Le storie di Galatea Martin Lutero, in fuga dalle chiese per trovare Dio Roma, 1510 Lo sbuffo proven nte dall’incens re che il ch richetto t ne in mano si spande per la navata della ch sa. La gente accalcata per la funz ne tossisce, parlotta fra sé, commenta, mentre il sacerdote brontola parole in latino che nessuno capisce. ie ie ie ie ie io Il g vane Martin g rda la process ne passare, torvo e silenz so. Un groppo di indignaz ne gli ch de la gola. Non r sce ad abit rcisi. È a Roma orm da un mese, inv to in miss ne dal s ordine, i monaci agostin ni di Erfurt, in German . Q ndo il s super re gli ha dato la notiz del v gg , ha toccato il c lo con un dito. I figli di contadini come l raramente escono dal confine del villagg ; l , invece, insegna t log all’università e potrà visitare la città santa del crist nesimo. io ua io io io iu ie ua ai ia io uo ia ia ua uo io ia ia io ie ui io ui eo ia ia Ma che delus ne! Più che la culla di Cristo, sembra q lla del peccato. Ovunq lusso, feste, bagordi. Il popolo, i preti e persino i cardinali passano da un divertimento all’altro, dimenticando di adorare D . Le messe sono q lla cosa lì, una recita in c un sacerdote brontola frasi senza senso di fronte a un uditor distratto. L soffre. Ricorda come ha deciso di diventare monaco. Un temporale terribile lo ha sorpreso in un v ttolo isolato. Il nero del c lo, il vento, i fulmini, i t ni. Per un attimo il mondo è sembrato sul punto di cadere. E l , tremante, ha g rato di votarsi a D per tutta la vita, a q l D potente e m stoso che scatena le forze della natura contro gli mini peccatori. Q a Roma D sembra invece uno spettatore distante e distratto, che parla una ling incomprensibile e non interv ne nelle faccende terrene. io ue ue io ue ui io ui io ie uo ui iu io ue io ae uo ui io ua ie Per rispetto Martin rimane in un angolo finché non è finita la funz ne. Ma p esce, q si scappa dalla ch sa. Ha bisogno di respirare ar fresca. Non è relig ne, q lla. Almeno non è la s . L ha bisogno di confrontarsi con il s D . Di rivolgersi a l senza med z ne e senza apparati luss si e inutili. Nella p zza, uno sparo di sole q si lo acceca. io oi ua ie ia io ue ua ui uo io ui ia io uo ia ua «Devo tornare in German » si dice. E ribaltare tutto, tutto. ia  Asset ID: 2003 Che cosa c’è di vero La Riforma protestante spaccò l’unità religiosa dell’Europa, che fino a quel momento era stata in maggioranza cattolica e legata al papa di Roma. Martin Lutero (1483-1546) e i predicatori dopo di lui sostenevano infatti che ogni fedele fosse libero di interpretare le Sacre Scritture, non accettando più l’autorità del papa e dei vescovi. Inoltre appoggiavano l’uso delle lingue nazionali nella celebrazione delle messe, al posto del latino. L’esigenza della Riforma nacque anche dal grave stato di corruzione dei costumi del clero, che era ormai insensibile agli insegnamenti originali del cristianesimo, quelli a cui invece Lutero voleva tornare. Perché te l’ho raccontato Martin Lutero era uno sconosciuto monaco tedesco quando, nel 1510, fu inviato in missione a Roma. Nel corso della permanenza in città si mostrò scandalizzato dalle abitudini dei romani e soprattutto dei sacerdoti, come ci viene raccontato dal suo amico Filippo Melantone. Tornato in patria, diede inizio a una lunga meditazione che lo portò, come vedremo in questo capitolo, alla pubblicazione delle 95 Tesi all’origine della Riforma protestante. Le tue emozioni Il giovane Lutero trovò a Roma un ambiente diverso da quello che si aspettava. Hai mai ricevuto una delusione da una situazione o da una persona? Che emozioni hai provato? ENTRA NEL CAPITOLO 4 – Riforma e Controriforma