Le storie di Galatea Garibaldi, il rivoluzionario che unì l’Italia T no, 26 ottobre 1860 ea «Il re! Arriva il re!» La sch ra d garibaldini si volta, abbandonando la posiz ne di attenti. Mille teste si girano, improvvisamente, mentre nell’ar si diffondono le note della Marc R le, s nata dalla banda militare che scorta Vittor Eman le di Sav a. ie ei io ia ia ea uo io ue oi Lo riconoscono subito; il re di Sardegna non è un tipo che passa inosservato: i folti baffi fulvi, il volto largo e rubizzo per l’ar fresca del mattino. ia Se per G seppe Garibaldi q lla visita è una sorpresa, non lo dà a vedere. Resta in sella ritto e impettito, in segno di rispetto n confronti del sovrano. È alto, G seppe Garibaldi, e s i sembra più alto ancora, perché ha la statura dell’er . Molti di loro lo hanno seg to in giro per il mondo, in America e ora nel Regno delle D Sicil , per combattere i tiranni e liberare i popoli oppressi. iu ue ei iu ai uo oe ui ue ie C’è un momento di tens ne: Vittor Eman le si avvicina e Garibaldi lo g rda, a lungo, senza dire una parola. Il re per un attimo pare a disag , come se temesse una r z ne brusca. In fondo Garibaldi ha liberato il Sud Ital d Borbone e la popolaz ne locale si è affidata a l . Vittor Eman le sa che non ha titolo per dargli ordini: tecnicamente q l pezzo d’Ital su c si incontrano non è parte del s regno. io io ue ua io ea io ia ai io ui io ue ue ia ui uo Invece Garibaldi con un gesto improvviso gli stringe la mano e dice: «Saluto il primo re d’Ital !». ia I d mini rimangono con le mani unite per più di un minuto. ue uo «Come state, caro Garibaldi?» «Bene, M stà, e v ?» ae oi «Ottimamente.» I garibaldini e i soldati dell’esercito p montese, che fino a q l momento si sono g rdati in silenz e in attesa, restano sp zzati. Non sono nemici, q ndi: Garibaldi riconosce l’ torità del re, il re lo tratta da amico. ie ue ua io ia ui au Timidamente q lcuno fa una battuta, q lcun altro risponde. C’è una certa freddezza, ma parlano tra loro. È fatta l’Ital . Ora bisogna cominc re a fare gli ital ni. ua ua ia ia ia  Asset ID: 2014 Che cosa c’è di vero Il 26 ottobre 1860 Giuseppe Garibaldi incontrò a Teano, in Campania, Vittorio Emanuele di Savoia, re di Sardegna, e gli consegnò il Regno delle Due Sicilie, che egli stesso aveva liberato dai Borbone con una spedizione militare. Non tutti i garibaldini furono felici della soluzione, ma la necessità di unire l’Italia spinse Garibaldi a cedere quei territori ai Sa­voia, creando di fatto il nuovo Regno d’Italia. Perché te l’ho raccontato In questo capitolo studierai i processi che hanno portato a creare il Regno d’Italia sotto la dinastia dei Savoia. Il Piemonte dei Savoia riuscì ad annettere il Sud, che era sotto il comando della dinastia dei Borbone, e questo regno sarà il nucleo da cui nascerà un nuovo Stato. Per portare a termine il processo di unificazione sarà però necessario l’apporto di rivoluzionari determinati, come Garibaldi e Mazzini. I tuoi pensieri Sei felice di vivere in Italia? Quali aspetti e problemi ritieni sarebbe urgente affrontare? ENTRA NEL CAPITOLO 15 – La costruzione dell’unità nazionale: Italia e Germania