Le riforme della zarina 5 Sof Federica Augusta di Anhalt-Zerbst era una principessa tedesca, divenuta zarina in seg to al , nipote di P tro il Grande ed erede al trono di Russ . Dopo aver fatto assassinare il s stesso marito nel 1762, dopo solo s mesi dall’insed mento come zar, governò da sola per più di trent’anni, fino al 1796, assumendo il nome di . Una principessa tedesca sul trono di Russia ia ui matrimon io con P ie tro III ie ia uo ei ia Caterina II studio con metodo ▶ Memorizzo Regno di Caterina II 1762-96 La zarina Caterina II. Caterina la Grande attuò una , ampl ndo ancora di più i confini dell’Impero russo, spec lmente verso sud-est, danni dell’Impero ottomano. In politica interna si g dagnò, al pari di Federico II di Pruss , la fama di per un : limitò fortemente il potere e l’infl nza della ricchissima Ch sa ortodossa (alla q le fece confiscare numerosi beni e propr tà), introdusse l’istruz ne elementare statale e grat ta (sebbene solo nelle città e non nelle campagne, dove viveva la magg r parte della popolaz ne russa) e garantì una moderata libertà di stampa. Le politiche “illuminate” della zarina politica estera aggressiva ia ia ai ua ia despota illuminata ristretto numero di az io ni di governo ue ie ua ie io ui io io studio con metodo Comprendo ▶ Rispondi sul quaderno. – Quali introdusse ? riforme Caterina II In r ltà il fu, nel s complesso, . P ché aveva bisogno dell’appogg della nobiltà, la zarina permise che lo strapotere degli aristocratici sul resto della soc tà crescesse ancora di più, spec nelle campagne. Una scopp ta nelle grandi p nure russe, che prese il nome dal s capo, Emel’jan , portò alla sollevaz ne di una massa di contadini tra il 1773 e il 1775: ob ttivo della rivolta era l’aboliz ne della e il migl ramento delle condiz ni di vita d contadini. Caterina respinse le rich ste d s i sudditi e utilizzò l’esercito per soffocare nel sang la protesta. Le contraddizioni della politica di Caterina II ea governo di Caterina uo tutt’altro che aperto verso le novità e le riforme oi io ie ie rivolta ia ia uo Pugačëv io ie io ▶ servitù della gleba io io ei ie ei uo ue servitù della gleba: la condizione di un coltivatore privo di libertà personale, legato alla terra in cui vive e lavora. I servi della gleba erano, di fatto, una sorta di schiavi al servizio del proprietario delle terre in cui lavoravano. poco spazio alle DONNE nella società dei lumi Contrariamente a quanto forse si potrebbe pensare, l’Illuminismo fu un e che non segnò particolari progressi nella condizione delle donne e nel riconoscimento dei loro diritti. A parte le figure di alcune sovrane che si impegnarono per dare applicazione a certi princìpi e ideali illuministici, come Caterina II in Russia o Maria Teresa d’Asburgo in Austria, i protagonisti di questo movimento culturale furono quasi tutti uomini. Nella cultura europea settecentesca erano infatti diffusi alcuni : erano considerate come dominate dalle emozioni, inclini alla superstizione e all’influenza della religione, quindi lontane dalla capacità di sviluppare un pensiero critico e razionale. Inoltre, dal punto di vista giuridico, la femmina era posta di fatto , e le erano . Solo nei ceti sociali più ricchi e nella nobiltà potevano presentarsi per le donne maggiori opportunità di vita e di carriera. fenomeno culturale quasi esclusivamente maschile pregiudizi sulle donne sotto la tutela del padre e, in seguito, del marito proibiti quasi tutti i lavori e le possibilità di istruzione In questo contesto, molti filosofi e pensatori illuministi non si pronunciarono a favore del miglioramento delle condizioni della donna, mostrando anzi di condividere spesso i pregiudizi. Persino , forse l’esempio più significativo di intellettuale illuminista, da un lato celebrava l’operato delle grandi sovrane della storia e si rammaricava dello stato di ignoranza e di dipendenza dagli uomini ai quali le donne erano costrette; dall’altro, però, mostrò in molte sue opere di condividere numerosi pregiudizi sulle donne, in particolare a proposito della loro eccessiva tendenza a farsi dominare dalle emozioni e dai vizi. Voltaire