Le storie di Galatea Amerigo Vespucci, il navigatore che riconobbe l’America Coste dell’America del Sud, 1501 «Sembra Venez !» Amerigo Vespucci, dall’imbarcaz ne, g rda con cur sità mista a stupore il p sagg che gli si para di fronte. ia io ua io ae io Sono venti grandi case, capanne enormi, costr te come le palafitte delle lagune venete, e che come q lle sono appena sopra il livello dell’acq . All’interno di q lla che sembra una città gli indigeni si m vono su piccole can che scorrono veloci, come bisce. Le capanne sono unite fra loro da un complicato sistema di ponti levat , che le trasformano in un’isola artific le adag ta sull’acq . ui ue ua ue uo oe oi ia ia ua «Bisognava venire fino in Ind per vedere un’altra Venez !» brontola uno d mozzi. Sono una c rma internaz nale, al soldo del re spagnolo: su q lla nave ci sono ispanici, f rentini come Vespucci, veneti, portoghesi, tutti uniti dall’amore per il mare e il gusto per l’ignoto. ia ia ei iu io ue io «Già, fino in Ind …» risponde il comandante J n Díaz de Solís, e nella s voce si indovina una forte perplessità. «Eppure non mi ricordo di averle viste, prima, in Ind , case come q ste…» ia ua ua io ia ue Amerigo Vespucci ann sce. Sono g rni che discutono, l e J n, di q llo che stanno vedendo e di come interpretarlo. Q ndo Cristoforo Colombo è tornato dalla s spediz ne ha affermato di aver finalmente trovato la rotta per arrivare alle Ind passando da occidente. Ma J n, che in Ind ci è stato, seg ndo le rotte cons te, q ndo ancora lavorava per i portoghesi, non riconosce nulla delle coste e degli insed menti. Anche Amerigo ha le s stesse perplessità. Troppo diverse sono le terre e gli abitanti da q lli descritti dagli esploratori che parlano delle Ind . Nulla corrisponde, né negli usi degli indigeni né nella conformaz ne d l ghi. ui io ui ua ue ua ua io ie ua ia ue ue ua ia ue ue ie io ei uo «E se non fosse l’Ind ?» ch de improvvisamente a J n. ia ie ua «E che cosa sarebbe allora?» «Un’altra terra, che nessuno ha m toccato prima di Colombo, o prima di n .» ai oi J n rimane interdetto, come se l’id non lo avesse m sf rato. Eppure sì, ha senso. ua ea ai io «Un mondo n vo» rincara Amerigo «di c non immaginavamo l’esistenza! Sarebbe fantastico, no? Potremmo dare n un nome a q sta terra!» uo ui oi ue «E come la vorresti ch mare? Ameriga, come te? Oppure la ch meremo J nita, come me?» ride il comandante. ia ia ua Asset ID: 2002 Che cosa c’è di vero La scoperta dell’America fu un processo lungo. Cristoforo Colombo, che nel 1492 approdò per primo sulle coste del continente, era convinto di aver raggiunto l’India. Ci vollero i successivi viaggi del fiorentino Amerigo Vespucci (1454-1512) perché ci si accorgesse che era stata scoperta una nuova terra, la quale dunque prese il nome non dal primo “scopritore”, ma da colui che si rese conto che era una terra prima ignota. Perché te l’ho raccontato Amerigo Vespucci fu davvero il primo a rendersi conto che era stato scoperto un nuovo continente. Anche se all’inizio gli europei sembrarono quasi delusi perché le terre raggiunte non parevano così ricche come l’Asia, come studierai in questo capitolo la nuova scoperta aprì altre rotte commerciali e nuovi scenari economici. Le tue emozioni Se tu fossi Amerigo Vespucci, quale paese ti sarebbe piaciuto “scoprire”? Immagina di essere sulla nave di Amerigo e prova a descrivere le tue emozioni di una notte in mare. ENTRA NEL CAPITOLO 3 – Scoperta e conquista del Nuovo Mondo