Le storie di Galatea Odoacre il barbaro, un uomo clemente Ravenna, 476 d.C. «Signore, ecco q l’ gusto. Volete che lo uccid mo?» ui au ia Od cre, seduto sul trono nel Palazzo di Ravenna, g rda il fanc llo che il s l gotenente ha trascinato lì. È Romolo, imperatore d’Occidente. Ma è solo un ragazzino, con addosso una tunica troppo larga. S padre, Flav Oreste, è stato ucciso a P cenza. Romolo lo fissa determinato, e dice: «S un mo cattivo, non pensare di farla franca. Da Costantinopoli inv ranno un esercito, per punirti». oa ua iu uo uo uo io ia ei uo ie In r ltà l l’ha solo sentita nominare, q lla città. Ma dal rispetto misto al timore con c veniva citata a corte, ha capito che è lì che si decidono orm i destini del mondo. ea ui ue ui ai Od cre scopp a ridere: «Piccolo, a Costantinopoli non ti hanno nemmeno m considerato un vero imperatore. Ti abb mo messo sul trono, t padre e , solo perché entrambi s mo barbari. Tu invece s figl di una nobile romana, e come paravento andavi bene. Sono stato al g co perché t padre aveva promesso di dare m i mini denaro e terre. Ma p si è rimang to tutto. Fra n barbari la parola conta, e l non l’ha rispettata. Così l’ho sconfitto. Nessuno verrà a portarti uto da Costantinopoli: l’imperatore Zenone, che adesso è sul trono, non ha tempo di mandare un esercito in Occidente. E p per cosa, per un ragazzetto che nemmeno conosce?». oa ia ai ia uo io ia ei io io uo ai ie uo oi ia oi ui ai oi Una grossa lacrima scorre sul volto del fanc llo. Od cre è intenerito: «S appena un bambino, Romolo. Andr a Napoli, nella villa imper le. Forse non lo credi, ma ti sto facendo un favore. Comandare è un lavoro sporco: lasc lo fare a chi ha lo stomaco di farlo, come me». iu oa ei ai ia ia «H detto tu che i romani non accetteranno m per imperatore un barbaro» gli fa presente Romolo. ai ai «Non vogl che mi ch mino imperatore, mi accontenterò di reggere l’Ital in nome di Zenone.» P si rivolge a uno d s i mini: «Tu! Preparati a scortare l’ gusto Romolo nella villa di Napoli. Consideralo sotto la m protez ne!». io ia ia oi ei uo uo au ia io Il g rr ro è perplesso: «Non uccid mo il ragazzo, signore? Perché?». ue ie ia Od cre sorride: «Perché s mo barbari. Non mostri». oa ia Asset ID: 135 ( ) sto-audlet-odoacre-il-barbaro10.mp3 Audiolettura Che cosa c’è di vero Nel 476 d.C. l’imperatore d’Occidente Romolo Augustolo, figlio del generale barbaro Flavio Oreste e di una nobildonna romana, fu fatto prigioniero dal generale barbaro Odoacre. Quest’ultimo si era ribellato a Flavio Oreste e lo aveva ucciso; al giovanissimo imperatore invece fu permesso di vivere, a patto di trasferirsi nella città di Napoli. La storia che hai letto racconta di un incontro fra Odoacre e Romolo, avvenuto dopo la rimozione dal trono di quest’ultimo: non si sa se i due si siano mai parlati, ma un loro ipotetico colloquio potrebbe essersi svolto così. Perché te l’ho raccontato Come studierai in questo capitolo, la deposizione di Romolo Augustolo è l’episodio che segna la fine dell’Impero romano d’Occidente. La storia ti fa capire anche che, durante la crisi dell’Impero, generali di origine barbara come Flavio Oreste e Odoacre facevano spesso carriera nell’esercito e ottenevano grande potere. Questi barbari cresciuti dentro l’Impero non erano intenzionati ad abbatterlo: desideravano solo gestirlo al meglio e garantire ai loro popoli la possibilità di vivere al suo interno. Questa mentalità favorì la nascita dei regni romano-barbarici. I tuoi pensieri Prova a metterti nei panni di Romolo: come risponderesti alle parole di Odoacre? ENTRA NEL CAPITOLO 1 – La fine dell’Impero romano d’Occidente