Le storie di Galatea A Canossa, nel castello di Matilde Canossa, 1077 «Padre Santo, lo dovete far entrare. Morirà di freddo, altrimenti!» La contessa Matilde non r sce a nascondere nella voce un moto d’ans , per q nto s abit ta a comportarsi con freddezza e a valutare, da politica, ogni gesto e parola. Q llo che attende da tre g rni avvolto in un s o, in mezzo alla neve, f ri dalla porta del s castello non è solo l’imperatore Enrico IV: è s cugino. Si conoscono fin da bambini. Matilde è stata in German a corte, da ragazzina. Anche se, più che ospite, era q si ostagg , perché Enrico III non si fidava del grande potere che aveva Matilde, unica erede di Bonifac conte di Toscana: l’intero Nord Ital , in pratica, era s . Ma il cugino Enrico IV era sempre stato gentile con l . E ora vederlo lì, tremante, le fa male. Certo, si è meritato q ll’umil z ne. Ha osato ribellarsi contro il papa, pretendendo di nominare l , l’imperatore, i vescovi di Milano, Fermo e Spoleto. ie ia ua ia ua ue io ai uo uo uo ia ua io io ia uo ei ue ia io ui Papa Gregor VII non può accettare che l’imperatore scelga al posto s chi eleggere come vescovo: e così si è arrivati alla scomunica. Sono d mini testardi, Enrico e Gregor , e l li conosce bene entrambi. Perché se di Enrico è cugina, di Gregor è da anni fedele consigl ra e comandante militare. Sì, l , una donna, è a capo degli eserciti papali. Del resto, è abit ta a gestire castelli e battagl . Sulle s terre comanda come una regina. Per q sto ora può g rdare negli occhi il papa, ospite nel s castello, e ch dergli di accordare al cugino il perdono. «Ha capito. Fatelo entrare. Accetterà le nostre condiz ni» assicura. io uo ue uo io ei io ie ei ua ie ue ue ua uo ie io «Ne s certa, figl la?» ch de il papa, titubante. ei io ie «Sì. E se oserà ribellarsi ancora, ci sarò sempre a difendervi, con i m i eserciti.» io ie Il vecch papa sorride. Ha imparato a fidarsi di Matilde perché il s istinto politico non sbagl m . Le sorride: «Gli imperatori passano, Matilde, ma il t nome resterà per sempre nella stor dopo oggi. Sar sempre la contessa che ha salvato il papa e umil to un imperatore». io uo ia ai uo ia ai ia Matilde ann sce e mostra il s anello, che porta iscritta come motto una frase in latino. La legge: «Il m nome è Matilde, ». ui uo io se sono q ua lcosa è per graz ia di D io  Asset ID: 144 ( )  sto-audlet-a-canossa-nel-castello100.mp3 Audiolettura Che cosa c’è di vero Matilde di Canossa fu una delle più importanti feudatarie dell’Impero: contessa di Toscana e in seguito vicaria (cioè sostituta) dell’imperatore in Italia, rivestì anche il ruolo militare di comandante delle truppe papali. L’episodio narrato avvenne realmente, nel 1077, e da allora l’espressione “andare a Canossa” è diventata proverbiale: vuol dire ammettere una colpa e accettare pubblicamente una sconfitta, come dovette fare l’imperatore Enrico IV per ottenere il perdono di papa Gregorio VII. Perché te l’ho raccontato L’episodio di Canossa è un episodio centrale nel periodo che stai per studiare, dominato da un aspro scontro tra papa e imperatore, la cosiddetta lotta per le investiture. Entrambi, infatti, rivendicavano il diritto di nominare i vescovi, che ormai non erano più solo delle figure religiose ma amministravano e governavano i feudi in cui era diviso l’Impero, e quindi rivestivano un ruolo determinante nella politica del tempo. Le tue emozioni L’imperatore Enrico IV fu costretto a umiliarsi per ottenere il perdono del papa: una punizione molto severa. Tu che cosa ne pensi? Hai mai subito un’umiliazione? Come hai reagito? ENTRA NEL CAPITOLO 10 – Lo scontro tra Impero e Papato