Le storie di Galatea San Benedetto, l’uomo che voleva far lavorare i monaci Montecassino, 540 d.C. Il pane è al centro della tavola. Benedetto sorride, mentre la litan del monaco che legge le Sacre scritture accompagna il q eto masticare d confratelli. È il momento che più gli p ce della g rnata: q ndo ins me si ritrovano nel refettor per pranzare. Sono decine i monaci, perché da q ndo ha fondato lì un monastero arrivano ogni g rno g vani decisi a dedicare la loro vita a D e a vivere con l . Benedetto prende una pagnotta, e la spezza, assagg ndone un boccone. Un gesto semplice, ma non così scontato. Per ben d volte, in passato, è dovuto scappare da altri monasteri, perché i monaci hanno cercato di avvelenarlo. Non lo amavano. O megl , non amavano l’id che ha l di come si serve il Signore. Volevano, loro, ritirarsi dentro conventi e pregare, senza avere alcun rapporto con la popolaz ne, come si faceva in Or nte. Benedetto no. L non voleva pregare per ritirarsi dal mondo: voleva pregare e avere dalla pregh ra l’ispiraz ne per cr re un mondo migl re. ia ui ei ia io ua ie io ua io io io ui ia ue io ea ui ai io ie ui ie io ea io Lo ha fatto scrivere nella Regola del s monastero. Tutti i monaci, oltre ad ascoltare la parola di D , devono impegnarsi in concreto: coltivare i campi, bonificare le paludi, produrre cibo per i poveri che sono allo stremo. uo io Q lcuno dice che Benedetto v ne da un’antica famigl romana, q lla degli Anici, e che i s i avi sono stati consoli e imperatori. A l è rimasto il loro sano b n senso pratico: la gente non può amare D e avere fiduc in l , in un mondo che va a rotoli. Ma siccome adesso i consoli e i magistrati romani non ci sono più, e tutta la struttura dell’antico impero è crollata, tocca a l , mo di D , rimettere le cose in sesto. ua ie ia ue uo ui uo io ia ui ui uo io Q ndo era g vane si era rifug to in una grotta per fare l’eremita, ma presto la gente d dintorni si era presentata lì davanti. Non per ch dergli miracoli, ma per ch dere uto. E l aveva capito che per essere credibile come santo devi trovare soluz ni problemi pratici. D n momenti pegg ri non ch de che i s i servi si isolino, ma che si d no da fare. Sorride, Benedetto. : le mani, il Signore, ce le ha date per utare i fratelli, non solo per cong ngerle in pregh ra. ua io ia ei ie ie ai ui io ai io ei io ie uo ia Ora et labora ai iu ie  Asset ID: 142 ( )  sto-audlet-san-benedetto-luomo-che-voleva80.mp3 Audiolettura Che cosa c’è di vero Benedetto da Norcia (480 ca.-547) fu una figura di grande importanza: grazie a lui la vita religiosa organizzata in comunità di monaci, una pratica nata in Oriente, si diffuse in tutta l’Europa, dove gran parte dei monasteri adottò la sua Regola. All’inizio però il suo cammino non fu semplice: prima di fondare Montecassino, il monastero in cui è ambientata questa storia, sfuggì davvero a due tentativi di avvelenamento. La provenienza di Benedetto dalla famiglia romana degli Anici non è dimostrata. Perché te l’ho raccontato Come studierai in questo capitolo, nel Medioevo i monasteri erano un punto di riferimento importante per la popolazione, non solo dal punto di vista religioso, ma anche economico e pratico. E fu proprio la Regola di san Benedetto – riassunta nell’espressione latina  Ora et labora  (prega e lavora) – a favorire la ripresa economica dei territori in cui i monasteri venivano fondati. Le tue emozioni Benedetto all’inizio voleva vivere lontano da tutto e da tutti per dedicarsi alla preghiera, ma poi decise di dare aiuto a chi glielo chiedeva. Ricordi un momento in cui hai aiutato un’amica o un amico in difficoltà? Quali emozioni hai provato? ENTRA NEL CAPITOLO 8 – La vita religiosa in città e in campagna