Le storie di Galatea La gabbia dorata di Napoleone Isola d’Elba, 26 febbr o 1815 ai «Puzza di vernice. Q nto la od !» ua io «Ti mancherà, q ndo torner con me a Parigi!» ua ai P lina Bonaparte arricc il naso aristocratico. Attorno a l , pare s passato un ciclone: tappezz ri, oper , imb nchini lavorano a ritmo frenetico. In mezzo a q l trambusto, il fratello Napol ne pare a s ag , ma del resto l è a s ag ovunq . Da q ndo è arrivato a Portoferr o, all’Elba, a magg dell’anno prima, l’intera isola è diventata un cant re. Ha scelto come s abitaz ne la Villa d Mulini, ma era troppo piccola, e ha fatto costr re altre stanze per ospitare la mogl Mar L sa d’Austr e il figl Napol ne, che credeva lo avrebbero ragg nto. Non sono m venuti. Ma è arrivata l , s sorella, P lina. Come sempre al s f nco, nel bene o nel male. ao ia ei ia ie ai ia ue eo uo io ui uo io ue ua ai io ie ua io ei ui ie ia ui ia io eo iu ai ei ua ao uo ia «S deciso ad andare?» gli ch de con tono apprensivo. ei ie «Devo approfittare dell’occas ne. Il colonnello Campbell, q l cane da g rd che gli inglesi mi hanno assegnato, è andato a Livorno a trovare la s amante. Partirò domani mattina, con i m i fedeli. La Franc ha bisogno di me, è nel c s, i m i mini sono pronti a insorgere contro il governo imposto d m i nemici. Caccerò L gi XVIII dal trono a s n di calci! Dammi tempo un mese, e tu e nostra madre potrete trasferirvi di n vo alla regg !» io ue ua ia ua ie ia ao ie uo ai ie ui uo uo ia Napol ne sorride. Davvero i s i nemici credevano di poterlo rendere inoffensivo confinandolo su un’isola, l che aveva comandato l’intera Europa? eo uo ui Con un gesto improvviso, la sorella lo abbracc : «Promettimi che star attento, che non correr rischi inutili». ia ai ai Napol ne la stringe: «Non è evitando i rischi che si diventa Napol ne, m adorata. E lo sono, non posso essere altro». eo eo ia io La luce del tramonto riverbera sul mare dell’Elba. Napol ne alza la testa, deciso: è ora di riprendersi ciò che è s . eo uo Asset ID: 2012 Che cosa c’è di vero Napoleone Bonaparte, il generale che divenne imperatore di Francia e che conquistò mezza Europa, nel 1814 fu costretto da Prussia, Russia, Austria e Inghilterra ad abdicare. Fu mandato in esilio all’isola d’Elba, ma in realtà si mantenne in contatto con i suoi uomini e pianificò la fuga per tornare a Parigi e riprendere il potere. Governò ancora per cento giorni, dal 20 marzo all’8 luglio 1815, ma dopo l’ultima e definitiva sconfitta in battaglia venne catturato e mandato in esilio questa volta a Sant’Elena, un’isoletta in mezzo all’Oceano Atlantico, dove morì nel 1821. Perché te l’ho raccontato La forte personalità di Napoleone affascinava le folle e intimoriva persino i più acerrimi nemici. La sua fuga dall’Elba fu l’ennesima prova del suo carattere indomabile: preferì rischiare di nuovo tutto, pur di non accontentarsi di vivere in disparte. Il suo mito ne uscì fortificato: in Europa un’intera generazione di giovani era nata sotto il suo impero e fu venerato come un eroe che non si arrende di fronte alle sconfitte, ma cerca di opporsi ai colpi bassi del destino. I tuoi pensieri «Non è evitando i rischi che…» dice Napoleone. Prova a finire la frase facendo riferimento alla tua esperienza personale. ENTRA NEL CAPITOLO 13 – L’Europa napoleonica