Il declino di Napoleone 5 La crisi interna Nel 1811 nacque finalmente l’ erede di Bonaparte, Napoleone Francesco , frutto del secondo matrimonio con Maria Luisa d’Asburgo-Lorena, figlia dell’imperatore d’Austria. In q l momento il potere della Franc era al s culmine, ma i primi segnali di crisi cominc rono presto a comparire. In politica interna, una c sata da cattivi raccolti portò all’ mento della disoccupaz ne e d prezzi, alimentando l’insoddisfaz ne di un combattute da Napol ne. Nonostante l’az ne della poliz e della censura e un’intensa attività di   , il regime non fu in grado di mettere a tacere completamente le , proven nti soprattutto dal mondo cattolico. ue ia uo ia crisi economica au au io ei io popolo orm ai stanco delle contin ue g ue rre eo io ia ▶ propaganda voci critiche ie   propaganda: diffusione di idee e informazioni con lo scopo di influenzare l’opinione pubblica a proprio favore. I nemici esterni Ponendo sotto il suo controllo gran parte dell’Europa, la Francia aveva anche diffuso su tutto il continente non solo le novità introdotte in ambito giuridico (i codici) e amministrativo (la creazione di dipartimenti e prefetture), ma anche gli ideali e i concetti nati con la Rivoluzione. Tuttavia questa espansione senza limiti della Francia aveva avuto come conseguenza la nascita di diversi movimenti di resistenza , basati su ideali tradizionali, sul supporto alle legittime dinastie e sulla lotta all’invasore straniero. L’esempio più famoso dei movimenti di resistenza antinapoleonici fu quello nato in Spagna , che per cinque anni (1808-13) tenne impegnate le truppe francesi in un logorante conflitto fatto di agguati e piccoli ma sanguinosi scontri, la cosiddetta “guerriglia” . Tra gli Stati non ancora sottomessi al domin francese, l’ rimase il nemico più difficile da affrontare. Non potendo sconfiggerla s mari, Napol ne pensò di colpirla v tando a tutti gli Stati satelliti, all ti o sconfitti, q lunq contatto commerc le con l’Inghilterra: una strateg denominata . Il blocco, tuttav , non funz nò, s a c sa del commerc di contrabbando, che continuò a rifornire l’Inghilterra di ciò di c aveva bisogno, s perché la stessa Franc si dimostrò incapace di fornire al resto d’Europa tutte le merci e i beni che gli inglesi, in p na rivoluz ne industr le (capitolo 10), potevano distrib re sul continente. Inoltre alcuni p si rop non aderirono al blocco, come il Portogallo (la c invas ne fu impedita propr dalla protez ne della flotta inglese) e, soprattutto, la Russ . io Inghilterra ui eo ie ea ua ue ia ia “blocco continentale” ia io ia au io ui ia ia ie io ia ui ae eu ei ui io io io ia Una vignetta satirica del 1808 che illustra le diverse opinioni, preoccupate, indifferenti o scettiche, su Napoleone. pagina 330  La campagna di Russia Indispettito dalla scelta dello zar Alessandro I di ristabilire i contatti commerciali con l’Inghilterra, Napoleone decise di invadere la Russia . Partito nel giugno 1812 alla testa dell’esercito più grande che si fosse mai visto, composto da ben 700 000 soldati, l’imperatore dei francesi vinse l’ennesima battaglia, a Borodino, e occupò facilmente Mosca, ma ben presto si rese conto di essere finito in una trappola. Attuando la strategia della “terra bruciata” , l’esercito russo aveva svuotato e dato alle fiamme la capitale, privando così le truppe francesi di qualsiasi rifornimento alimentare. In attesa di nuovi scontri o di una pace che sembrava lontana e preoccupato per l’arrivo del rigido inverno russo, Napoleone ordinò la ritirata, durante la quale perse quasi completamente la sua Grande Armée : colpito dal freddo, dalla fame, dalle epidemie, dagli abbandoni dei soldati e dai numerosi agguati delle truppe russe, l’esercito napoleonico tornò in Francia con meno di 50 000 uomini. Nonostante la sconfitta, la cr z ne di una n va c liz ne internaz nale antifrancese e l’andamento negativo della g rrigl in Spagna, Napol ne ebbe comunq la forza di formare un altro grande esercito, q sta volta composto da un mil ne di soldati, ma venne n vamente sconfitto a nella cosiddetta . ea io uo oa io io ue ia eo ue ue io uo Lips ia (16-19 ottobre 1813) “battagl ia delle naz io ni” studio con metodo ▶ Memorizzo  Campagna di Russia 1812  Sconfitta di Lipsia 1813 Napoleone nella campagna di Russia. La sconfitta a Waterloo e l’esilio Nel 1814 Parigi fu occupata dalle truppe alleate e Napoleone fu costretto ad abdicare e ad andare in esilio sull’isola d’Elba . La Francia tornò ai confini del 1792, mentre sul trono venne insediato Luigi XVIII, fratello minore del re ghigliottinato nel 1793 (capitolo 12). L’insoddisfazione del popolo francese per la sconfitta e per il ritorno della dinastia dei Borbone permise però a Napoleone, fuggito dall’Elba, di riconquistare facilmente il potere e di tornare a governare, per circa cento giorni (20 marzo-8 luglio 1815), la Francia. Il suo potere fu però definitivamente stroncato con la sconfitta inflitta dalla settima coalizione internazionale nella battaglia di Waterloo ( 18 giu gno 1815), nell’attuale Belgio. Per impedire nuove fughe, stavolta Napoleone venne spedito in esilio nella piccola isola di Sant’Elena , in mezzo all’Oceano Atlantico, dove, sorvegliato a vista, morì il 5 maggio 1821 . studio con metodo ▶ Memorizzo  Sconfitta di Waterloo 1815 ▶ Organizzo le informazioni pagina 331  LEGGERE LA STORIA ATTRAVERSO LE FONTI: IL MEMORIALE DI SANT’ELENA Il   è una raccolta di ricordi, aneddoti e riflessioni relativi ai sei anni (1815-21) trascorsi da Napoleone a Sant’Elena. Tra gli episodi raccontati dall’autore, Emmanuel de Las Cases, vi è anche il seguente, in cui l’ex imperatore dei francesi ricordava con rammarico la  . Memoriale di Sant’Elena sconfitta subita a Waterloo […] […] [dell’esercito] Oggi ricorreva l’anniversario della battaglia di Waterloo; ed alcuno di noi ne risvegliò la memoria: essa produsse una visibile emozione sul volto dell’Imperatore. “Giornata incomprensibile, diss’egli con dolore. Strano concorso d’inaudite fatalità!   Fu una semplice sventura? Ah povera Francia!”. E, ciò dicendo, si coperse con ambo le mani la faccia. “Eppure, soggiunse, tutto quanto dipendeva dalla perizia strategica era stato preveduto.   Ogni cosa ebbe a mancare quando tutto era riuscito!...”. In altra occasione diceva sullo stesso argomento: “Singolare campagna, nella quale in meno d’una settimana, vidi per tre volte sfuggirmi di mano il pieno trionfo della Francia e l’assolidamento 1  de’ suoi destini. Senza la diserzione d’un traditore, io stremava 2  il nemico sull’aprire della campagna. Io schiacciavalo 3  a Ligny, se l’ala sinistra   avesse fatto il dover suo. Io lo distruggeva 4  a Waterloo, se non vi avesse mancato l’ala destra. Singolare disfatta, in cui malgrado la più orribile diffalta 5 , la gloria del vinto restò incolume, né quella del vincitore s’accrebbe! La memoria del primo sopraviverà alla sua distruzione; quella del secondo resterà forse sepolta nel suo stesso trionfo”. (da  , prima versione integrale con note di G.E. De Castro, Francesco Pagnoni Editore-Tipografo, Milano 1850, vol. II.) Memoriale di Sant’Elena del conte di Las Cases Leggi il testo e svolgi le attività. Sottolinea nel testo le frasi e i gesti da cui traspare il dispiacere di Napoleone nel ricordare la sconfitta. 1.  Rispondi. 2. a. Napoleone a chi attribuisce la responsabilità della sconfitta? ............................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................. b. Perché Napoleone sostiene che la gloria del vinto resterà intatta? ............................................................................................................................................................................. ............................................................................................................................................................................. il rafforzamento. 1. l’assolidamento: avrei stremato.  2. stremava: lo avrei schiacciato. 3. schiacciavalo: lo avrei distrutto. 4. lo distruggeva: mancanza. 5. diffalta: