Le storie di Galatea Il disertore Fronte alpino, 1917 No, non è stato il freddo a portarlo all’esasperaz ne. Perché, q ndo pensano al Sud, tutti pensano sempre al caldo, ma da dove v ne l , d monti della Calabr , d’inverno il freddo ti morde le ossa come un lupo affamato. E non è stato nemmeno il ranc , perché a casa s da mang re ce n’è sempre stato poco, e si butta giù q llo che capita. io ua ie ui ai ia io ua ia ue È stato il rumore. Gli scoppi. Delle bombe, delle mitragl , d fucili. E le urla. D feriti, ma anche degli uffic li che danno ordini come cani arrabb ti, e d compagni, che li ripetono gridando. L a tutto q l rumore non c’era abit to. Gli rintronava in testa, persino q ndo non c’era più. G rno e notte, g rno e notte. Senza p se. Era come un gusc che lo avvolgeva. L che era abit to silenzi d monti, delle mulatt re dove passa a dir tanto un carro alla settimana, e l’unico rumore è q llo del vento fra le gole. ie ei ei ia ia ei ui ue ua ua io io au io ui ua ai ei ie ue A un certo punto non lo ha retto più, tutto q l rumore. Gli si è spaccata la testa, come i meloni q ndo li tagli di netto, in estate. C’erano gli spari d cecchini sopra, e scoppi attorno, e la maschera antigas che stringeva la gola. E l con il fucile in mano, in tutto q l c s. ue ua ei ui ue ao Non sa come è successo, non se lo ricorda. Ma invece che sparare al nemico, hanno detto che si è sparato addosso, al p de. Lo hanno portato in infermer , e p arrestato e trascinato davanti alla corte marz le. ie ia oi ia Tradimento, hanno detto. Ora è q , davanti al plotone di esecuz ne. Lo hanno condannato a morte perché s un esemp per gli altri. Imbracc no i fucili, i s i compagni. Fra poco, lo sa, gli spareranno. Ancora scoppi, ancora rumore. ui io ia io ia uo Ma almeno saranno gli ultimi.  Asset ID: 1 ( )  sto-audlet-disertore10.mp3 Audiolettura Che cosa c’è di vero La storia di questo soldato, anche se inventata, assomiglia a quella di tanti giovani italiani chiamati alle armi nella Prima guerra mondiale, che sconvolse l’Europa e il mondo tra il 1914 e il 1918. Spesso provenienti dagli strati più poveri della popolazione, si trovarono per la prima volta lontani da casa e dagli affetti, in mezzo all’orrore della guerra, e furono soggetti a crolli nervosi e disturbi mentali sia durante il conflitto sia una volta ritornati dal fronte. Perché te l’ho raccontato Te l’ho raccontato per farti capire quanto fu drammatica l’esperienza della guerra per i soldati al fronte. Negli ultimi anni del conflitto, per mantenere la disciplina, i comandanti mandarono davanti al plotone di esecuzione i soldati accusati di non aver obbedito agli ordini. Nella maggior parte dei casi, però, questi giovani non erano davvero dei traditori: erano vittime di un disturbo chiamato “choc post traumatico”, dovuto alle durissime condizioni della vita in trincea. Spesso finivano per procurarsi da soli delle ferite, pur di essere allontanati dal fronte, o per essere ricoverati in ospedali psichiatrici. Le tue emozioni Quante emozioni e pensieri si affollano nella testa del giovane soldato! Immagina di essere lì, accanto a lui: che cosa proveresti? ENTRA NEL CAPITOLO 5 – La Prima guerra mondiale