Le storie di Galatea Edmund Cartwright e i problemi del progresso Manchester, Knott Mill, 1790 Il fumo si alza in piccole spire nere d resti bruc cch ti di muri. Q llo che doveva essere il grande edific della fabbrica di Robert Grimshaw ora è un cumulo di macer . ai ia ia ue io ie «Sono stati i tessitori! Hanno appiccato il f co perché temevano che i t i tel avrebbero tolto loro il lavoro!» dice Grimshaw, fur so. uo uo ai io L’ mo accanto a l sc te la testa, affranto: «Non r scono a capire che le m macchine non sono fatte per pegg rare la loro vita, ma per renderla migl re!». uo ui uo ie ie io io Edmund Cartwright è un mo dall’aspetto modesto e bonar . Del resto è un mo di ch sa, uno stud so, e fa l’inventore perché è un mest re che si addice al s carattere schivo e pacifico. uo io uo ie io ie uo Il s ob ttivo è migl rare il mondo, magari anche di poco. Per q sto da anni sta cercando di mettere a punto una macchina in grado di tessere in man ra tomatica. Il lavoro di tessitore a mano è complesso e faticoso: ore e ore passate al tel o, con la vista che si fa sempre più f ca, le mani impegnate a intrecc re fili su fili, e una resa in fondo modesta: q lche pezza di tessuto al g rno. Le s macchine sono invece in grado di produrre molta più stoffa, con meno fatica. Non solo un enorme g dagno per gli imprenditori, ma anche per gli oper , che dovranno faticare di meno. Ma farlo capire a tutti è così difficile! Sono anni che si affanna per risolvere i mille problemi tecnici che le macchine di q sto tipo presentano. Ma riparare congegni è facile, il difficile è conq stare la fiduc degli esseri umani. uo ie io ue ie au ai io ia ua io ue ua ai ue ui ia «Non vogl no sentire rag ni, Edmund. Dicono che q ste n ve macchine li rovineranno, togl ranno loro il lavoro e li porteranno alla miser più nera! G rda che cosa hanno fatto!» io io ue uo ie ia ua «Ma poss mo sempre rimettere in p di la fabbrica, costr re n ve macchine…» replica Edmund speranzoso. ia ie ui uo Robert scuote la testa: «No, non posso. Non ho più soldi per ricominciare. Mi devo arrendere. Le tue sono belle invenzioni, Edmund, ma non hanno un futuro. La gente non accetterà mai che le macchine lavorino al posto degli esseri umani!». Edmund non risponde. Non è possibile che la sua magnifica invenzione finisca così. Lui sa che il futuro è fatto di macchine che faranno il lavoro degli uomini, e di uomini che saranno finalmente liberi dalla fatica. Un giorno anche i tessitori spaventati dal progresso lo capiranno. E la sua invenzione, il telaio meccanico, piacerà a tutti, anche a loro.  Asset ID: 2009 Che cosa c’è di vero Nell’Inghilterra di fine Settecento, grazie alle innovazioni e all’invenzione di nuove macchine (tra cui il telaio meccanico di Edmund Cartwright nel 1787), fu possibile produrre di più e a un costo inferiore. I lavoratori però temevano che in questo modo avrebbero perso il posto di lavoro, così spesso si verificarono episodi di distruzione nelle fabbriche, come in questo racconto. Cartwright lottò tutta la vita contro questi pregiudizi, ma ormai il cammino era segnato: la sua invenzione aveva aperto la strada alla rivoluzione industriale. Perché te l’ho raccontato La Prima rivoluzione industriale cambiò profondamente i modi e i ritmi del lavoro, e di conseguenza l’intera società, che assistette alla nascita di una nuova classe sociale, quella degli operai. Come vedrai in questo capitolo, la diffusione della meccanizzazione non fu facile. I lavoratori infatti non erano convinti che le nuove invenzioni avrebbero migliorato le loro condizioni di vita: gli orari di lavoro erano massacranti e gli operai lottarono tutto il secolo successivo per ottenere diritti e rispetto. I tuoi pensieri Secondo te, che cosa si dovrebbe fare per migliorare il mondo? Ritieni che il progresso sia sempre sinonimo di miglioramento? ENTRA NEL CAPITOLO 10 – La Prima rivoluzione industriale