misero in minoranza Bakunin e nel 1876 l’Internazionale venne sciolta. L’influenza bakuniana rimase comunque forte per alcuni anni, specie in quei paesi che non avevano ancora conosciuto un adeguato sviluppo industriale.

6. POSIZIONE DEL MONDO CATTOLICO

IL LUNGO PAPATO DI PIO IX

Nel frattempo, nel 1846 era divenuto papa Pio IX, che rimase a capo della Chiesa fino alla sua morte, il 7 febbraio 1878. Il suo ancora oggi è stato il pontificato più lungo nella storia della Chiesa cattolica. Ultimo dei sovrani reazionari in Italia, Protagonista dell’Italia risorgimentale (⇒C13 e C14), durante il suo pontificato cercò in ogni modo di ristabilire i principi tradizionali, criticando aspramente la società contemporanea. Nel 1864 con l’ enciclica Quanta cura, si scagliò in un colpo solo contro il liberalismo, la democrazia e il socialismo. Insieme all’enciclica fece inoltre pubblicare il Sillabo, una sorta di elenco degli “errori del secolo”, con il quale condannava la sovranità popolare, la laicità dello Stato, la libertà di stampa e di opinione. Il punto più controverso della politica di Pio IX lo si raggiunse però con il Concilio Vaticano I, convocato nel 1868 e concluso nel 1870, in cui il pontefice fece proclamare il  dogma dell’infallibilità papale in materia di fede e di morale. L’autorità del papa diventava così indiscutibile, anche per il concilio dei vescovi. I risultati furono però l’isolamento politico e diplomatico della Santa Sede e l’allontanamento di buona parte dei cattolici dalle posizioni politiche della Chiesa.

I MOVIMENTI CRISTIANO-SOCIALI

Mentre il Vaticano cercava in tutti i modi un ritorno al passato, il mondo cattolico non rimase fermo difronte alle sfide sociali e politiche poste dal mondo moderno. In Francia, Belgio, Austria e soprattutto Germania si diffusero movimenti cristiano-sociali, che si ispiravano cioè alla dottrina cattolica per sviluppare un programma politico e sociale. Questi movimenti facevano appello alla pietà e al senso di responsabilità delle classi più ricche e alla cooperazione fra i lavoratori, e promuovevano una politica di intervento dello Stato in favore dei lavoratori.

ESERCIZI

1. Trova la parola.


enciclica • magnate • bigotto • capitalismo • positivismo


.......................................................... Sistema economico fondato sul capitale.
.......................................................... Lettera del papa ai vescovi e a tutti i fedeli.
.......................................................... Corrente intellettuale che si basa su una profonda fiducia nel progresso.
.......................................................... Persona con un grande potere economico nel campo dell’industria e della finanza.
.......................................................... Persona che segue in modo acritico tutte le regole di una comunità religiosa.

2. Completa il testo.


Con il termine borghesia si indica quella fascia di ........................................ compresa tra i vecchi ........................................ privilegiati (come nobiltà e ........................................) e la massa di persone che guadagnano solo ciò che è sufficiente per sopravvivere (come contadini e ........................................), che divenne protagonista con la diffusione della ........................................ industriale. I valori della borghesia sono la ........................................ patriarcale, il successo personale che scaturisce dal duro ........................................, il rispetto della moralità e la fiducia nel .........................................

3. Fai la scelta giusta.


a. Secondo Marx i borghesi/gli operai devono assumere una coscienza di classe.

b. La Prima Internazionale è la prima riunione dell’Associazione internazionale dei borghesi/lavoratori.

c. Alla prima Internazionale si scontrano socialisti e comunisti/anarchici.

d. Il paese in cui per primo si mostra la coscienza operaia è la Francia/Gran Bretagna.

e. Con l’enciclica Quanta cura il papa Pio IX elogia/critica la società contemporanea.